PARLIAMONELIBERTA’ MORALE. “Se continui a non studiare io ti boccio”. Quante volte ho sentito questa frase? Ricordo benissimo che era un leitmotiv anche se è passato molto tempo da quando frequentavo le aule scolastiche. A me non lo dicevano, non avevano il coraggio e non ne avevano il motivo. Io ero bravissimo a scuola, ero un genietto. Scrivevo canzoni in latino, musicavo a cha cha cha Tirteo e Callino, odiavo solo la filosofia e la storia ma non tanto da non prendere almeno sette. Insomma ero un secchione. Ma molti altri no. E i professori qualche volta li avvertivano che se continuavano a prendere due finivano bocciati. Non era una bella scena. Anche io avrei preferito professori più avvolgenti, professori che usassero il fascino della loro materia piuttosto che la minaccia della catastrofe per convincere gli studenti a studiare. Ma nessuno è perfetto. L’ultima cosa che mi veniva in mente, però, era che la minaccia di bocciatura potesse essere, come ha deciso la corte di Cassazione con la sentenza 36700, una minaccia aggravata, “una ingiusta prospettazione” che ”ingenerava forti timori, incidendo sulla libertà morale dei ragazzi”. Qualcuno si è chiesto: “Ma dove vivono questi giudici? Questi giudici hanno figli?” Se i loro figli un giorno li mandano a quel Paese io sono sicuro che loro gli dicono: “Sse continui così non esci per una settimana”. Che cos’è? Minaccia aggravata? E quando questi giudici parcheggiano in terza fila davanti al palazzo di Giustizia e il vigile va da loro dicendo che se non levano di torno la macchina gli fanno una multa, loro che fanno? Arrestano i vigili perché incidono sulla loro libertà morale? (csf)
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