Claudio Sabelli Fioretti

SPECIALE SANREMO 2006
 



I Lobbisti
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I VOLTAGABBANA
Dopo avervi disturbato in edicola vi massacro in libreria
edito da Marsilio e' uscito
I VOLTAGABBANA
trentasei interviste da Pigi Battista a Gianni Baget Bozzo passando da Adriana Faranda e "James" Bondi
I VOLTAGABBANA
lo potete comprare anche on line e sia chiaro che i diritti di autore non me li prendo io ma
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CSF a Sanremo
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7.3.06

PICCOLI LOBBISTI CRESCONO

Molti dei vostri interventi su Sanremo sono finiti su Dagospia. Un trionfo. (csf)



DIVERSIVI
da Gianluca Freda

Caro Arienti, nell'angolino del mio studio ci sono una trentina di libri comprati e non ancora letti, e non fanno tutti schifo, o almeno io non lo credo, visto che li ho pagati; i fumetti ancora da leggere hanno raggiunto la massa critica e si apprestano ad implodere in una supernova; in soggiorno una quarantina di film registrati dal VCR con il timer e mai guardati per mancanza di tempo attendono fiduciosi una mia supervisione; ho una ricerca di dottorato da finire entro una settimana, delle recensioni da scrivere, il lavoro a cui badare, l'attività politica e sindacale da mandare avanti e, last but not least, un paio di figlie alle quali ho come l'impressione di non dedicare mai abbastanza tempo. Cosa le fa ritenere che, se fossi in cerca di qualche ora di diversivo, deciderei di trascorrerla in compagnia di una sgalettata, pagata decine di milioni con i miei quattrini per scoprire di avere le tette durante la diretta TV?


6.3.06

TVRRIS EBVRNEA… ORA PRO NOBIS!
di Nico de Santis, Roma

Io veramente non ho compreso e non comprenderò mai questo dare addosso al povero CSF per essere andato a Sanremo per raccontarCI (per noi l'ha fatto, prima di tutto, capite!?) cosa c'era sotto il velo di Ilary, sotto la frangetta della Cabello e nel toscanismo del Panariello, cosa c'era dietro la manifestazione più chiacchierata del momento, che tutti hanno disprezzato sputando in terra e poi puntualmente hanno sbirciato. Ha ragione il nostro CSF: basta con le torri d'avorio, coi deliri radical–chic e le nausee isteriche e snobiste, con le prese di posizione tout–court! Tutti sanno benissimo che al Paese reale piace in maggioranza sprofondare in poltrona a grugnire sul capezzolo brunito della signora Totti, ridacchiare con Verdone, fischiettare la canzone in gara nel gabinetto durante i numerosi intervalli (saranno stati contenti i prostatolesi…). E allora? Ognuno è artefice del proprio destino. Ora siamo tutti d'accordo che questo non è esattamente la fotografia maggiormente auspicabile dalla maggioranza della popolazione e che i gusti e le sensibilità vadano rapidamente recuperati ed indirizzati alzandogradualmente lo spessore di ciò che si propina dal teleschermo: però è altrettanto vero che questo è il risultato di anni di crescente disinteresse di tutte le classi dirigenti e politiche dello stato di salute mentale e culturale della popolazione, di abbandono completo delle coscienze, di esili in torri d'avorio e fortilizi dorati del potere



SBALESTRATA
da Silvia Palombi

Davanti alla montagna de la Saint Victoire in Provenza appena fuori da Trets c'e' un bel posto, il Centro Culturale Europeo dove ho seguito per 4 giorni un seminario di pensiero buddista e messo a fuoco alcuni punti per il futuro. Svegliarmi alle 6, coricarmi verso mezzanotte, contribuire al funzionamento del centro per turni mensa e pulizia, l'astinenza totale dalle notizie e la preghiera/meditazione/studio/discussione con 156 compagni di fede provenienti da tutta la Lombardia ha migliorato persino il tono della mia epidermide. (Ceratti ho quasi danneggiato le mie meningi per farti il dado da brodo del Sutra del Loto ma tu niente, neanche una piega, non si fa cosi'!). Rientro e trovo zuffe a 360 gradi su Sanremo, bloggisti che si accapigliano sulla casa di Schiavone, il sub sub comandante che chiede se "c'e' qualcosa di piu' allegro di una canzone di Anna Oxa". Claudio si, SII!! quasi tutto quel che sfugge alle sue fauci. Ma quel che mi inquieta e' ignorare tutto di Orlando Bloom. Chi e'? che fa? si chiama davvero cosi'? e' di Dublino? Le posizioni opposte al vertice di Molinari e csf impongono una ricerca tra le immagini di google. Quando avro' colmato la lacuna tornero' da voi.

L'ho sempre detto che il buddismo fa male (csf)



L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE
da Domenico De Franco, Arco

Convengo completamente col prof. Guasto che, a differenza di qualche blogghista che talvolta sembra travisare (o trasfigurare) il pensiero del Sabellone, individua per il nostro ospite la sua cifra più perfetta nella LEVITA', dimostrando così di conoscerlo bene. O di essere un buon psichiatra...



MARKETTE
da Rocco Ciolfi, Arce

Si, ci devi andare,così tra un cazzeggio e l’altro potrai anche chiarire meglio il concetto del tuo essere stato solo una “finestra aperta sul mondo” degli autori (magari sarai stato “frainteso”, però oggettivamente quel passaggio dell’intervista alla Miretti è stato poco elegante).



IL FESTIVAL DI SABELLI
da Massimo Puleo

Non ho visto il "Festival di Sabelli" perché non stravedo per la musica italiana, non mi piacciono i nani e nemmeno le ballerine (con tutto il rispetto per i rispettivi ordini professionali). Ragion per cui mi trovo nell'impossibilità di fare commenti in materia. Detto ciò mi va di spezzare una lancia in favore del "principale": Sanremo è un'occasione da non perdere, sotto tutti i punti di vista, anche se ancora - caro Claudio - non ho ben capito il tuo ruolo nel cast autoriale. Insomma, il tuo grado di colpevolezza... Per il resto. C'è sempre bisogno di uno Schiavone che arma la penna e si lancia contro i compensi immorali che girano nello spettacolo, nello sport, nell'arte (e mi viene in mente Cattelan, ma non so perché), nella finanza, ecc...Non serve a nulla, ma almeno leggi qualcosa che potresti aver scritto tu (cioè, io) senza la fatica di farlo.

Piero Chiambretti mi ha chiesto di andare a difendermi domani sera a Markette. Che dite? Ci vado?



CARTINA DI TORNASOLE
da Santi Urso

Ha visto che splendida cartina di tornasole si e' rivelata la Sua partecipazione a San Remo? Mentre auspico ch'Ella trasformi il plebiscitante epistolario in volumetto a stampa, mi permetto una supplica. A Lei - guardi che ha detto chiaramente d'aver partecipato per denaro - e a molti gentili corrispondenti nulla cale del profondo significato di avvenimenti nazionalpopolari come Sanremo (una parola: il festival, due: la citta'), il calcio, le olimpiadi (estive, ovviamente, quelle invernali sono radicalchic), e c'e' chi non sa di Panariello. Bene, che votiate a sinistra (se lo fate) e' lodevole e vi prego di insistere, ma per carita' non ditelo in giro. Lei ha presente la riflessione che Nereo Rocco espresse all'augurio "vinca il migliore"? "Speremo de no". Ecco, speremo che votiate in silenzio, senza far sapere troppo in giro quanto amate la ggente. saluti cautamente dalemiani (temo che nel Suo blog ci siano degli incurabili allergici al governo. Persino Lei, opino)



SABELLI FIORETTI E' COLPEVOLE!
da Pino Granata

Colpevole di che, chiederà qualcuno. Di tante cose, ma ,soprattutto, di averci costretto ad occuparci di Sanremo. Se lui non avesse proditoriamente accettato di partecipare a questa manifestazione decadente e nazionalpopolare(Manca docet), noi non saremmo stati costretti a subire questo bombardamento quotidiano di notizie festavaliere. Potrebbe essere perdonato solo se avesse percepito almeno la metà dei soldi di Panariello. Per meno non è possibile perdonarlo.

E' bello sapere che posso fare di voi quello che voglio (csf)



QUI ARISTON, A VOI BLOG
ANZI NO: QUI CASA MIA, A VOI BLOG
lunedì 6 marzo

E' finita. Ognuno ha preso la strada di casa sua inseguito da polemiche degne di miglior causa e da critiche feroci. Sanremo è un frullatore, mi dice un amico per consolarmi. Sono in macchina quando mi raggiunge un collega della Repubblica per contestarmi che il monologo sulla Cina era razzista. Io gli rispondo che la parola razzista la riserverei per cose più serie. Che dire che i cinesi sono tutti uguali è solo una battuta moscia non una scelleratezza. Che Panariello non è Borghezio. Che parlare delle fabbriche che chiudono in Italia per aprire in Cina non è di destra ma di sinistra. Ma poi mi accorgo che cado nello stesso errore dei 1200 giornalisti inviati a Sanremo: la mancanza di leggerezza e di buonsenso. Mi chiedono anche se tornerei il prossimo anno a Sanremo. La mia risposta, sì, sorprende tutti anche quelli che sicuramente torneranno a Sanremo l'anno prossimo. Bene: diciamo la parola fine anche se mi rimane una curiosità. Come si misura l'area della bocca di Dolcenera?
(non continua)



AVENDO PER LA TESTA PROBLEMI UN PO' PIU' PRESSANTI...
da Alberto Arienti

Freda non ha visto Sanremo per questo motivo, eppure la gran parte degli spettatori di Sanremo era gente che aveva per la testa problemi più pressanti, ma cercava qualche ora di diversivo. Perchè bisogna sempre fare quelli che sono armati di corazza e cantano all'allarmi ventiquattro ore su ventiquattro? Perchè sempre questi "sottili" distinguo tra gli eletti che sanno e la maggioranza dei tonti? Freda quando vuole rilassarsi canta forse i lieder di Schubert?



ORA CHE E' FINITO...
da Gianluca Freda

Non ho mai fatto la guerra al Festival di Sanremo. Ogni anno, semplicemente, lo ignoro, come ignoro anche i mondiali di calcio e le olimpiadi, avendo per la testa problemi un pò più pressanti. Anche quest'anno avrei atteso serenamente la sua conclusione, senza protestare e senza minacciare aventini dal blog, sorbendomi anzi, con divertita rassegnazione, i reportage di csf dall'Ariston. Però, caro csf, quella storia della torre d'avorio e dell'attentato alla vittoria della sinistra non la dovevi tirar fuori. Non a uno che farebbe fatica a comprarsi, non dico una torre, ma perfino un bilocale. Non a uno che ha consacrato decine di paia di scarpe (e di ore di stipendio) ad infinite manifestazioni contro il governo. Non mentre mi guardi, colmo dei colmi, da un palcoscenico dell'Ariston, dove per il solo ingresso, immagino, sarebbe richiesta una parte considerevole del mio stipendio. Sanremo, per lo sperpero e la volgarità che rappresenta, mi farebbe solo incazzare se lo guardassi anche solo per qualche secondo. Non sta scritto che debba rassegnarmi al travaso di bile o prendermi del traditore. Rivendico il diritto di snobbarlo in santa pace senza essere tacciato per questo di attentato alla nazione. Un minimo di tolleranza verso i diversi, perbacco.

Non mi ricordo quello che avevi detto l'altra volta. Ma quello che dici adesso lo condivido quasi totalmente. Il che dimostra che si possono dire le stesse cose in tante maniere e l'importante è la volontà di capirsi. Ti faccio un esempio: è vero che per entrare all'Ariston ci voleva una parte considerevole del tuo stipendio. Ma cambia qualcosa se quelli che hanno quei soldi li sputtanano per sentire Anna Oxa o per andare inutilmente sull'elicottero? Quello che ho cercato invano di dire in questi giorni è che a me sta sulle palle il meccanismo che consente che alcuni accumulino quantità insensate di ricchezza ma me ne sbatto di come questa ricchezza viene scialacquata. E che Ilary in tutto ciò non c'entra nulla. Se qualcuno vuole darle milioni a vagonate lei dovrebbe dire no grazie, non li merito? (csf)



NON HO VISTO SANREMO, MA NON ME NE VANTO
da Alberto Arienti

Mia moglie non ha voluto vederlo. E mi fanno ridere tutti quelli che una volta all'anno (proprio quando c'è Sanremo) tirano fuori i libri illeggibili ed i film più ostici per vantare la loro diversità.



ATTENZIONE UOMO ARMATO!
da Rocco Ciolfi, Arce

Minchia Claudio! Quella che c’hai davanti è una tastiera, mica un kalashnikov. Un’altra sventagliata così e qua fai una strage.

Hai ragione. Chiedo scusa (csf)



IL TELEVOTO E’ L’ESALTAZIONE DELL’IGNORANZA
da Vittorio Grondona - Bologna

La mia esperienza di vita mi ha insegnato che quando nel discorso si sottintendono argomenti seri o arguti e gli interlocutori non ne captano il vero significato vuol dire che si sta parlando con gente che capisce solo soldi, tette e culo. Da ragazzo lavoravo per un professionista di pochissime parole che si incazzava di brutto se non lo capivo al volo. Per esempio era capace di rivolgersi a me pronunciando la parola “Roma” ed io dovevo captare in base agli avvenimenti del momento l’argomento a cui voleva riferirsi. “E, sì, è da un pezzo che a Roma non nevica”, rispondevo azzardando. Era proprio quello il tema del suo discorso… Quando ci beccavo, si metteva di buon umore e spesso mi offriva la colazione da Rodrigo: crescentine e punt e mes. Non so cosa c’entri questa strana premessa… Mi è uscita spontanea dopo avere letto le varie critiche su Sanremo ed i suoi autori. La troppa pubblicità ha reso estremamente noiosa quella bella manifestazione ed ora il televoto la ferisce nella qualità fino ad abbassarla alla pari di un grande fratello qualsiasi. Il voto di massa è sempre un voto ignorante!

Una volta il Cuore di Michele Serra, dopo una sconfitta della sinistra, titolò: "LIMITI DELLA DEMOCRAZIA, VOTANO ANCHE I COGLIONI". Ma per una trasmissione di massa trovo molto logico che voti la massa. Sanremo è un meraviglioso misuratore di masochismo: piace a pochissimi ma lo guardano tantissimi. (csf)



CHI HA VINTO? ECHISSENEFREGA
da Carlo Perego

Sono stato 3 giorni in totale distanza da qualsiasi mezzo mediatico, è finito Sanremo? Chi ha vinto???Cocciante? Gianni Morandi? Little Tony? Chissefrega. Panariello: appena i quotidiani hanno titolato "Sanremo: presenta Panariello" mi sono domandato: E chi mai sarà sto Panariello? Non ho capito il nesso tra CSF e Sanremo: o meglio, alla pari di molti giornalisti, vi è andato munito di Pass, così, già che c'era, da dietro le quinte ha potuto curiosare per dar sfogo alla sua innata tendenza al gossip da compagno ciociaro... Macchè giornalista impegnato: impegnato sì ma a spettegolare, ed è anche per questo che, aspetto da semi-clochard a parte, mi è gradito.

Ciociaro a me che sono etrusco? (csf)




SANREMO? UN OTTIMO SONNIFERO!
da Vincenzo Rocchino, Genova

Quale abbonato Rai/Tv credo ancora al diritto di critica (grazie per lo snob). Quanto a mia moglie, alla quale Sanremo piace a prescindere, devo dire che, purtroppo, non è riuscita a seguire fino in fondo nessuna delle serate sanremesi; l'ho sempre trovata beatamente addormentata. Evidentemente lo spettacolo non era poi così interessante neppure per lei!



PRIMUM, CAZZEGGIARE
da Gianni Guasto

Ehi, un momento. Io partecipo a questo blog da anni, e mi piace. Mi piace perché le lacrime e il sangue hanno sempre un che di leggero e disincantato, e dopo tanto tempo, farei fatica a far a meno persino delle periodiche sparate dell'Avvocata. Quindi, non esito a dichiarare che questa storia di Sanremo (l'orrendo Sanremo che non guardo dai tempi di Chad and Geremy, dedicando quelle serate al mio appuntamento annuale con Joyce; non Ulysse che é troppo facile: Finnegans Wake in slang dublinese) ha preso una piega che non mi piace. Troppa seriosità e soprattutto troppa suscettibilità.
Anche Lei, CSF, non si arrabbi tanto: in fondo siamo sempre i Suoi sorcini.

Caro Gianni, lei ha proprio ragione. Sono cascato anche io nella trappola. E' che c'è una sola cosa che mi fa andare in bestia, generalmente, l'intolleranza e l'incapacità di seguire sentieri logici nei ragionamenti. La verità è che Sanremo è un frullatore che fa perdere la testa a critici paludati, gente per bene, osservatori del costume. L'importante è che non la perdiamo noi che facciamo della leggerenza e della soavità una filosofia di vita. Lasciatemelo dire per un'ultima volta: Sanremo non è una cosa seria ma è ancor meno serio occuparsene in maniera troppo seria. Cazzeggiare invece, come dice lei, Gianni, è cosa seria e quindi riprendiamo il nostro sano cazzeggio. Dove eravamo rimasti ? (csf)



SANREMO E' UN OSSIMORO
da Alberto Arienti

Infatti è un evento musicale di grande interesse nazionale, diventato poievento televiso tout court. Solo che in tv, pare che la musica abbassil'audience... Per cui lo si tiene in piedi col demiurgo di turno e conulteriori iniezioni di ospiti (musicali e non) lasciando tutti insoddisfattialla fine.



FINALMENTE E' FINITA!
da Vincenzo Rocchino, Genova

Mia moglie dice che a Sanremo è finita. Finalmente. Confesso che qualcosa di quanto là è accaduto, ho letto sulla stampa. A me Panariello non è mai piaciuto. Dicono che sia un comico. A me non ha mai fatto ridere. Tuttavia devo confessare che, leggendo di lui, dei suoi sforzi per strappare qualche risata, che, pare, non hanno dato risultati, ho provato pena per lui. Una novità però l'ho appresa: l'Ariston è (tra l'altro) una specie di bancomat per personaggi più o meno noti: per loro è sufficiente presentarsi e dire qualche cazzata per ritirare un bel pacco di soldi!

Caro il mio snob Vincenzo, quella frase su tua moglie che guarda Sanremo (e quindi tu no) non è una grande genialata. Se non hai visto Sanremo, perché lo critichi? Magari era bello. Se tua moglie lo ha guardato, forse gli piaceva. Hai sposato una donna di cui non condividi i gusti? Chiariamo subito: Sanremo non è mai pensato perché piaccia a Umberto Eco. Infatti Umberto Eco non lo guarda. E anche tu, Vincenzo, non lo guardi. Che ti frega se altri lo guardano? Sanremo è fatto per 4 italiani su dieci. Se è più bello o meno bello della scorsa edizione lo devono decidere quei quattro per i quali è pensato e scritto. Tu non c'entri nulla. Tu non lo guardi. Tu non hai diritto di commentarlo. Io non ho letto l'Ulisse di Joyce. Non mi viene per nulla in mente di dire che è illeggibile. Chiedi a tua moglie, che l'ha guardato, se gli è piaciuto, e se non gli è piaciuto chiedile perché l'ha guardato. Questa società, Vincenzo, non mi piace. E' fatta ad uso e consumo di furbetti, di superficiali, di disimpegnati, di volgari, di guardoni, di esibizionisti, di irresponsabili. E la televisione li segue e li anticipa. Per loro ha inventato il peggio del peggio: i reality show. Rispetto ai reality show il Festival di Sanremo è un corso di laurea in filosofia. (csf)



LE COSE SONO SEMPLICI
da Matteo Tassinari

Orsù, non facciamo i duri e puri. E non è questione di stare di qua o di la. La vita ha voluto che Csf per vivere scrivesse. E lui, nei limiti della decenza, accetta proposte oppure no. Con san Remo è andata la prima che ho scritto. E allora? Dove sta lo scnadalo? Chissà gli euro che gli avranno dato per fare quell'infame lavoro che anch'io avrei accettato proprio per i tanti soldini che mi avrebbero regalato. Come avrebbero accettato tutti coloro che su questo blog hanno criticato la scelta di Csf. Le cose sono semplici. Il problema della disparità delle risorse ha origine in altre zone, non nasce con san Remo. Per favore, meno falsi "rigorismi" e stantìa retorica.



NON CI SI CREDE !!!
da Domenico De Franco, Arco

Pazzesco! Il Sabellone, dopo la minacciata impiccagione, se l'è fatta sotto e grazie ai poteri del suo megapass ha fatto sparire la turpe chiave di basso!!!




AMBIGUISSIMO...
da Peter Freeman

Caro Ceratti, Lei ha uno strano modo di ragionare, sa? In sostanza afferma: Freeman è ambiguo, vorrebbe tanto attaccare ma non lo fa. Che mi fa, il processo alle intenzioni?Intanto un paio di precisazioni: a) io e CSF non siamo "amici", semmai conoscenti usi a qualche cordialità; b) io non sono un cagnaccio e CSF non è un gattino; c) non ho lanciato inenarrabili accuse nè avevo intenzione di lanciarle; d) sono benestante, non "ricchissimo".
A differenza di molti tra voi considero gli emolumenti che circolano nel mondo dello show business affatto scandalosi. Vi piace Sanremo? Lo guardate? E allora beccatevi quegli emolumenti e non rompete. Se proprio devo, preferisco scandalizzarmi per delle stock options.
Quanto a CSF a Sanremo le dico quanto segue. Mi è parsa una Sanremo abbastanza orrenda. CSF è uno dei tanti (certo non la mente) autori di Sanremo. Mi piacciono i passi falsi e penso che una carriera professionale sia più interessante e più ricca se uno la infioretta (e insabella - scusate, mi è scappata) con qualche cazzata tipo, appunto, firmare una pessima edizione di un qualche brutto programma. Vede Ceratti, l'amico Claudio ha una buona opinione di se stesso, e ne ha ben donde. Ma non ha bisogno di cani da guardia nè di culto della personalità. Quanto a me, se ne avessi la voglia o il piacere non esiterei a criticarlo. Con l'educazione dovuta al padrone di casa.



INCONGRUENZE FESTIVALIERE
da Ernesto De Nigro, Fratta

Premetto che non avevo mai visto Sabelli Fioretti, sapevo solo della sua importante barba bianca. Ciò nondimeno mi sono molto stupito quando Panariello a fine Festival ha ringraziato gli autori definendoli "ragazzi", per poi vedere Sabelli consegnare il Premio della Critica insieme alla Bertè: non mi sembrava mica tanto nel fiore degli anni...

Ehi, disgraziato, quello non ero io! (csf)


4.3.06

CAMBIARE OCCHIALI?
da Federica Molinari, Roma

Gentile CSF, è tutto il giorno che sono turbata per quanto ha scritto. So che ha molte cose da fare in questi giorni convulsi e mi dispiace se l'annoierò con questo post, ma la questione è di vitale importanza e necessita un approfondimento...
Ma ho letto bene? Orlando Bloom cesso megagalattico?!?
Ma come si fa a dire una cosa del genere?!
Ma voleva essere una battuta, vero?
Ma certo che era una battuta!
Ma se è l'uomo più figo che abbia mai abitato il globo terracqueo!
Ma non è che l'ha confuso con Zarrillo?
Ma è ancora nei paraggi di Sanremo? (Orlando, non Zarrillo)
Ma lei gli ha parlato? e lui che ha detto? (Orlando, non Zarrillo)
Ma non poteva partecipare anche alla serata finale? (sempre Orlando, eh)
Un saluto.



BLOGANALISI
da Gianni Guasto

Il corpo dell'appeso che campeggia maestoso e inquietante nel Blog, ad opera del nuovo ma già popolare lobbysta Gino Fino (il cui tratto tremolante assomiglia un po' a quello di Vincino), fornirà argomenti a iosa ai prossimi congressi di Psicoanalisi di Gruppo: il blog come comunità virtuale, depositaria di un pensiero gruppale, il suo leader, padre padrone amato e odiato, e oggetto di un transfert intenso e travolgente. A riprova di quanto sospettano certi psicoanalisti, e cioé che il leader sia più spesso il servitore e l'emissario del gruppo che non il suo capo, Lei,
caro CSF, deve essere lì per vendicarci, non per gozzovigliare alla tavola dei tiranni, intrattenendo osceni commerci con le loro concubine. Se poi lei non si adegua al nostro modello, allora si accomodi sul rogo. Insomma, come direbbe Freud: ha voluto la bicicletta? Ora, pedali.



SENZA FIORI
da Isabella Guarini

Caro CSF, la questione dei fiori a Sanremo mi sembra quella di mio suocero che, morente, chiese un funerale senza fiori per far dispetto al fioraio sotto casa. Fino alla fine! Ma parlando dei vivi, penso che sia stato un errore non mettere fiori sul palco di Sanremo, per il fatto che l'icona del Festival non è riconoscibile fra le tante manifestazioni. Certo, bisognava innovare la tradizione, ma non con immagini virtuali. I fiori vanno visti dal vero, o sostituiti dalla loro rappresentazione in arte. Comunque è stato un danno per la riviera dei fiori e per gli abitanti che pure subiscono disagi, ben ricompensati, dalla manifestazione.



L'AMMUTINAMENTO DEL B(LOG)OUNTY
da Gino Fino, Ceprano



3.3.06

QUI ARISTON, A VOI BLOG
3 marzo 2006

Agli amministratori di Sanremo sembra interessi solo che sul palco ci siano i fiori. E gli organizzatori del Festival sembra lo facciano apposta a non metterglieli. Anzi, hanno studiato un palco nero, l'unico colore Però si sono inventati i fiori virtuali. Hanno dato incarico al grande fotografo Ferri di fotografarne una chilata e lui l’ha fatto con grande maestria. E così sullo schermo gigante che si chiama ledwall ogni tanto cominciano a ruotare impazziti splendidi esempi di fiori sanremesi. Ma quegli ingrati dei cittadini continuano a protestare e vogliono i fiori veri. Quei disgraziati di Caterpillar, gli orrendi Cirri e Solibello, continuano a diffondere la falsa notizia che sono io a non volere fiori sul palco di Sanremo e adesso io giro per Sanremo strisciando lungo i muri sperando che nessuno mi riconosca. Per non saper né leggere né scrivere io comunque la sera non giro per la sala ma mi rifugio nel backstage dove mi imbatto in continuazione in Marco Santin, un terzo della Gialappa’s e in Flavia Cercato, la loro inviata che per radio 2 conducono “Rai dire Sanremo”. Un giorno mi hanno coinvolto e me ne vergogno ancora. Continuano le polemiche sugli autori e non ho mai avuto tante richieste di interviste da quando sono stato additato come il Grande Vecchio. Oggi un genio del giornalismo italiano ha scritto queste precise parole:” Poi il grande monologo (di Pieraccioni, ndr), il primo monologo degno di questo nome che si riesca ad ascoltare sul palco Ariston, praticamente una lezione di comicità all'amico e ai suoi autori”. E adesso chi glielo dice all’acuto giornalista che gli autori del monologo di Panariello sono esattamente gli stessi del monologo di Pieraccioni?
Vorrei parlarvi anche dei ristoranti di Sanremo dove per mangiare bisogna accendere un mutuo. Vorrei parlarvi di Victoria Cabello che parla sempre inglese. Vorrei parlarvi di Orlando Bloom che ha fatto impazzire le donne e a me sembrava un cesso megagalattico. Vorrei parlarvi anche della sala stampa e della conferenza stampa, quanto di più simile a un ospedale psichiatrico esista in natura. Vorrei parlarvi della bocca di Dolcenera per lanciare un concorso: come si calcola l'area della bocca di Dolcenera impegnata in un acuto? Ma questa è un’altra storia e ve ne parlerò domani. Per oggi vi basti sapere che il sindacato dei periatti, la confperiatti, incazzata per le mie prese in giro, ha dichiarato uno sciopero. (continua)



NON ABBANDONATECI !!!
da Domenico De Franco, Arco

E' con estremo dispiacere che apprendo l'intenzione di boicottare per alcune settimane il blog da parte di alcuni dei più brillanti blogghisti (Schiavone, ecc.), a causa di alcune polemiche con altri blogghisti (Gino Fino, ecc.) e con CSF in persona. Erano mesi che non mi appassionavo tanto! Ormai attendo gli aggiornamenti almeno quanto mia madre la puntata di Beautiful. NON ABBANDONATECI!!!



IL PIACERE NON GUARDA IL PREZZO
da Vittorio Grondona - Bologna

Io penso che il valore delle cose e delle persone sia direttamente proporzionale alla richiesta da parte della gente. Però devo fare un distinguo: se vado a teatro a vedere Ilary Blasi o allo stadio a vedere Totti è giusto che il mio piacere me lo paghi e chi lo procura abbia il diritto di intascare i soldi che io ben volentieri sono disposto a spendere. Se però le stesse persone me le propina forzatamente una terza persona che si prende pure autonomamente la delega di pagarle per me a peso d’oro, non sono d’accordo(...)

Va bene, abbiamo parlato tanto di Festival, di Ilary, di quanto io sia stronzo ad avere accettato di venire a Sanremo. Vogliamo considerare chiuso l'argomento? Intendiamoci, non voglio troncare un dibattito così interessante. Se volete continuare, continuate. Io credo di aver detto tutto il dicibile (csf)



INVIDIANERA
da Isabella Guarini

Caro CSF, ieri sera ho seguito la prima parte del Festival di Sanremo e per pochi istanti ho intravisto il retroscena con persone che si affannavano a sistemare un pianoforte. Erano tesi e sorpresi, . Allora ho pensato alla fatica che ci vuole per allestire spettacoli come quello del Festival della Canzone Italiana.Una responsabilità non da poco, anche perché le implicazioni sono al di là della semplice manifestazione canora e tutto sta nella parola "italiana". Per questo piovono le critiche rispetto alle aspettative. Invece, penso che bisogna abolire la retorica e vedere lo spettacolo fatto da umani e non dagli unti dalle sacre muse. Penso che Panariello, per quel che ho visto, si sia mostrato come un comico della quotidianità ,ovvero colui che ci regala quei dieci minuti di allegria al giorno, come prescrivono i medici della psiche. E, poi, l'invidia dei critici dove la mettete!

Ma no, io sono sempre contrario a considerare l'invidia come motivazione delle critiche. I critici criticano. E' il loro dovere. Sono fastidiosi però quando consigliano. (csf)



QUANTO VALE ILARY
da prof. Aristide S., Bologna

Non mi sfugge che il valore di mercato (valore economico) è dato da "prezzo per clienti". La mia era solo una battuta, ovviamente.
Ma volevo indurre a una riflessione appunto su questo. Se un famoso chirurgo opera 1 cliente e riceve da lui 1 milione, il suo valore sarà forse da giudicare diverso da quello di un cantante che allieta per un'ora un milione di clienti e riceve 1 euro da ciascuno, no?
Mi sembra non banale osservare che più o meno tutti i casi lamentati di guadagni "immorali" sono casi in cui il valore economico corrisponde a un prezzo basso moltiplicato per un elevatissimo numero di clienti, a cui si vende lo stesso oggetto simultaneamente.
Ciascuno di questi clienti attribuisce all'oggetto acquistato il valore economico della somma che è disposto a sborsare, per esempio per Benigni 10 euri, perché no?



CONSOLAZIONI
da Giorgio Trono

Caro CSF, peggio di Sanremo c'è solo Albano che sulla prima pagina della Gazzetta del Mezzogiorno (per dare un'idea della levatura di questo quotidiano) ogni giorno commenta il festival di Sanremo e narra della sua incursione al Grande Fratello. Forse nemmeno Jack Bauer riuscirebbe a togliercelo dalle palle (Albano, non Sanremo).



PERÓ ADESSO BASTA
da Pier Franco Schiavone, Milano

Caro CSF, prometto solennemente che dopo questo post mi asterrò per qualche settimana come autopunizione per eccesso di invii (dico davvero). Gino Fino, che si mette a fare calcoli scemi, non trova di meglio che prendersela con la mia prima casa invece di cogliere l’essenza di quanto ho scritto e della spiegazione che gli ho dato. Se scambia una casa normale per una reggia, vada a farsi psicanalizzare. Franchini, poi, straparla di soddisfazioni moraleggianti e tira in ballo la retribuzione per il tuo lavoro di cui nessuno ha parlato. Io nemmeno lo sapevo che sei autore di Panariello. Nessuno, credo, ha mai pensato di farti un processo. Cosa c’entra, si discuteva d’altro. Ho la sensazione che a volte qualcuno scriva per farti piacere (vedi quanto contano le tue chiose?). Che cavolo significa: io sto con CSF sempre? Perché si devono scrivere queste stronzate? Spesso ci si dimentica che questo è un blog, un luogo libero dove la polemica dev’essere divertente, stimolante e senza doppi fini, e non una redazione dove si fa carriera.

Hai ragione, adesso basta. Un’ultima chiosa: io non sono l’autore di Panariello. (csf)



QUANTO VALE ILARY
da Paolo Tirabusi, Imola

Che una persona con l'aria da "nessuno in casa" come la signora Totti guadagni in pochi giorni quello che si guadagna -e neanche sempre- in una vita di lavoro è disturbante, fuorviante, deprimente e corrompente. D'altra parte, tanto per volare bassi e stare su temi marginali, il male del capitalismo è che permette ai 200 individui più danarosi di avere la stessa ricchezza dei due miliardi di persone più povere (che però se non smettono di riprodursi peggiorano la situazione per tutti). Ma, rispondendo ad Aristide, devo dire che se un milione di persone mi paga un euro per ascoltarmi, il mio valore non è un euro: è un milione di euro. Come l'area del rettangolo è base per altezza, il valore economico del lavoro è prezzo per clienti.

Anche perche' altrimenti Benigni vale 10 euro del biglietto (csf)



FORZA CSF
da Gianni Franchini

Aldo Grasso che scrive i nomi degli autori "a imperitura memoria" e definisce Csf "la mente" dello sfacelo, l'Espresso che avanza malignità su Csf, Sanremo e le interviste sul Corriere Magazine. Perfino da alcuni commenti dei blog traspare una certa soddisfazione moraleggiante-populista per il Csf "insanremato" e "retribuito". Sapete che vi dico? Io sto con Csf, sempre e comunque, soprattutto quando non gli riescono i miracoli di trasformare il povero Panariello in un conduttore carismatico e Del Noce in un direttore di rete. Forza Csf, ché stasera c'è Zelig!.
p.s. Nessuno si chiede come mai, da qualche decennio a questa parte, Mediaset ha deciso di controprogrammare con forza?



NOVITÁ!
da Pier Franco Schiavone

Leggo su La Repubblica che la Blasi avrebbe preso 80.000 euro, Cabello 100.000 e Panariello un milione. Chissá se ha ragione La Repubblica o Dagospia. A proposito, quest’ultimo ha pubblicato una carognata su CSF al limite della querela (non so cosa pensa CSF ma ha tutta la mia solidarietà). Ecco, alcuni giornalisti lanciano insinuazioni terribili, che chiamano elegantemente affettuosità, verso i colleghi mentre noi lobbisti ci limitiamo a discutere ingenuamente del sesso degli angeli e ci accaloriamo pure.

Dagospia ha ripreso l'Espresso. Denise Pardo è una persona per bene che ha questa rubrichetta "Affettuosità giornalistiche" che deve riempire tutte le settimane. Ha visto l'intervista a Bibi Ballandi e ad Ilary Blasi e con il meccanismo che usa ha attribuito a queste due cose la mia presenza a Sanremo. Roba perdonabile. Ma adesso, visto che non la sbrano, potrebbe sospettare che questa è una affettuosità giornalistica visto che io ho intervistato anche lei. Ho intervistato finora circa 500 persone nella mia vita, non mi resta che tornare nella mia frazione in montagna, fra mufloni e caprioli, per evitare di essere sospettato da Denise Pardo. Ho intervistato Schifani, Biondi, Bondi, Carlucci, Pecorella, Micciché, Gardini, Fede e non sono stato candidato per Forza Italia. Ho intervistato Dell'Utri e non sono entrato nella mafia. Ho intervistato Grillini e Cecchi Paone e non sono diventato gay.(csf)



CARO PANARIELLO
da Guido Matacena, Napoli

Questo Festival di Sanremo senza fiori, lugubre, con larga esposizione di bellezza femminile e di prevedibili battutine da bar, mette in risalto la completa mancanza di professionalità di tanti.Qui da noi i politici vogliono imitare i comici con sorrisi e sorrisetti da imbonitori televisivi.I comici fanno i presentatori.I cantanti prendono le chitarre ed imitano i musicisti. I chitarristi si mettono a cantare.Le modelle parlano tanto e sfilano poco.Ma, caro Claudio, perchè non ritorniamo alla semplicità ed all'eleganza di una scenografia semplice e adorna di fiori e di canzoni scritte da compositori e cantate da cantanti? Caro Panariello, ma perchè hai accettato?



ILARY GUADAGNA TROPPO?
da prof. Aristide S., Bologna

Se un milione di persone ti dà 1 Euro per vederti e ascoltarti, tu guadagni un milione; ma il tuo valore è di 1 Euro.



CARO FINO… E CARO CSF
da Pier Franco Schiavone, Milano

Caro Fino, calcoli sbagliati, non solo perché 5000 al mese per sette anni fa 420.000, ma perché chi, come me, nasce in una famiglia di operai, inizia in genere per comprare un monolocale per arrivare poi, man mano, alla casa definitiva, integrando con un mutuo più o meno alto il valore della casa venduta. Nessuno, che non sia ricco, compra una casa di medio valore da zero. CSF, anche tu caschi sul populismo (con rischio tendenza demagogica) non ho capito perché mai ai figli dei Paperoni dovrebbe essere impedito di accedere alle ricchezze dei padri, che magari le hanno guadagnate onestamente, anche se sono cretini (altro è la tassa di successione). Mi sembra, comunque, che stiamo creando una polemica inutile, ma non nel senso che dici tu. Ilary, Panariello e company guadagnano troppo, poche chiacchiere, e guadagnano troppo i calciatori e i finanzieri alla Ricucci. E ritengo che non sia inutile ribadirlo, anzi, al contrario, bisogna ricordarlo. Un insegnante, per esempio, guadagna il cachet di Ilary di una settimana in 25 anni. Sono populista? E va bene. E non mescolerei Ilary con un industriale che con la fatica, l’intelligenza e il coraggio ha fatto i soldi e dá lavoro. Berlusconi è altro, è un’anomalia.



PACCOTTIGLIA POPULISTA
da Michelangelo Moggia

Sarà pur vero che indignarsi per il compenso sanremese di Hillary (Ilary o come caspita si scrive) sia paccottiglia populista perchè la nostra società pullula di casi anche peggiori; ma il fatto che certe "usanze" siano, ahimè, molto diffuse non significa che siano giuste. Altrimenti il 9 aprile possiamo andare tutti a votare per il nostro premier e non se ne parli più.

Bisogna semplicemente non confondere le cause con l'effetto. Se ci fa schifo la società dello spettacolo che tra l'altro consente compensi milionari alle Ilary, dobbiamo prendercela con la società dello spettacolo, quelli che la creano e la favoriscono, quelli che ci guadagnano veramente non con Ilary. Avete presente la storia del dito e della luna? A me sembra incredibile che un calciatore guadagni in un giorno quello che un maestro guadagna in un anno. Ma vogliamo prendercela con lui o con quelli che idolatrandolo gli regalano tutti quei soldi? Se uno è disposto a spendere 100 euro per vedere Totti, trovate così scandaloso che Totti si prenda i soldi? (csf)



PA.PO.PO.
da Domenico De Franco, Arco

A proposito della polemica con alcuni dei tuoi più brillanti blogghisti, Schiavone e Freda, dove bolli alcune loro tesi come "paccottiglia populista": ma non avevi tu quoque, fondato il mitico PaPoPo, il Partito Popolar Populista?!?

Appunto, di populismo ne so qualcosa (csf)



QUI ARISTON, A VOI BLOG
3 marzo 2006

C’è qualcosa di più grande della bocca di Dolcenera? C’è qualcosa di più allegro di una canzone di Anna Oxa? C’è qualcosa di più stupido di tutte le polemiche che si scatenano attorno al Festival? C’è qualcosa di più gallinaceo del vestito di Nicky Nicolai? C’è qualcosa di più inutile delle discussioni sulla qualità dei testi di Giorgio Panariello? C’è qualcosa di più forviante delle critiche sui compensi di Ilary in un Paese guidato da un signore che ha in banca 20 mila miliardi? Io sono dentro a tutto questo in una paranoia collettiva che parte dalle isterie dei cantanti e trova una splendida sponda nello psicodramma dei mille e duecento giornalisti accreditati. Fino ad arrivare al collega che ha indicato “a imperitura memoria” come la “mente” dello “strabiliante dramma metafisico” di Panariello.
Vorrei anche parlarvi dei fiori virtuali, degli interventi della Gialappa’s, della green room che adesso si chiama backstage,. Ma questa è un’altra storia e ve ne parlerò domani. Per oggi vi basti sapere che i periatti a imperitura memoria parlano malissimo di me. (continua)


2.3.06

EQUILIBRIO NATURALE
da Vittorio Grondona - Bologna

Per fortuna i lavori utili costano ancora poco. Se costassero come quelli inutili in pochissimo tempo anche gli strapagati managers, gli artisti con o senza arte, i calciatori più o meno bravi si ritroverebbero accanto a noi a leccare il selciato per non morire di fame.

Bravo Vittorio, così parla un vero uomo. Questo vuol dire partire dal particolare e arrivare al generale. Prendersela con quello che guadagna Ilary non mi pare sbagliato, mi pare inutile in una società che regala miliardi a gente che sa soltanto giocare a pallone e che consente a figli di Paperoni di continuare ad essere Paperoni anche senza alcun merito. E tutto questo non solo per colpa di chi ci amministra, bene o male che faccia, ma anche e soprattutto di chi arricchisce calciatori e attori idolatrandoli e da' poteri immensi a politici votandoli nonostante spesso siano addirittura dei criminali (cioè gente che ha commesso reati) e molto più spesso degli incapaci. Sanremo? Eliminiamolo, non piangerà nessuno. La nostra vita migliorerà? Evviva. (csf)



LA DANZA DELLE TELECAMERE
da Isabella Guarini

Caro CSF, se fosse possibile abbinerei il volteggiare delle telecamere, descritto nel suo ultimo post, alla danza delle ore di Ponchielli. Sarebbe un divertente cartone animato, specialmente nella scena del barbuto maestro d'orchestra colpito da una telecamera, indaffarata a raggiungere l'obiettivo Ilary che si bacia con Totti zoppicante, mentre Panariello indietreggia tra il pubblico paludente. Già, ma che ora sarebbe?



IL GOBBO/2
da Alberto Arienti

Credo che la parola gobbo, derivi dal fatto che una volta i testi da
suggerire vevivano scritti su una struttura concava, messa in verticale, che
proprio per quella forma occupava meno spazio di una struttura rigidamente
verticale. a parità di testo scritto e dimensione dei caratteri. Struttura
che appunto sembrava una gobba...



IN ESTREMA SINTESI/2
da Alberto Arienti

Caro CSF, come ci sente ad essere tra gli autori più cestinati di uno dei Sanremo più inguardabili di sempre? Dico questo perchè niente del suo spiritaccio traspare nello spettacolo. E non credo che i testi che vengono letti abbiano nulla a che vedere con lei. Sbaglio?



IL GOBBO
da Gian Paolo De Tomasi

Ciao Claudio, si chiama “gobbo” non perché di fede juventina, bensì perché in principio il suggeritore stava con dei grandi cartelli scritti a mano sotto la telecamera, in posizione gobba, così che il presentatore potesse leggere con facilità guardando verso la telecamera. Lo si vede ancora in versione originale con enormi fogli scritti a mano nel corso del “David Letterman Show”, Raisat Extra, canale 120 di Sky in seconda serata.



LA BANDA DEI BULLI
da Gianluca Freda

Caro csf, con Schiavone hai torto marcio. Io guadagno 1000 euro al mese, cioè 1000 volte di più di un barbone che guadagna, supponiamo, un euro al mese. Se conoscessi un barbone più intelligente di me e con più voglia di lavorare, che non abbia un lavoro né una casa, direi che questa è una vergogna e mi metterei subito a cercargli un'occupazione. Perché non dovrei infuriarmi quando una presentatrice, produttrice di idiozia, guadagna 1000 volte di più di un operaio che produce ricchezza? La disinvoltura con cui chiami "paccottiglia populista" quello che dovrebbe essere un banale principio di correttezza e valorizzazione delle risorse è la stessa disinvoltura con cui il governo chiama "moralismo" ogni tentativo di fermare la sua demolizione dell'etica pubblica. Se amo il comunismo è perché il comunismo ama il populismo. E "populismo" è il nomignolo che i prepotenti affibbiano alla giustizia nella speranza che si vergogni e corra a nascondersi. Vuoi sul serio entrare a far parte della banda dei bulli?



IN ESTREMA SINTESI
da Giorgio Trono

Caro CSF, come ci sente ad essere tra gli autori di uno dei Sanremo più inguardabili di sempre?

Ogni anno si dice che questo è il festival peggiore di tutti i tempi. Aspetto con serenità il 2007 e questa macchia indelebile sarà cancellata (csf)



CSF E' GRANDE
da Maria Grazia Ennas – Stroppiana (Vercelli)

Leggo sempre le sue mail, lei è davvero un grande.

Cara Maria Grazia, sono assolutamente d'accordo con lei (csf)



VALLETTE E BARBONI
da Alberto Arienti

Ilary si compra la casa di Schiavone in una settimana, ma Schiavone deve stare zitto perchè un barbone non ha neanche la casa. Questa la sintesi di CSF fatta da Sanremo (sarà l'aria?). Mi chiedo: ma se fosse stato a San Vittore che sintesi avrebbe fatto?

Ho fatto un ragionamento articolato, non una sintesi. La sintesi l'ha fatta Alberto e l'ha sbagliata. La sintesi sarebbe stata: mai prendersela con i bersagli facili plerché lo stesso Schiavone potrebbe essere un bersaglio facile per un barbone. Vi prego, non sintetizzatemi più. Sono capace da solo. (csf)



GRAZIE, CSF!
da Pier Franco Schiavone, Milano

Per avermi dato praticamente del deficiente. Ti stimo ma ogni tanto sbarelli, convinto di dare lezioni di correttezza, soprattutto quando si tocca il tuo mondo (l’hai usata tu quest’espressione). Mi devo sentire in colpa per avere una casa dignitosa? La casa me la sono comprata dopo aver studiato e svolto svariati lavori, anche mentre frequentavo l’università, che mi hanno consentito di crearmi una certa esperienza. Ma da solo non ce l’avrei fatta; mia moglie visita in media una sessantina di persone al giorno, per almeno dieci ore, dopo aver studiato sei anni più cinque all’università e aver fatto la borsista ricercatrice tra i malati di AIDS per undici anni. Ha cominciato a guadagnare bene a trentacinque anni, ma infinitamente meno di Ilary. La Blasi è bella, bellissima ma trovo rivoltante una società nella quale è normale pagare un miliardo ad una fanciulla per un lavoro, senza qualità, di una settimana. Oppure faccio il moralista se giudico un lavoro senza qualità quello di leggere il gobbo e sorridere? È populismo questo? E di grazia, di cosa cazzo ci dobbiamo lamentare, su cosa ci dobbiamo indignare, se passiamo sopra queste schifezze. Infine, non è quello il compenso di Ilary? Non me lo sono inventato, sarò anche meno intelligente di un barbone ma non m’invento le cifre. L’ho letto su una rivista, l’ha riportato Dagospia, prenditela con i tuoi amici giornalisti verso cui nutri tanti pregiudizi positivi.

Io nutro molti pregiudizi nei confronti dei giornalisti. Ma nessuno di questi è positivo (csf)



DA SANREMO
dA Diana Guarnieri

Claudio, fose non lo sai, ma con la cronaca di Sanremo hai scoperto la tua vera vocazione. E' talmente divertente leggere le tue e-mail che poi quando entro nel blog e leggo i titoli dei post (bada bene, solo i titoli) li trovo tutti così pallosi, ma così pallosi, ma così pallosi...



A PROPOSITO DI VALLETTE
da Pier Franco Schiavone, Milano

Ilary ha beccato per la sua partecipazione 500.000 euro, la Cabello 400.000 (Panariello un milione). Casa mia, che ho pagato in sette anni, vale 350.000 euro, questo significa che Ilary se la può comprare in una settimana e le restano 150.000 euro per lo shopping. Chiunque sia in grado di dimostrarmi quale valore aggiunto abbia portato all’evento la bella Ilary, lo faccia, dimostrandomi anche, però, che una bella Pinca Pallina qualunque non avrebbe ottenuto lo stesso effetto, ma nessuno si azzardi a dirmi: è lo show business, bellezza! Altrimenti lo vado a scovare sotto casa.

Lo show business no, d'accordo. Ma allora nemmeno la paccottiglia populista. Diamo per buone le cifre che tu citi con tanta sicurezza. Che cosa hai scoperto? Che questa società premia a prescindere dal merito? E se io dicessi che tu hai una casa da 350 mila euro mentre alcuni barboni molto più intelligenti di te dormono sotto i ponti? (csf)



METTIAMOLA COSI'
da Peter Freeman

Caro Csf, dunque sei uno (tra i tanti) autori di questa edizione del Festivalone. La cosa è in qualche modo ufficiale, come risulta dallo stesso sito Rai. Una brutta edizione, tra le più brutte direi. Non che io sia un aficionado, mezz'oretta di visione mi è bastata, ma sai com'è, dopo anni di tivù uno un po' ci capisce: tempi, ritmi, gag, scalette e così via. Fattene una ragione, anche senza i dati dell'auditel che pure appaiono impietosi. Ripeto, non sono un fan del festival, lo guardo lo stretto indispensabile, mezz'ora in tutto. Non sono tra i sei italiani che non lo guardano, ma se la pietanza è indigesta la lascio volentieri nel piatto. Non mi è quasi mai piaciuto il Festival, specie da quando è stato sottoposto a cure ingrassanti, portandolo a invadere il palinsesto di una settimana intera e rendendolo inutilmente ipertrofico. Dunque non sei un semplice passante, e il pass onnicomprensivo ti è assegnato per le tue mansioni di autore. Suppongo ben pagato, perché così si fa da quelle parti. Non sei il comandante in capo ma neppure l'ultimo dei mozzi; non ti hanno arruolato a forza, fraudolentemente, ubriacandoti in qualche bettola dell'angiporto sanremese e il giorno dopo ti sei trovato lì, senza poter obiettare. Hai un contratto, la paga è soddisfacente, e sei un ufficiale di bordo, magari ufficialetto ma sempre graduato. E come tale mi attendo che tu ti comporti, affondando con il vascello: non sarai l'ultimo a restare a bordo - quello spetta a chi ti sta sopra - ma neppure il primo ad abbandonare il campo mettendoti in salvo sulla scialuppa. Troppe scalette e chi sa quale sia quella buona? Ma guarda un po', la cosa ti sorprende? Non credo. Sei navigato quanto basta. Come hai detto, hai voluto sporcarti le mani, sia pure a contratto: è la televisione, bellezza, è quello è Sanremo, baby. I raccontini sono gustosi, ma non fare la parte dell'infiltrato: quelli, quando li scoprono, li fucilano alla schiena. Tu invece tornerai vivo e vegeto. Almeno spero.



IL GIOCO DELLA TORRE
da Gianluca Freda

Comprendo benissimo la furia di Ceratti nei miei confronti. Proferire stronzate pseudonis.. pesdousr.. insomma, di sinistra, è un conto. Ma attaccare il Festival di Sanremo, questo poi no. Come si può fare una cosa simile e continuare a
dirsi uomini? Il fatto è, caro Ceratti, che io faccio l'operaio, coi problemi della gente reale e delle fabbriche ho a che fare tutti i giorni e la mia torre d'avorio, con tutta la buona volontà, non riesco proprio a vederla. E se la vedessi mi sembrerebbe molto meno alta di quella in cui vive chi guarda il mondo dal palcoscenico dell'Ariston, o più in generale, da un qualsiasi studio televisivo. E' la permanenza in queste torri che mette a rischio - se esiste un rischio - la vittoria della sinistra. Non il mio veterocomunismo il quale, posso garantirglielo, come i pantaloni a zampa d'elefante torna sempre di moda nei momenti storici in cui ogni torre, reale e metaforica, si rivela opera fragile e presuntuosa e viene giù come fosse fatta di carte da gioco.



SANREMO CONTRO
da Mirko Bedetti

Caro Claudio, posto che tu sia uno degli autori di Sanremo e che siano valide le tue considerazioni sul fenomeno nazional-popolare che tutti schifa, ma tutti incuriosisce, perché ci racconti la fregnaccia della sorpresina di Totti ad Ilary? Il fatto è che due ore prima alla Vita in Diretta del beneamato Cucuzza si assisteva all'arrivo di Totti in elicottero mentre Ilary Blasi lo attendeva sul pulmino che lo avrebbe portato all'albergo! Socci direbbe: Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché?



QUI SANREMO, A VOI BLOG
2 marzo 2006

Come forse avrete notato, Ilary Totti e le vallette, ma qualche volta anche Giorgio Panariello e Victoria Cabello, durante il Festival quando stanno sul palco guardano verso l’alto come per cercare l’ispirazione divina. Folgorati dalla fede? Bisognosi dell’aiuto del Padreterno? Approfitto della giornata di riposo, niente canzoni, niente cantanti, niente Panariello, niente monologhi. Solo prove e letture dei giornali. Il backstage come voi sicuramente sapete, è dietro. Il backstage è tutto quello spazio che sta dietro al palco. Sembra quasi che non ci sia. Invece sono tantissimi metri quadrati su cinque piani pieni di stanzette, scale, camerini, cavi elettrici, monitor, computer. E di folla. Ci si arriva con quel famoso Passpartout, carta magica di cui sono in possesso anche io, che concede il diritto di fare qualsiasi cosa, neanche fosse la tessera della P2. Centinaia di persone si agitano lì dietro, formichine impazzite che vanno avanti e indietro, su e giù, apparentemente senza alcun motivo. E forse veramente senza alcun motivo. Là dietro c’è anche la stanzetta dove viene comandato il gobbo. Il gobbo è lo strumento che da tanto tempo ha sostituito il suggeritore. Su grandi fogli e su grandi lavagne vengono riassunte le frasi e gli argomenti che conduttori ed ospiti debbono rammentare. Al teatro Ariston il gobbo è elettronico. Una grande lavagna sulla quale scorrono le frasi. Voi non lo vedete perché è attaccato alla balaustra della galleria, proprio nel punto in cui quella volta il pazzo voleva buttarsi e fu salvato da SuperPippo. Questo è il motivo per cui Ilary, le vallette e qualche volta anche Panariello e Victoria Cabello guardano in alto alla ricerca di Dio. Vi siete accorti che l’altro giorno Panariello ad un certo punto si è inceppato? In realtà si era inceppato il gobbo ed era in ritardo. Il povero Panariello non ricordava che cosa doveva dire e ha sollecitato il gobbo ad andare avanti. Perché si chiama gobbo? Non lo so. Guardando verso il gobbo ho scoperto una selva di telecamere incredibile. Credo che ce ne siano più di dieci. Alcune tradizionali, altre divertenti come la steady, che è quella fissata alla vita di un cameraman attraverso una serie di snodi, movimenti cardanici, corpetti e pesi che lo fanno somigliare a un kamikaze, altre ancora in posizioni incredibili. Ce n’è una che corre come una pazza davanti al palco, avanti e indietro. Io mi aspetto che prima o poi dica: “Telefono, casa” somigliante com’è ad un extraterrestre. Poi c’è quella che si arrampica sulle pareti, su e giù, su e giù. Infine c’è quella che è stata attaccata alla fine di una lunghissima gru che volteggia sotto il tetto dell’Ariston e ogni tanto compie rapide picchiate verso il basso schivando di poco la piattella, girando attorno ai periatti e sorvolando pericolosamente il maestro Renato Serio, palesemente preoccupato di essere prima o poi centrato diventando il primo direttore d’orchestra decapitato da una telecamera.
Vorrei anche parlarvi dei fiori virtuali, degli interventi della Gialappa’s, della green room, dell’enorme bocca di Dolcenera. Ma questa è un’altra storia e ve ne parlerò domani. Per oggi vi basti sapere che i periatti mi hanno querelato per diffamazione. (continua)


1.3.06

COME UNA VOLTA ALLA RADIO…da Vittorio Grondona - Bologna

So di farvi invidia… Ho già acquistato i tre CD del festival di Sanremo. Spengo la TV e me li ascolto in santa pace senza spot e senza Totti nel mezzo. Buona musica a tutti!



STORIE
da Isabella Gaurini

Cari bloggisti, la disputa sulla partecipazione di CSF al Festival di Sanremo, in qualsiasi modo, mi fa ricordare la storia di un mio amico, artista affermato e dotato di quello spirito critico che solo i rigorosi di sinistra possono avere. Un giorno, discutendo del più e del meno, mi disse :" Vedi, io critico i nostri colleghi che si danno al nemico per una commessa, ma, in fondo, anch'io se il Cavaliere mi offrisse di affrescargli anche una sola parete della sua casa, non esiterei a onorarlo. Purtroppo la commessa non gli è mai arrivata. né dal Cavaliere né da altri.



PREFERISCO LA MIA TORRE
da Gianluca Freda

Se mai il centrosinistra dovesse perdere le elezioni che credeva di avere già vinto, non credo che ciò avverrà a causa del suo disinteresse per il Festival di Sanremo. Semmai il contrario. Non capisco proprio quale sarebbe il vantaggio di uscire dalla mia torre d'avorio per entrare in quella del Festival. La mia torre è meno chiassosa, meno noiosa e - se posso dirlo - molto più vicina al mondo reale di quanto non lo sia un palcoscenico pieno di scassatimpani vestiti di paillettes. Perché dovrei traslocare?



BREVI CENNI SULL'UNIVERSO
da Santi Urso

Ella avra' notato come il Suo salotto si sia immediatamente ravvispato sotto la sferza di San Remo. Non evvi chi non si senta in dovere di intervenire, per le piu disparate e urgenti ragioni, dall'odio all'ammirazione, dalla nostalgia all'invidia. Se la Sua distribuzione della posta e' equilibrata, questo è certamente l'argomento che con maggior piglio plebiscitario sia stato affrontato negli ultimi tempi. Mi chiedo se lei non senta il bisogno di una chiosa analitica del fenomeno (delle lettere, non del festival), scevra di passaggi descrittivi (sono quelli che l'acultura giornalistica fa passare per analisi). con fiducia nazionalpopolare
voglia gradire saluti lialici, pizzosi, inverniziani e quant'altro (ai miei tempi: eccetera)
ps. mi scuso per non aver rassicurato subito il gentile corrispondente che auspicava una mia valorizzazione nell'elettorato passivo, e pur anco di Maxidia, mia badante e nume tutelare. Ma, sin dal 1960, esercito solo la funzione di elettore attivo, essendo passato per ogni possibile esperienza, dal rappresentante di lista al
presidio per il primo posto di scheda. Lo so, ho vinto poco, e rischio di continuare cosi'. La colpa non e' mia, come anche la cronaca sta dimostrando.



PERIATTI
da Alessandro Ceratti

Ma le vocali di "periatti" fanno dittongo o iato? Scusate l'ignoranza.



SANREMO E ASPARAGI
da Giandomenico Cagnone

Il Festival per me è come gli asparagi per Balzac. "Per fortuna non mi piacciono, perché se mi piacessero li mangerei, e mi fanno schifo". Purtroppo mi tocca poi leggere i giornali, e sapere che csf ne è complice. E poi dicono che il tenore di vita degli anziani non è peggiorato.



LA MAGIA DI SANREMO
da Pier Franco Schiavone, Milano

Ieri non ho visto Sanremo se non facendo zapping durante le pubblicità di Ballarò. Ho ascoltato un’orrenda canzone di una giovane cantante, una ragazza bellissima. Alla domanda perfida di mia moglie su come mai m’interessava quella brutta canzone, ho risposto che, dato che la ragazza somigliava alla Arcuri, mi chiedevo come mai l’attrice fosse tra le cantanti di Sanremo. Si è rimessa a leggere il suo libro con un sorriso più perfido della domanda. Sono tornato su Ballarò proprio mentre una sottosegretaria dalla voce chioccia sparava cazzate sugli anziani. Allora ho capito il mistero di Sanremo, diciamo la verità, quando ti sintonizzi su quell’evento, come per magia, spariscono tutti i sottosegretari d’Italia e il massimo che rischi è una figuraccia con tua moglie.



MI METTO IN ASPETTATIVA!
da Pino Granata

Non sopporto di aprire il mio blog preferito e di trovarlo pieno di post su Sanremo. Destesto questo stupido Festival e spero che presto la smettano di propinarci pessime canzoni, mediocri cantanti ed ospiti che farebbero bene ad andare finalmente a lavorare ed a guadagnarsi il pane in fabbrica.Caro Claudio non oso immaginare cosa penserà di te il tuo maestro Lamberto Sechi. E dire che ti ha allevato con tanto affetto! Comunque fino a Lunedì(se riuscirò a sopravvivere allo scempio sanremese) , mi asterrò dal frequentare il Sabellifioretti.com

E' carnevale, Pino, rilassati e affronta la vita nella sua interezza. L'Unità ha quattro giornalisti che si occupano del Festival. Smetti di leggerlo subito. E non ti buttare su Liberazione. Anche Liberazione ne parla. E non ti rifugiare sul Manifesto. Stessa storia. Sanremo fa parte dell'Italia e ai curiosi, ai veri curiosi, piace entrarci e vederlo da dentro. Cos'è? Tradimento della rivoluzione? Un giorno la sinistra si è svegliata e ha scoperto che stava perdendo le elezioni che credeva di avere già vinto. Perché? Perché era fuori dal mondo. Vogliamo cotinuare a farci del male sulla nostra bella torre d'avorio? E non citare Lamberto a sproposito. E' il contrario di quello che pensi. E' un curioso anche lui. Quattro italiani su dieci guardano Sanremo. Tu Pino militi nei sei che non lo guardano. Ogni tanto mi viene il dubbio che molti soffrano perché non possono vedere Sanremo perché Sanremo non si deve vedere. Io mi immolo anche per loro, mi immergo, mi sporco le mani e riferisco. Qualche problema? Il blog in questi giorni è su contatti record. Non dico che lo sia per i miei raccontini da Sanremo. Ma diciamo che non fanno così schifo. Peraltro non ho buttato nel cestino interventi su altri argomenti. Si vede che tutti stanno davanti alla tv a vedere il Festival. (csf)



CHI HA PANE NON HA DENTI
da Alberto Arienti

E' sempre così! Il nostro sub-comandante è a Sanremo e non capisce una mazzadi canzoni. Ed ha tutti i pass possibili (anche la chiave di do!).



DOMANDA A CSF
da Peter Freeman

Caro Csf, leggo sull'Unità che tu saresti uno degli autori di Sanremo. E' vero? Urge chiarezza.


28.2.06

QUI SANREMO, A VOI BLOG
1 marzo 2006


Il problema era: lo diciamo che viene Totti? E io dicevo: e perché non dovremmo dirlo? Mi rispondevano: ma vogliamo fare una sorpresa a Ilary. E io: ma è meglio qualche punto di share di colore giallorosso o è meglio che Ilary sgrani gli occhioni? Alla fine è stato raggiunto il compromesso: lo diciamo ai giornali ma non lo diciamo a Ilary. L’ho trovata una ottima soluzione visto che Ilary non legge i giornali. Alla fine la sorpresa di Ilary sembrava genuina. Qualche anno luce dalla genuinità del pianto di Anna Oxa. Mi ero messo di buzzo buono per cercare di capire le parole della sua canzone. Ma non ce l’ho fatta. Allora mi sono fatto dare il testo e ho capito anche meno. Che non fossero parole facili lo sapeva anche Anna Oxa che infatti se le era scritte su un foglio che verso la fine ha buttato con fare distratto e poi subito dopo si è messa a piangere e io che credevo che piangesse perché le avevano rubato le scarpe insomma Anna Oxa se non oggi domani la eliminano e ce ne faremo una ragione.
Ma veniamo alle scalette. Le scalette sono quelle cose che gli autori preparano e contengono l’ordine delle uscite, l’ordine delle canzoni, i movimenti sul palco, i monologhi, le battute, gli sguardi, insomma rappresentano l’autostrada che conduttori, vallette e cantanti devono percorrere per portare a casa la trasmissione. Ebbene, non ho letto una scaletta uguale all’altra, ognuno si fa la sua scaletta e poi esistono scalette diverse anche a seconda dell’orario. Ho una scaletta per colazione, mi dai una scaletta per l’ora del thè? Ci sarebbe una scaletta da sera? Sono stufo di questa scaletta casual. Io vorrei introdurre le scalette colorate, una scaletta rossa, una scaletta verde, una scaletta tricolore. E poi un’asta di scalette, una scaletta è stata aggiudicata a 10 milioni. E poi lo scambio delle scalette, come quello delle figurine. Ho una scaletta d’annata, 1989. Cerco due scalette piccole ma sincere.
Beh, va bene così. Vorrei ancora parlarvi del gobbo, dei fiori virtuali, delle telecamere che volteggiano per l’aria. Ma questa è un’altra storia e ve ne parlerò domani. Per oggi vi basti sapere che ho comprato una piattella e me la metterò a casa. Ieri sono venuti i carabinieri e hanno perquisito il backstage alla ricerca dei peritati. Nessuno ha saputo dir loro né dove fossero né cosa fossero. (continua)



SANREMO SI' SANREMO NO
da Isabella Guarini

Cari amici, non vedo più il festival di Sanremo da molti anni, tuttavia penso che sia una manifestazione da conservare con tutti i difetti, per i fatto che è la rappresentazione dell' italianità nel tempo,come il calcio. Perciò seguo i commenti dei giornalisti ed ora quelli di CSF, che riesce a fare entrare anche noi dietro le quinte. Un gioco piacevole, più dello stare per ore seduti ad ascoltare le canzoni, niente affatto orecchiabili. Penso che il momento della rappresentazione sia la finzione, mentre le prove la vita realmente vissuta..



SANREMO, NOI e CSF
da Silvia Palombi

L'ho guardato/ascoltato sfogliando i giornali arretrati, mi sono annoiata, siparietti senza carattere, troppa moda, Travolta che officia il massaggio plantare piu' costoso della storia, mi sono piaciuti solo i Nomadi e i ragazzi di Scampia. Su Oxa sottoscrivo tutto quel che dice csf e quando la vedo (perche' di vista si tratta, non di ascolto) mi chiedo perche' costei continua a fare questo lavoro. Ma un interrogativo serpeggia tra i miei neuroni insieme al malcontento: csf aleggia, si aggira, entra e esce grondante di pass, ci racconta quel che capita in quinta e ha visto da vicino la chiave di sol disegnata da ellekappa, ma dov'e'? che ci fa? Non apparira' proprio stasera che vado a teatro eh?



PERCHE' SANREMO PER FORZA?
da Vincenzo Rocchino, Genova

Vedo che oltre alla TV (da schifo), dovrò rinunciare anche al blog a me preferito; non mi interessa quanto succede a Sanremo ne tanto meno esserne aggiornato. Quella di Claudio sarà pure un'azione meritoria (??), ma, spiacente per lui, di nessun interesse per me. Oltre al danno della Tv di Stato (canone obbligatorio e interruzione di servizio pubblico), la beffa per sciatteria proposta come spettacolo, in prima serata in mondovisione o eurovisione che sia. Come annunciato in un precedente post, mi autosospendo dal blog fino a quando il sipario non sarà calato su questo pseudo spettacolo.



ORGOGLIO BLOG!
da Pier Franco Schiavone, Milano

Papaveri e Papere è uno dei testi più sovversivi della canzone italiana. Causò un’interrogazione parlamentare. Fanfani vide un’allusione, negli alti papaveri, ai maggiorenti democristiani. Poi venne la falce che il grano tagliò e un colpo di vento i papaveri in alto portò. Oggi, invece, ci ritroviamo con i belati di Anna Oxa e assistiamo all’ospitata più brutta della storia della TV con Travolta. Cafone, se n’è andato senza nemmeno salutare l’intervistatrice grazie alla quale ha retto il minimo. Ha detto persino che in Italia si sente a casa sua, ma va a cagare! CSF, se non vuoi che prendiamo per buona la minaccia di Puleo, sabota i microfoni, clona i passpartout, abbatti Piovia e Oxa a roncolate, metti in salvo i ragazzi di Scampia con i Nomadi e Noa, diffondi il germe della rivolta, facci sentire orgogliosi.



SANREMO SI' SANREMO NO
da Isabella Guarini

Caro CSF, penso che essere presente a Sanremo per un giornalista sia quasi un obbligo. Si possono capire tante cose che noi telespettatori non capiremo mai. Certo Sanremo non ha più quel rapporto diretto che aveva quando si canticchiava il giorno dopo la canzone vincente. Ricordo che persino il mio professore di filosofia osò commentare la vincita della canzone di Rascel , "tu sei romantica", come la ri vincita dei sentimenti i sentimenti contro la brutalità il rock. Un raro momento di modernità dopo Platone.



SANREMO
da Gianni Guasto

Non capisco cos'é tutta 'sta mania di guardare Sanremo. Non vi attizza giàpiù lo slittino?



28.2.06

QUI SANREMO, A VOI BLOG
1 marzo 2006


Il problema era: lo diciamo che viene Totti? E io dicevo: e perché non dovremmo dirlo? Mi rispondevano: ma vogliamo fare una sorpresa a Ilary. E io: ma è meglio qualche punto di share di colore giallorosso o è meglio che Ilary sgrani gli occhioni? Alla fine è stato raggiunto il compromesso: lo diciamo ai giornali ma non lo diciamo a Ilary. L’ho trovata una ottima soluzione visto che Ilary non legge i giornali. Alla fine la sorpresa di Ilary sembrava genuina. Qualche anno luce dalla genuinità del pianto di Anna Oxa. Mi ero messo di buzzo buono per cercare di capire le parole della sua canzone. Ma non ce l’ho fatta. Allora mi sono fatto dare il testo e ho capito anche meno. Che non fossero parole facili lo sapeva anche Anna Oxa che infatti se le era scritte su un foglio che verso la fine ha buttato con fare distratto e poi subito dopo si è messa a piangere e io che credevo che piangesse perché le avevano rubato le scarpe insomma Anna Oxa se non oggi domani la eliminano e ce ne faremo una ragione.
Ma veniamo alle scalette. Le scalette sono quelle cose che gli autori preparano e contengono l’ordine delle uscite, l’ordine delle canzoni, i movimenti sul palco, i monologhi, le battute, gli sguardi, insomma rappresentano l’autostrada che conduttori, vallette e cantanti devono percorrere per portare a casa la trasmissione. Ebbene, non ho letto una scaletta uguale all’altra, ognuno si fa la sua scaletta e poi esistono scalette diverse anche a seconda dell’orario. Ho una scaletta per colazione, mi dai una scaletta per l’ora del thè? Ci sarebbe una scaletta da sera? Sono stufo di questa scaletta casual. Io vorrei introdurre le scalette colorate, una scaletta rossa, una scaletta verde, una scaletta tricolore. E poi un’asta di scalette, una scaletta è stata aggiudicata a 10 milioni. E poi lo scambio delle scalette, come quello delle figurine. Ho una scaletta d’annata, 1989. Cerco due scalette piccole ma sincere.
Beh, va bene così. Vorrei ancora parlarvi del gobbo, dei fiori virtuali, delle telecamere che volteggiano per l’aria. Ma questa è un’altra storia e ve ne parlerò domani. Per oggi vi basti sapere che ho comprato una piattella e me la metterò a casa. Ieri sono venuti i carabinieri e hanno perquisito il backstage alla ricerca dei peritati. Nessuno ha saputo dir loro né dove fossero né cosa fossero. (continua)



SANREMO SI' SANREMO NO
da Isabella Guarini

Cari amici, non vedo più il festival di Sanremo da molti anni, tuttavia penso che sia una manifestazione da conservare con tutti i difetti, per i fatto che è la rappresentazione dell' italianità nel tempo,come il calcio. Perciò seguo i commenti dei giornalisti ed ora quelli di CSF, che riesce a fare entrare anche noi dietro le quinte. Un gioco piacevole, più dello stare per ore seduti ad ascoltare le canzoni, niente affatto orecchiabili. Penso che il momento della rappresentazione sia la finzione, mentre le prove la vita realmente vissuta..



SANREMO, NOI e CSF
da Silvia Palombi

L'ho guardato/ascoltato sfogliando i giornali arretrati, mi sono annoiata, siparietti senza carattere, troppa moda, Travolta che officia il massaggio plantare piu' costoso della storia, mi sono piaciuti solo i Nomadi e i ragazzi di Scampia. Su Oxa sottoscrivo tutto quel che dice csf e quando la vedo (perche' di vista si tratta, non di ascolto) mi chiedo perche' costei continua a fare questo lavoro. Ma un interrogativo serpeggia tra i miei neuroni insieme al malcontento: csf aleggia, si aggira, entra e esce grondante di pass, ci racconta quel che capita in quinta e ha visto da vicino la chiave di sol disegnata da ellekappa, ma dov'e'? che ci fa? Non apparira' proprio stasera che vado a teatro eh?



PERCHE' SANREMO PER FORZA?
da Vincenzo Rocchino, Genova

Vedo che oltre alla TV (da schifo), dovrò rinunciare anche al blog a me preferito; non mi interessa quanto succede a Sanremo ne tanto meno esserne aggiornato. Quella di Claudio sarà pure un'azione meritoria (??), ma, spiacente per lui, di nessun interesse per me. Oltre al danno della Tv di Stato (canone obbligatorio e interruzione di servizio pubblico), la beffa per sciatteria proposta come spettacolo, in prima serata in mondovisione o eurovisione che sia. Come annunciato in un precedente post, mi autosospendo dal blog fino a quando il sipario non sarà calato su questo pseudo spettacolo.



ORGOGLIO BLOG!
da Pier Franco Schiavone, Milano

Papaveri e Papere è uno dei testi più sovversivi della canzone italiana. Causò un’interrogazione parlamentare. Fanfani vide un’allusione, negli alti papaveri, ai maggiorenti democristiani. Poi venne la falce che il grano tagliò e un colpo di vento i papaveri in alto portò. Oggi, invece, ci ritroviamo con i belati di Anna Oxa e assistiamo all’ospitata più brutta della storia della TV con Travolta. Cafone, se n’è andato senza nemmeno salutare l’intervistatrice grazie alla quale ha retto il minimo. Ha detto persino che in Italia si sente a casa sua, ma va a cagare! CSF, se non vuoi che prendiamo per buona la minaccia di Puleo, sabota i microfoni, clona i passpartout, abbatti Piovia e Oxa a roncolate, metti in salvo i ragazzi di Scampia con i Nomadi e Noa, diffondi il germe della rivolta, facci sentire orgogliosi.



SANREMO SI' SANREMO NO
da Isabella Guarini

Caro CSF, penso che essere presente a Sanremo per un giornalista sia quasi un obbligo. Si possono capire tante cose che noi telespettatori non capiremo mai. Certo Sanremo non ha più quel rapporto diretto che aveva quando si canticchiava il giorno dopo la canzone vincente. Ricordo che persino il mio professore di filosofia osò commentare la vincita della canzone di Rascel , "tu sei romantica", come la ri vincita dei sentimenti i sentimenti contro la brutalità il rock. Un raro momento di modernità dopo Platone.



SANREMO
da Gianni Guasto

Non capisco cos'é tutta 'sta mania di guardare Sanremo. Non vi attizza giàpiù lo slittino?


27.2.06

ADDIO FESTIVAL DELLA CANZONE
da Vittorio Grondona - Bologna

A proposito di abbonamento Rai… Per antica passione anche quest’anno ho deciso di guardare il festival di Sanremo. Tengo a precisare che pur essendo di sinistra sono in regola col canone. Sono le 22,05 e sono state trasmesse solo due canzoni. Ho subito ben due interruzioni pubblicitarie tra un Totti e l’altro. Ora mi sto subendo un inutile incomprensibile intervista a John Travolta. Non è un festival della canzone è semplicemente una vergogna. Mi dispiace per Panariello, meriterebbe do lavorare per un’amministrazione più seria e più rispettosa di suoi abbonati per forza!



QUI ARISTON, A VOI BLOG
28 febbraio 2006

Allora: le tessere. Ce ne sono di tutti i tipi al Festival di Sanremo. Skipass, Shortpass, Bypass, Passpass, Nopass. Ognuna consente di entrare in un posto vietato ai possessori delle altre. Io ho la Production, una tessera da vero onnipotente, ma ci sono dei posti dove nemmeno i portatori di Production possono entrare. Ieri allora mi sono fatto dare la tessera delle tessere, si chiama Passpartout, fa un po' Arsenio Lupin, ma nessuno puo' mai fermare chi ha al collo una tessera Passpartout. Eppure, incredibile, mi hanno fermato. Non ho potuto assistere alla prova di Anna Oxa. Me ne sono fatto velocemente una ragione ma il mistero di quello che sarebbe successo durante l'esecuzione di Anna Oxa, avvenuta a porte chiuse, e' stato il leit motif della giornata. A tal punto che in sala stampa si e' sparsa la voce che Anna Oxa, durante la sua canzone, si sarebbe spogliata tutta nuda. Una cosa sono riuscito a sapere: l'esecuzione e' cominciata al buio. Nessuno vedeva nulla. Per quanto mi piacciono le canzoni di Anna Oxa, poteva anche cominciare, continuare e finire in silenzio. Comunque, appena Anna Oxa, nuda o vestita che fosse, ha abbandonato il palco, brandendo la tessera Production sono entrato nel teatro e ho scoperto: 1) un enorme mostro multicolore incrocio fra un fumetto di Ellekappa e una chiave di basso ubriaca, 2) una scritta "TON" che solo dopo attenta indagine, domandando qua e la', ho capito essere la fine di ARISTON; pero' si vede solo TON e per un po' ho avuto paura che fosse qualcosa tipo TELETHON. Immagino che prima o poi sara' calata, ma finora si vede TON e magari alla fine mi compare MEGATON, oppure PATTON (il generale), o magari ELTON (john), BURTON (richard), COTTON (fioc), ASTON (martin). Mentre ero inebetito davanti al TON mi sono collegato con Caterpillar e ho detto una serie di cavolate galattiche tra le quali "chiave di do". Mi ha subito telefonato tutta la Banda Osiris e Stefano Bollani per dirmi che non capisco un ciufolo di musica e in fondo hanno ragione ma c'era il bisogno di dirmelo? Bene, per oggi basta. Vi vorrei anche parlare del gobbo, dei fiori virtuali, delle scalette, delle telecamere che volteggiano per l'aria. Ma questa e' un'altra storia e ve ne parlero' domani. Per oggi vi basti sapere che ho visto la piattella e che ho scoperto che i periatti girano. La battuta "Mi girano i periatti" va alla grande.
PS: Ho visto Anna Oxa. E mi sono precipitati addosso alcuni interrogativi. Ma chi l'ha truccata? Ma quanto sono lunghi i suoi capelli? Ma perche' non impara a memoria la canzone? Ma perche' se la tira cosi' tanto? Ma perche' non si e' capita nemmeno una parola di quello che ha cantato? Ma perche' guardava sempre a sinistra? So' pensieri. (continua)



CSF FA SANREMO?
da Massimo Puleo

Propongo di prendere il blog: ammutiniamoci! Palombi al timone, Schiavone pure; Altrui, al mio fianco... Sabelli su una scialuppa, senza tappo, con Lina Arena



SUB AUTORE
da Luca Di Ciaccio

D'accordo che tu sei sub-autore (perché? perché autore è il pueblo) del festival di Sanremo.
A questo punto la responsabilità delle splendide cornici, degli intricati regolamenti e delle città dei fiori sapremo a chi imputarle. E io che pensavo di aver raggiunto l'apice del radical-scioc vantando qui nel gruppo d'ascolto la presenza di un tipico esemplare di ragazza pubblico parlante della scuderia De Filippi. Ora posso vantarmene?



CSF A SANREMO
da Rocco Ciolfi, Arce

Senti, va bene tutto ma se ti azzardi a dire “kermesse musicale” giuro che ti brucio dai Preferiti.

Va bene: "Benvenuti nella splendida cornice del mitico teatro Ariston nella città dei fiori per la gara canora che ci regalerà i motivi che da domani tutti fischietteremo sotto la doccia. (csf)



CSF A SANREMO
da Silvia Palombi

Cioe': csf non e' a Sanremo, fa Sanremo, e' nello staff. Qualcuno sa se cantera'?



QUI ARISTON. A VOI BLOG
27 FEBBRAIO 2006

Ve l'avevo promesso. Dopo le dune del deserto del Sahara, dopo la piroga sul Niger, il trekking fra i paesi Dogon e la scalata della falaise mandinga eccomi qui all'impresa più difficile, il festival di Sanremo. Vi aggiorno su quello che succede. Non ve ne frega niente? Non è vero. Dicono tutti così e poi scopro che sanno ogni cosa di Panariello, conoscono ogni particolare del matrimonio di Ilary Blasi e sanno chi è Victoria Cabello. Io invece ignoravo chi fosse Victoria fino a ieri. E' una ragazza molto carina, fidanzata di Maurizio Cattelan, quello che impicca bambini finti agli alberi, un mito per gli appassionati delle Iene e di Mtv, conosciutissima fra bambini e adolescenti, quindi capirete che io sono fuori target. E' considerata una devastatrice di programmi e quindi, siccome tutti si aspettano cose trasgressive da lei, lei alle prove non dice niente nemmeno a Panariello. Giorgio dice le sue battute e lei risponde "Biribiribiri" e qualche volta "Barabarabara". E' misteriosissima. Forse stasera dirà veramente Biribiribiri. E' quella la trasgressione. A noi l'unica cosa che ci ha detto è che non ha tette. Ma quello l'avevamo visto anche da soli. Secondo me, essendo trasgressiva, se le è tolte. Prima aveva la terza, poi si è fatta la plastica. Panariello è supermaniacale. I suoi testi li legge tutti i giorni e ogni volta li cambia. Magari parte con un discorso sull'aviaria e a forza di fare piccole correzioni dopo sette giorni si ritrova con un saggio sull'antropologia del curling.
Anche la scaletta cambia all'impazzata. La mattina si decide che bisogna occuparsi del mondo che ci circonda, dell'attualità scottante, della la fame del mondo e si pensa di invitare padre Zanotelli. A mezzogiorno Zanotelli viene sostituito con Gino Strada, verso le quattro si contatta Vauro, all'ora di cena si telefona a Maria De Filippi e alla fine si dichiara trionfanti che Cicciolina ha accettato l'invito. E viceversa.
Ogni giorno imparo cose nuove. Tutti parlano dei periatti. Io non so che cosa siano ma ieri ho scoperto che non lo sa nessuno. Invece la piattella sì, lo sanno tutti e la nominano in continuazione. Allora ho cominciato a nominarla anche io e mi sono guadagnato la stima di tutti. La stima di tutti me la sono guadagnata anche perché ho due telefonini. Tutti quelli che contano nell'organizzazione hanno due telefonini. Però io ho due Nokia e questo è un errore. Dovrei avere un Nokia e un Motorola, o almeno un Samsung. Uno deve essere molto piccolo, da portare al collo e uno molto grosso. Hanno tutti suonerie incredibili che squillano in continuazione anche perché si usano i telefonini anche per parlarsi nella stessa stanza. Quelli che contano più di tutti hanno anche le cuffie con il microfono. Alcuni, quelli che se la tirano, non se le tolgono mai, fanno finta di parlare sempre e non se le tolgono nemmeno per andare al ristorante. Usano cuffie e microfoni anche per parlarsi uno di fronte all'altro. Vorrei parlarvi anche delle tessere che portiamo al collo, delle scalette una diversa dall'altra, del mistero della Oxa, dei fiori virtuali, delle telecamere che volteggiano paurosamente per aria. Ma questa è un'altra storia e ve ne parlerò domani. Adesso vado a spolverare la piattella sperando che i periatti non se ne accorgano. (continua)