da Giorgio Guiotto
Dal Betto dice che Deaglio “proverà la sua innocenza”: ma stiamo scherzando? Quello parla a vanvera, incolpa a vanvera, fa un’inchiesta che più svalvolata non può essere e lo volete far passare per vittima? Insomma, un pochino di pudore…
da Pino Granata
Caro Muin ti ringrazio per la tua onestà intellettuale. Non è facile per un musulmano ammettere l’opera di solidarietà che gran parte del mondo cattolico svolge a favore dei tuoi correlegionari. Lo fanno senza chiedere nulla in cambio e così dev’essere. Tutto questo mi ricorda che il mio suocero ebreo con galleria in Monte Napoleone riceveva quasi ogni giorno visite di Ebrei poveri che chiedevano il suo aiuto che mai veniva negato. Lui diceva che visto che Dio gli aveva fatto vivere una vita decente era suo dovere aiutare il prossimo.
Tutto questo parlare dell’immortalità di Berlusconi mi provoca un senso di repulsione. Abbiamo visto svenire in diretta l’ex primo ministro. La sua faccia era cadaverica e confesso che ho sentito una certa compassione per l’uomo per il quale io provo una profonda antipatia che a volte diventa odio, si proprio odio. Non è la prima volta che Berlusconi si sente male in pubblico il che denota che ha problemi di salute molto seri. Quando sento Scapagnini affermare che Berlusconi è immortale cosa devo pensare? E perchè questo continuo rassicurare che Berlusconi gode di una salute di ferro quando i fatti dimostrano il contrario? Forse perchè a Destra non si può concepire che un uomo può avere problemi di salute ed a tutti i costi lo si vuole mostrare come un superuomo?
di Marco Travaglio – L’Unità
L’altra sera, a Porta a Porta, Gianfranco Fini festeggiava con l’insetto l’iscrizione di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani nel registro degl’indagati della Procura di Roma per diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico. La qual cosa dimostrerebbe, ad avviso di Fini, che la videoinchiesta di Diario è una bufala. Elementare, Watson. A seguire fino in fondo il ragionamento di Fini, che ha portato in Parlamento dieci fra imputati e indagati, è come dire che An è un’associazione a delinquere. In realtà l’iniziativa della Procura di Roma, in linea con la migliore tradizione della casa, non implica nulla sul merito del dvd. Anche perché i pm han fatto sapere che non procederanno ad alcun riconteggio delle schede, nemmeno a campione, per verificare se la denuncia di Diario sia fondata o meno. Il che lascia prevedere che, alla fine, tutto si concluderà col peggiore degli esiti, il nulla di fatto: archiviati i due giornalisti, archiviati i presunti brogli e gli eventuali autori. Pari e patta, come chiede a gran voce tutta la casta politica, da Bertinotti a Fini. In attesa del pareggio che fa contenti tutti (a parte, si capisce, i cittadini), lo strepitoso revival giudiziario degli anni 50, con i giornalisti indagati per un polveroso reato di opinione, lascia aperte due domande.La prima riguarda l’interpretazione piuttosto singolare che i pm romani danno dell’obbligatorietà dell’azione penale. Sotto la loro giurisdizione, sull’asse via del Plebiscito-Montecitorio- (o, in alternativa) Palazzo Chigi, si agita un ometto di Stato che da undici anni non fa che parlare di brogli, cioè – nell’ipotesi dei sagaci pm capitolini – turba l’ordine pubblico con notizie false o esagerate o tendenziose. Con due differenze, rispetto a Deaglio e Cremagnani: lui i brogli li attribuisce alla sinistra; e non porta mai, a suffragio delle sue accuse, uno straccio di indizio. La prima volta fu quando perse le sue prime elezioni, le regionali del ’95, quelle delle bandierine di Emilio Fede: visto che gli exit poll lo davano ben messo, mentre dalle urne uscì a pezzi, concluse che “la gente s’è sbagliata, erano giusti gli exit-poll” (26-4-95). Il 21 aprile ‘96 fu raso al suolo da Prodi. E cominciò a ripetere che la sinistra gli aveva fregato un milione di voti. Nell’aprile 2001 inventò il broglio preventivo, annunciando che di lì a un mese la sinistra avrebbe imbrogliato sulle schede: “Già nel ’96 un milione e 171 mila schede sono state distrutte. In Italia la sinistra ha una lunga tradizione di brogli” (14-4-2001). Alla vigilia delle ultime elezioni, l’ometto di Stato ricominciò a turbare l’ordine pubblico con notizie false e tendenziose, avvertendo i suoi seguaci che, “secondo mie informazioni, i professionisti della sinistra ci hanno sottratto circa un milione e 700 mila voti” (ma non erano un milione e 100) e si accingeva a scippargliene almeno altrettanti il 9 e 10 aprile 2006. Perciò invitò alla vigilanza democratica e diede vita al “Motore Azzurro”, affidato alle cure di un personaggio al di sopra di ogni sospetto: Dell’Utri. Perse le elezioni, cominciò a gridare ai “brogli della sinistra” prim’ancora di conoscere i risultati e rifiutò sempre, fino a oggi di riconoscere la sconfitta e la legittimità del governo Prodi. Ora, dovendo scegliere, chi è che turba di più l’ordine pubblico: due giornalisti che raccolgono indizi e fanno domande, o un ex premier con milioni di seguaci che li arringa con toni da guerra civile delegittimando tutte le istituzioni? Che c’è di più falso e tendenzioso di un presidente del Consiglio che, mentre deve assicurare la regolarità del voto, accusa l’opposizione di brogli che non possono essere avvenuti per la semplice ragione che non s’è ancora votato? Ma contro quest’ometto la Procura di Roma non ha proceduto ad alcuna iscrizione o interrogatorio, nè si è mai sognata di chiedergli le prove di quanto va cianciando da undici anni. Strano, nevvero?La seconda domanda riguarda il mondo della cosiddetta informazione. Nei giorni scorsi abbiamo letto accorati appelli in difesa di un giornalista spione al soldo del Sismi e di vari giornalisti telecomandati da Moggi. Nulla di tutto questo,invece, per la tragicomica incriminazione di Deaglio e Cremagnani. Anzi, i noti garantisti Belpietro, Feltri, Ferrara e Vincino non hanno saputo trattenere un piccolo orgasmo. La prossima volta, prima di indagare sui brogli, converrà iscriversi al Sismi o alla Gea World. O più semplicemente alla P2, che si porta su tutto.
“Improvvisamente Gianni Morandi diventò cattivo. Faceva i dispetti alla gente per la strada. Diceva cose tremende. Che fine aveva fatto il bravo ragazzo? «L’eterno ragazzo? Che palle!», diceva nei promo del suo nuovo programma Non facciamoci prendere dal panico. Chi c’era dietro questo improvviso e inaspettato cambiamento? C’era Diego Cugia, scrittore e autore televisivo. L’uomo che si fece Jack Folla per Radio Due. Che diventò Zombie per Radio 24. L’uomo che aveva inventato «Rock o lento» per Celentano.”
Sul Magazine del Corriere della Sera oggi, e sul sito. (csf)
da Barbara Melotti
…quella che organizzava manifestazioni delle quali gli operai approfittavano per “fare festa” e per una gita a Roma a spese del sindacato, quindi delle politica, quindi alla fine fine nostre (solo di noi contribuenti, certo: un altro buon motivo per gli elettori del banana per non pagare le tasse), con grande scandalo del Berlusca e di FI? E ora invece, per la manifestazione di sabato prossimo a Roma “alcune regioni, tra le quali la Campania, offrono a chi chiama un numero dedicato, oltre al trasbordo gratuito su pullmini Ducato, anche il cestino da picnic con panini, bevande e tutto il necessario per affrontare la lunga giornata in piazza.” E pensare che la CGIL di Cofferati non aveva nemmeno il problema delle bandiere, una rossa qualsiasi andava bene, e invece al comitato organizzatore della minfestazione a FI “uno dei pacchi prenatalizi, inviato con il corriere Bartolini, contiene la sorpresa: dentro ci sono ben 1.500 bandiere sulle quali campeggia un simbolo antico e moderno: lo scudo crociato. Al centro del logo, l’immortale scritta «Libertas». Bandiere, insomma, dell’Udc. Ma che ci fanno 1.500 bandiere dell’Udc, nella sede di un Comitato che organizza una manifestazione alla quale l’Udc non aderisce e che non sono state ordinate dall’Udc?“Come si dice in questi casi: la trave nel tuo occhio e la pagliuzza nel mio? Tutto l’articolo.
Sul Corriere Milano di oggi si legge di 500(cinquecento) baby prostituti che sono avviati sulla via della prostituzione nella Milano di oggi. Seguono i dettagli di dove e come questi ragazzini vengono violentati e sacrificati per la libidine di porci e schifosi individui. Quello che mi sorprende è che la cosa viene presentata comme qualcosa di ineluttabile e di incontrollabile come se la Legge e la Giustizia a Milano non esistessero. Ma davvero a Milano siamo arrivati a questo punto?
da Antonio Leonforte, Roma
Che il clero chieda ai fedeli un contributo per il loro sostentamento è grottesco. Il gettito derivante dall’8 per mille è quintuplicato dal 1990, e finisce quasi tutto alla CEI perché anche le quote di coloro che non firmano (un 40% mi pare) sono redistribuite in proporzione alle scelte espresse, che sono in larghissima parte per la Chiesa Cattolica. Si tratta ormai di un fiume di denaro (oltre il miliardo di euro), che contrariamente a quanto pubblicizzato, solo in parte minoritaria va al sostentamento del clero, ed in minima parte al Terzo Mondo. Che si tratti di un fiume di denaro perfino eccessivo lo dimostra che nel 1990 la quota destinata al clero era superiore all’80%, e che già nel 2003 era scesa al 55%. Dove finisca con precisione il resto dei soldi non si sa bene, perché la CEI non pubblica un bilancio particolareggiato. Altro denaro arriva al clero da retribuzioni pubbliche (carceri, ospedali, scuola – l’insegnante di religione lo paga lo stato) e dai veramenti volontari per i quali la CEI fa annualmente la sua campagna, a mio parere senza vergogna. Sarebbe bene che una parte di questo fiume di denaro esca dagli intrallazzi dello IOR e finisca nelle parrocchie di provincia, dove tanti giovani preti volenterosi faticano a rappezzare il campo di calcetto.
da Muin Masri
Ero da poco arrivato nel Belpaese e, siccome questo viaggio non era previsto, in tasca avevo pochi spiccioli. Di tanto in tanto chiedevo a mio fratello di spedirmi un assegno. Un giorno l’ha presa con calma e io rimasi solo con dieci mila lire. Il padrone della camera era impaziente e diffidente ed emise il suo ultimatum. Insomma mi trovavo in una situazione a dir poco imbarazzante. Per alleggerirla un po’ sono andato a camminare per le vie del piccolo paese. Comprai un pacchetto di sigarette e con il resto feci una partita a biliardo che, tra l’altro, persi come non mi succedeva da anni. Fuori dal bar la campana della chiesa, mai notata prima, mi distolse dai miei pensieri. Con aria perplessa e incontrollata entrai piano piano: don Silvio stava preparando la messa delle sei. Facemmo due chiacchiere e lui comprese benissimo la mia situazione; “torni dopo la messa, stasera sei mio ospite …speriamo che i nostri fratelli siano tanti e generosi”. La cena era ottima con carne rigorosamente di vitello, acqua e una bottiglia di Fanta. Il tutto seguito da una piacevole discussione dove ognuno parlò bene del suo Credo. Prima di andare via don Silvio mi allungò una busta che mi ha salvato la faccia e la dignità. Ecco, le offerte ai preti e ai “diavoli” servono anche a questo, ad alleggerire la vita a certe persone. Io non l’ho mai dimenticato e ogni tanto sono indeciso tra don Silvio e Gino Strada.
da Biagio Coppola
Vorrei esprimere la mia solidarietà ad Enrico Deaglio per la sua inchiesta sui brogli (tra l’altro personalmente penso che sia una montatura anche l’accidenti capitato al padrone delle ferriere). Viviamo in un mondo dove le inchieste giornalistiche ormai sono demandate ai comici , vedi Jene, gabibbi e strani tipi con sturalavabi in testa, quindi direi che baluardi del giornalismo d’inchiesta come lui e la Gabanelli andrebbero messi sotto scorta!