da Muin Masri
Ero da poco arrivato nel Belpaese e, siccome questo viaggio non era previsto, in tasca avevo pochi spiccioli. Di tanto in tanto chiedevo a mio fratello di spedirmi un assegno. Un giorno l’ha presa con calma e io rimasi solo con dieci mila lire. Il padrone della camera era impaziente e diffidente ed emise il suo ultimatum. Insomma mi trovavo in una situazione a dir poco imbarazzante. Per alleggerirla un po’ sono andato a camminare per le vie del piccolo paese. Comprai un pacchetto di sigarette e con il resto feci una partita a biliardo che, tra l’altro, persi come non mi succedeva da anni. Fuori dal bar la campana della chiesa, mai notata prima, mi distolse dai miei pensieri. Con aria perplessa e incontrollata entrai piano piano: don Silvio stava preparando la messa delle sei. Facemmo due chiacchiere e lui comprese benissimo la mia situazione; “torni dopo la messa, stasera sei mio ospite …speriamo che i nostri fratelli siano tanti e generosi”. La cena era ottima con carne rigorosamente di vitello, acqua e una bottiglia di Fanta. Il tutto seguito da una piacevole discussione dove ognuno parlò bene del suo Credo. Prima di andare via don Silvio mi allungò una busta che mi ha salvato la faccia e la dignità. Ecco, le offerte ai preti e ai “diavoli” servono anche a questo, ad alleggerire la vita a certe persone. Io non l’ho mai dimenticato e ogni tanto sono indeciso tra don Silvio e Gino Strada.
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