Voi siete qui di Alessandro Robecchi (grazie a Paola Bensi)
Vorrei segnalare uno dei migliori testi satirici dell’anno, una delle cose più esilaranti che abbia letto negli ultimi tempi. Si tratta di un comunicato stampa del Comune di Firenze, datato 11 agosto 2008. Il comunicato fa il punto sul primo giorno di attuazione del nuovo regolamento di polizia urbana, una divertente girandola di trovate. Ve ne propongo alcuni stralci. Andiamo con ordine. “Alle 8 è partita l’operazione Incroci puliti: le pattuglie hanno controllato tutti gli incroci della città per verbalizzare e allontanare eventuali lavavetri, mendicanti,distributori di giornali, di volantini o venditori di cerotti e simili. Cinque i venditori di giornali multati”. Non è che l’inizio di una giornata particolare. Continua il comunicato: “Gli agenti hanno multato una residente che aveva esposto dei panni ad asciugare sulla strada”. L’escalation del decoro si fa qui imponente: “Una contravvenzione da 160 euro è stata elevata a un esercente che in via Calzaioli stava pulendo la vetrina del negozio oltre l’orario consentito”. Non un uomo, non un soldo saranno risparmiati per fare di Firenze una grande capitale morale. E nemmeno un cane, se è per questo. Continua il comunicato: “Gli agenti hanno multato un mendicante che, in piazza Dalmazia, utilizzava il proprio cane per l’accattonaggio: il cane è stato sequestrato e ricoverato presso il canile comunale”. A Firenze Umberto D. (Zavattini-De Sica) sarebbe finito dopo il primo tempo. La lotta si fa internazionale: “Gli agenti hanno multato una famiglia francese perché bivaccava in modo indecente occupando il suolo pubblico”. Il tutto senza scordare le arti e la cultura: “E’ stato multato un suonatore abusivo in via del Corso”. Il testo, ingiustamente misconosciuto nonostante sia stato inviato alle redazioni dei giornali, rivela una verve satirica straordinaria e mette di buon umore soprattutto gli elettori di sinistra che avranno così nuovi argomenti per il dibattito cittadino prossimo venturo: perché abbiamo perso a Firenze. Risposta: perché facciamo ridere i polli.
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