di Roberto Benigni
Bellissima questa legge sugli immigrati, hanno messo delle regole. Regole bellissime: devono imparare bene l’italiano, seguire le regole, rispettare la legge e pagare le tasse. Insomma, tutte quelle cose che gli italiani non vogliono più fare.
E devono lavorare per noi che neanche più questo vogliamo fare!
Per l’accanimento della guardia di finanza, che non è di oggi ma iniziò già molti anni fa, si direbbe che costoro si rifanno sugli ambulanti immigrati per compensare l’impotenza davanti a tanti evasori italici. Viva l’Italia.
Una volta mi dissero: “beati voi Veneti che siete abituati a lavorare molto, anche in tempi di crisi non avrete problemi!” I fatti dimostrarono (anche personalmente) che l’attitudine al lavoro e alle regole non salvano, quando non è la voglia che manca, ma contano di più l’intreccio affaristico e familiare. D’altra parte, sempre i Veneti, dicono (tradotto) “chi guarda il cartello, non mangia il vitello”
Ma che strano questi veneti, parlano e scrivono con la stessa sintassi ed idee: strana combinazione, come usciti dallo stesso stampo, sicuramente una casualità!
Sicuramente noi Veneti siamo dello stampo degli altri italiani e come tanti altri della penisola anche i Veneti di terraferma hanno subìto tanti sfruttatori stranieri e potenti locali, hanno patito tanta emigrazione, sono timorati di Dio nonostante tutto, sono ormai disincantati (e quindi pieni di proverbi), perchè le regole ci sono, ma non per gli amici degli amici. I “pòri cani” (lett. i poveri cani, ma nel senso di creature miti e servizievoli) sono uguali ovunque nel mondo e sono i primi ad uniformarsi alle regole (unica cosa che li potrebbe difendere).
Va beh, Bettio, allora però spiegami una cosa: com’è che da quindici anni i “poveri cani” che si uniformano alle regole eleggono un tizio che è il prototipo di quello che le regole non le segue ? Cos’è, masochismo di massa ?
Siamo in un blog, dagli spazi limitati come chi scrive. Parlavo dei pòri cani del mondo, e non dei poveri di spirito che credono di non essere “dei mona” perchè hanno “fatto su” un capannone e messo via qualche euro, magari con un po’ di nero, perchè, se no, non si va avanti. In Veneto, più che il Cavaliere, si vota Lega (tante), come una volta DC, pur con sacche di resistenza. D’altra parte da secoli in Toscana si dice “o Franza o Spagna, purché se magna” e al sud le varie mafie non comanderebbero senza un’accettazione diffusa (capisco che le sacche di resistenza sono ben più pericolose). Perchè? Forse si cerca la risposta più pronta (anche se sbagliata) ad esigenze reali. Fortunatamente i caratteri disponibili sono finiti e le regole, qui per tutti, ci salvano dallo sproloquio.
Caro Bettio, non sono nato ieri e quindi capisco benissimo il ragionamento. Però… Ecco in sintesi il mio personale pensiero: 1) non trovo giusto che a mangiare bene siano sono quelli che non osservano le regole. 2) Passare dalla DC alla Lega equivale a dire che da quelle parti interessa solo il bene del portafoglio. 3) Chi imbroglia con le quote del latte, per esempio, può anche non essere considerato un “mona”, ma certamente non fa il suo dovere verso la comunità. 4) Chi vota la Lega vota soprattutto per il Cavaliere e per i suoi interessi che, solo in minima parte coincidono con quelli dell’ingenua base leghista, mentre coincidono moltissimo con quelli della dirigenza di quel partito. 5) Se al Sud ci fosse meno fame e più sociale, avremmo minore criminalità così bene organizzata.
1)era il cuore del mio commento; 2) Non dimentichiamo la forza della CEI; 3) loro sono convinti di non essere mona (nel senso di fessi), loro. Il resto non fa una piegha, ma su questo leggerei volentieri un “ragionamento” degli amici del cavaliere…
Commenti chiusi.