da Emilio Pierini
La teoria sulla problematica del conflitto di interessi riportata da Paolo Capè non mi convince per nulla. Primo perché Capè scrive un palese falso: all’estero hanno tutti disciplinato seriamente la materia. Tutti. Secondo perché mi sembra la solita via d’uscita italiana con il solito messaggio distorto che si invia : non si può correggere in corsa un qualcosa di chiaramente sbagliato. Se tre italiani su dieci ci rimarrebbero male a vedere Berlusconi dichiarato in eleggibile, sette su dieci farebbero salti mortali. Ed in democrazia, così come nella matematica elementare, sette è un numero più alto di tre.
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