Vediamo di ragionare un po’ con freddezza e ricerca di obbiettività. Due gay vengono beccati in flagranti effusioni. Si difendono: ci stavamo baciando. I carabinieri dicono: “No, quello non si chiama bacio. Avevano i pantaloni calati. Quello si chiama sesso orale”. Chi ha ragione? Non lo sappiamo. La parola dei carabinieri contro quella dei due giovanotti. Non vorrei essere nei loro panni. La parola dei carabinieri ho l’impressione che valga di più. Ma non è questo il problema che vorrei porre, una volta ammesso che un po’ di omofobia, comunque, si sente, a prescindere dalla versione vincente. Il problema che vorrei porre è il seguente: perché tutti i giornali, tutti, hanno cominciato a dibattere se sia consentito o meno a due uomini di baciarsi in pubblico? Che cosa c’entra? E’ evidente che è legittimo che due uomini si bacino in pubblico. Ma non è questo che i carabinieri hanno contestato ai due gay. I carabinieri sostengono che i due gay stavano facendo davanti al Colosseo quello che Clinton faceva sotto la scrivania dello Studio Ovale. Il dibattito che doveva partire era quindi il seguente: è consentito fare sesso orale davanti al Colosseo? Oppure: è più credibile un gay o un carabiniere? Oppure: come si fa quando non ci sono testimoni? Oppure: se due eterosessuali avessero fatto sesso orale davanti al Colosseo, i carabinieri sarebbero intervenuti? Invece come al solito i quotidiani partono per la tangente e cominciano a discutere di ciò che non è in discussione. Ma il rigore è veramente così difficile? (csf)
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