da Gianluca Freda
Mi spiace per Massimo Mai, ma il processo psicologico che lui descrive è l’esatto contrario di quello che ho sperimentato io. Fino a 4-5 anni fa, come quasi tutti i lettori di questo blog, non dubitavo minimamente della versione ufficiale della shoah. Un giorno mi imbattei in un articolo di Faurisson. Lo lessi con attenzione, virgola per virgola, come sono solito leggere tutto ciò per cui provo diffidenza e repulsione istintiva. L’uomo aveva ottimi argomenti. La censura e la violenza nei suoi confronti fecero il resto. Paradossalmente, anche Faurisson iniziò la sua “carriera” di negazionista leggendo con lo stesso sdegno e la stessa repulsione le tesi revisioniste di Paul Rassinier. Forse la differenza tra negazionisti e tradizionalisti è semplicemente la stessa che passa tra chi ha il coraggio di leggere e chi non osa farlo.Faccio una proposta costruttiva. Facci leggere a tutti questo articolo. E poi la smettiamo (csf)
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