da Vittorio Grondona – Bologna
Io sono decisamente contrario all’anonimato e ovunque scriva non ho problemi a indicare il mio nome e cognome. E’ ormai prassi generale che ogni qual volta si voglia intervenire utilizzando servizi che solo in apparenza sono gratuiti, Google nel caso del BlogBook, oltre che dovere sciorinare una serie di dati personali, si debba anche acconsentire, quasi sempre obbligatoriamente, all’utilizzo di tali dati. Pena la non iscrizione in caso appunto di obbligatorietà al consenso. Fino a qui, pazienza… Anzi, a pensarci bene, mi pare pure opportuno per garantire un minimo di sicurezza. Quello che trovo esagerato in assoluto è però l’infinito lenzuolo di regole, fra l’altro difficoltose da leggere compiutamente senza addormentarsi, che pure si devono accettare.
Per la precisione: richiedere la registrazione per i commenti è una decisione presa qui e non da Google. Fra l’altro, mi pare, per registrare un account google non sono molte le informazioni necessarie: essenzialmente un nome e un indirizzo e-mail valido. Quanto alle regole: utilizziamo un servizio (gratuito per di più) che ha il diritto di fissare le proprie regole, alcune delle quali (o molte delle quali) comuni a tutti i siti e comprese in normative e leggi di vari stati.
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