da Alessandro Ceratti
Claudio, nel mezzo della sua lunga lettera dal Mali, butta lì questa frasetta: “Sono i ricchi che creano i poveri” e la definisce subito dopo una profonda considerazione. Io credo che invece non sia tanto profonda, perché penso che la frase giusta sia: “Sono i ricchi che fanno le statistiche sui poveri, sono loro che ne rilevano l’esistenza”. Ecco perché sembra che ci siano più poveri dove ci sono almeno un po’ di ricchi. Nessuno conosce le miserevoli condizioni di vita del bambino pigmeo che vive nel centro dell’Africa Nera, o della ragazza Yanoami nel centro dell’Amazzonia. I cui problemi non sono quelli di non avere neppure le più elementari medicine ma, letteralmente, quello di non farsi mangiare dal leopardo di turno. In un senso la frase di Claudio è vera invece: il contatto con i ricchi finisce per arricchire i poveri (seppure in misura minima) il che gli consente di essere più numerosi. In effetti Pigmei e Yanoami, proprio a causa della loro estrema povertà, non possono diventare numerosi. Le persone che possono sussistere frugando nelle discariche di una grande metropoli sono molte di più. Per forza, con tutto quel ben di Dio.
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