da Feliciano Bechelli, Lucca
Non si può dire che Berlusconi non segua una sua coerenza sul 25 aprile. Nel 1994, da Presidente del Consiglio in pectore, disertò la grande manifestazione di Milano restando ad Arcore e limitandosi a una messa privata in suffragio di tutti i morti della guerra, messa alla quale parteciparono lui e alcuni amici. Nel 2002, da Presidente del Consiglio, si limitò a una esternazione in favore di Edgardo Sogno, medaglia d’oro per la Resistenza, ma anche protagonista di un tentato golpe di destra nel 1970. Nel 2003, ancora da Presidente del Consiglio, deve curarsi la mano infortunatasi quattro mesi prima, precisando che, restando nella sua villa di Porto Rotondo, almeno può sentire al telefono i leader internazionali (cosa che se partecipasse a quelle pallosissime celebrazioni del 25 aprile, per esempio quella al Quirinale, non potrebbe fare).
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