da Antonio Leonforte, Roma
Volevo avvertire questa vivace comunità che, vista la piega degli ultimi avvenimenti (Bindi, Letta, Pannella/Bonino, ora perfino Di Pietro), ho deciso anche io di candidarmi (ma dovrei dire “non sottrarmi al dovere di”) alla segreteria del Partito Democratico. Ho molto riflettuto, ed ho concluso che se avessi atteso oltre sarebbero finiti i posti a sedere. Mi scuso infine con Pino Granata, che non avevo minimamente intenzione di offendere nel mio ultimo post (ammesso che la sua garbata reazione si riferisse a me). Spero che la leggerenza non mi costi il suo voto. Come first lady vorrei Luca di Ciaccio, a patto che accetti di farsi arrestare insieme a me davanti al Colosseo nel corso di una innovativa iniziativa di marketing politico. L’amico De Franco assessore al decoro urbano con delega al conteggio delle deiezioni canine.
da Claudio Urbani
Mi trovo d’accordo con CSF, Mele ha fatto in privato quello che non èassolutamente un reato, come già è stato accertato e quindi il pubblicoludibrio cosa centra? Sono d’accordo con Volontè sul suo concetto chenon si può legiferare su droga – ma questo sembra che non ci sia stata-e famiglia andando con prostitute. Ma Volontè non arriva un po’ tardi?Se per legiferare con coerenza chiede, o sogna?, un atteggiamento “damoglie di Cesare” come possiamo capire che paladini della famigliacattolica si ergono persone come Berlusconi e Casini divorziati? Chesiedano in parlamento dei Previti e Dell’Utri che magari legiferano sureati come corruzione, mafia e riforma della giustizia? Perché non sivara allora una bella legge che i partiti non possano candidareinquisiti o che siano immediatamente allontanati chi è condannatodefinitivamente? Penso che un comportamento alla Selva, che oltre tuttosi vantò della sua bravata pubblicamente ed ora per non essereallontanato dal suo partito per un sussulto di dignità, cambia in ForzaItalia, dove il suo leader, che si vanta campiono di principi, ne vantauno molto meno sano, quello di accogliere qualunque colpevole di reato?Solidarietà e rispetto con Mele che ha spontaneamente confessato esubito dimesso, spontaneamente!
Intervista di Guido Ruotolo per la Stampa
Onorevole, è lei il protagonista della notte tutta sesso e droga con due prostitute, nella suite dell’hotel Flora di via Veneto? «Non per come l’hanno raccontata i giornali. Se mi chiede se sono io che ho commesso una leggerezza, le rispondo di sì». La «caccia» all’onorevole è durata poco. Al primo tentativo, Cosimo Mele, deputato Udc di Carovigno, provincia di Brindisi, laureato in amministrazione aziendale e industriale, sposato con quattro figli, ammette con sofferenza. E proclama il suo stupore per il clamore della notizia. Deve ancora confessare la «scappatella» alla moglie: questione di ore, entro la notte, prima che lei legga i giornali..
Cosimo Mele è il politico che nella notte di venerdì, mentre i suoi colleghi erano impegnati in Aula a votare l’ordinamento giudiziario, è stato protagonista di questa «avventura» che poteva avere un epilogo diverso. Una delle ragazze è stata ricoverata al pronto soccorso del «San Giacomo» in stato confusionale: «Mi hanno costretta a prendere quelle pasticche…ma non ricordo perché…». Salvo poi cambiare versione: il parlamentare l’ha pagata per una notte in sua compagnia…
Allora, onorevole, come sono andati i fatti? Lei e due donne nella suite dell’hotel di Fellini? Sesso e droga?«Veramente non me ne sono neanche accorto di questa ragazza che prendeva pasticche o quant’altro. A un certo punto ha dato fuori di testa e io ho chiamato la reception: “C’è una persona che non sta bene…”. E’ arrivata poi l’ambulanza. Ma come può far notizia un fatto del genere?».
Si stupisce?«Siamo allo scempio generale. Io non ho fatto altro che andare a cena con un amico che mi ha presentato la ragazza che, siccome era tardi, è venuta a letto con me».
Le cronache parlano di due ragazze, anzi di due prostitute.«Era una. A un certo punto una sua amica l’ha raggiunta in albergo per parlarle e poi è andata via».
Insomma, è tutto un equivoco?«Faccio una riflessione a voce alta: quanti parlamentari vanno a letto con le donnine? E’ un reato, per caso? Rendere pubblico il mio nome non è mica una impresa da premio Nobel. Io non faccio notizia».
Converrà, onorevole, che lei milita in un partito, l’Udc, che dei valori della famiglia, della Chiesa ne ha fatto una bandiera…«E che i parlamentari dell’Udc non fanno l’amore? Certo che mi riconosco nei valori cristiani ma che c’entrano questi con l’andare con una prostituta? E’ una faccenda personale».
Ricorda la bufera che si è scatenata per la foto del portavoce del governo, Silvio Sircana, che parla con un transessuale?«Allora rilasciai una dichiarazione all’Ansa per dire che era una vicenda personale. No, questa storia non c’entra nulla con i valori della famiglia. Non posso non essere un buon padre, un buon marito solo perché dopo cinque, sei giorni fuori casa capita un’occasione….».
Ma la ragazza lei l’ha pagata?«Posso garantire che non mi ha chiesto nulla. Io gli ho fatto spontaneamente un regalo. Sono un uomo pubblico ed è giusto che chiarisca come sono andate le cose. Andrò in questura con il mio avvocato….».
Non ha commesso alcun reato, onorevole. Lei è un parlamentare Udc che ha firmato la proposta di rendere pubblica l’assunzione di sostanze stupefacenti da parte dei parlamentari….«Le battaglie le faccio. La droga non l’ho assunta. Il problema dei problemi è uno solo: in che Paese viviamo?».
Lo dica lei.«Ho sbagliato, ho commesso una leggerezza. Ma perché tutto questo clamore?».
Persino il garante della Privacy ammette che è giusto pubblicare notizie della vita privata di un parlamentare se questo serve a cogliere una contraddizione nell’uomo politico che il cittadino ha votato.«Non gliene frega nulla al mio elettore se io vado con una donnina. A lui interessa che io risolva i problemi del territorio».
Ma l’elettore pretende di sapere se chi lo rappresenta predica bene e razzola male.«Io predico bene e razzolo meglio».
Adesso ne parlerà con sua moglie?«Lo dovrò fare. Non so se essere più distrutto per l’aspetto familiare o per la vergogna. Mi sembra di vivere un incubo. Vorrei svegliarmi e dire che è stato tutto un brutto sogno».
da Paolo Cape’ – Milano
Pino Granata sostiene di non capire perché un ciclista che usa sostanze dopanti debba essere trattato peggio di un politico che si è (forse, ma lui dice di no) drogato in compagnia di due ragazze a pagamento. Non mi risulta che il politico in questione abbia utilizzato la sua notte brava per avere più voti dei suoi concorrenti e vincere così (con un trucco) una competizione. Credo che i nostri parlamentari (e i membri della classe dirigente in genere) siano da condannare quando barano per vincere o per fare più soldi (esattamente come i ciclisti). Non se si divertono (in modo anche discutibile).
da Vittorio Grondona – Bologna
Le censure bacchettone servono solo a colpevolizzare la dolcezza dell’amore. Ci vorrebbe più informazione e più giustizia laica sociale, questo è vero. Le effusioni in pubblico però non sono il massimo della decenza civile nemmeno per i più tolleranti. Entrando nel merito dei due ragazzi fermati dai carabinieri, io penso che se gli stessi fossero stati consapevoli di fare parte concreta di una società civile, forse non avrebbero avuto la necessità di fare imprudentemente in pubblico quello che in privato sarebbe stato considerato normale anche per loro.
da Paola Altrui, Roma
Mettiamola così: l’adulterio con annesso consumo di stupefacenti in una camera d’albergo è faccenda che attiene alla vita privata e, come tale, riguarda solo l’interessato; però è un dato di fatto che sempre più esponenti di partiti che si distinguono per la loro furia moralizzatrice si facciano cogliere in flagranza mentre disattendono i principi morali e gli stili di vita che vorrebbero imporre per legge ai cittadini. Come elettrice, la loro incoerenza non mi turba affatto: non voterei mai, comunque, per i sostenitori a oltranza della “famiglia tradizionale” o per i detrattori di qualunque battaglia di civiltà sgradita a Santa Romana Chiesa; mi aspetto, però, che da ora in poi siano rumorosamente spernacchiati in ogni occasione nella quale si permetteranno di pontificare sul primato della morale, pubblica e privata.
da Aldo Caraceto, Torino
Ciao Claudio,mi interessa ben poco se l’On. Mele frequenta ragazze diverse dalla moglie. Ciò che mifa sorridere sono le risposte che il “genio del male” ha rilasciatodurante l’ intervista comparsa su “La Stampa”; la mia preferita è :“Faccio una riflessione a voce alta: quanti parlamentari vanno a lettocon le donnine? E’ un reato, per caso?” La maggioranza dei parlamentariUDC direbbero di sì(almeno credo). Delle due l’ una: o ha sbagliatopartito o ha sbagliato camera(da letto).
da Alberto Arienti
Penso che nessuno sia entusiasta di avere un parlamentare invischiato in droga e puttane, però mi sembra che siano aspetti che fanno parte del suo privato. Lo scandalo vero è l’ipocrisia di chi predica bene e razzola male. Penso che un test sull’ipocrisia e l’incoerenza sarebbe più azzeccato.
da Pino Granata
Oddio, non so come dirlo. Temo le accuse che Freda mi lancerà e non soneanche come la prenderà CSF. Ebbene , lo confesso, vedere due uominiche si slinguano in pubblico mi da fastidio. Ma che dico, la cosa mi faleggermente schifo. Ancora di più mi darebbe fastidio vedere due uominiche fanno sesso orale in pubblico.A mia scusante devo dire che mi dannofastidio anche gli esibizionisti eterosessuali che in pieno centro diMilano simulano coiti ed altro. Ma forse oltre che omofobo sono anchesessuofobo. Povero me!
Claudio dice a Pierini che non capisce perchè il deputato Mele dovrebbe essere esposto al pubblico ludibrio. Rispnde Luca Volontè parlamentare dell’UDC, lo stesso partito di Mele: Chi si droga non può legiferare, chi è complice dello sfruttamento della prostituzione non può parlare di famiglia, figli e diritti umani. Io naturalmente sono solo in piccola parte d’accordo con Volontè, ma certo che l’episodio Mele merita un approfondito e serio dibattito. Casini aveva chiesto un test antidroga per i parlamentari. Forse è il caso di dargli un po’ retta senza fare spallucce. Non capisco perchè un ciclista che usa sostanze dopanti viene trattato come un criminale, mentre a certi potenti tutto è permesso.