VOI SIETE QUI di Alessandro Robecchi (da Paola Bensi)
Francamente non capisco. Prima si riscopre la messa in latino, poi si chiama il raduno parrocchiale contro i Dico «Family day», come se fosse una gara di barbecue in California. A parte questo, sul raduno catto-cattolico del 12 aprile si può misurare la granitica tenuta del futuro e glorioso partito democratico. La margherita vuole andare alla manifestazione contro i Dico. Una parte della margherita si oppone. Molti ds non ci andranno di sicuro. Alcuni ds nicchiano e fanno capire che ci andrebbero. Tradotto in italiano con un semplice pallottoliere, significa che nel partito democratico che ancora non c’è, già esistono almeno quattro correnti di pensiero, e questo soltanto sul tema specifico di un corteo organizzato dai vescovi. Le correnti diventano cinque se contate anche quegli esponenti del governo che le manifestazioni se le faranno tutte e due, per i Dico e contro i Dico. Questa corrente farà le sue riunioni al padiglione di psichiatria. La segreteria dei ds ritiene possibile inglobare nel futuro partito democratico anche la sua propria sinistra, Mussi e Angius, con il che le correnti diventerebbero sette. Vedete anche voi che l’idea diventa costosa. Per tenere il conto delle posizioni, delle opinioni, delle esternazioni delle varie componenti, ogni militante dovrà comprarsi un computer. Se ogni corrente vorrà farsi il suo giornale servirà un’apposita legge finanziaria. Una speciale commissione registrerà i passaggi interni da corrente a corrente. La sede dei ds sarà dotata di una porta girevole. La margherita metterà i tornelli col metal-detector. Sui principali temi etici, politici, di politica estera, di politica economica, il partito indirà doppie manifestazioni. Al comizio del partito democratico a sostegno dei Dico l’oratore dirà: il comizio è finito, ma non andatevene! Tra 5 minuti inizia il comizio del partito democratico contro i Dico! Solo 5 minuti, non si dovranno nemmeno cambiare le bandiere sul palco. Ammetterete che è una bella comodità.
da Oreste Tappi, Roma
Caro Schiavone, i Vangeli recepiscono sostanzialmente la mitopoiesi su Gesù successiva alla sua morte, che ovviamente ha utilizzato i mitemi disponibili nella cultura dell’epoca, sia ebraica sia ellenistica. Perciò la base di almeno alcuni dei dogmi cattolici meno “convincenti” sta effettivamente lì. Ma concordo senza riserve sull’idea che in Italia si dovrebbero conoscere molto di più sia la Bibbia (ebraica) sia il c.d. Nuovo Testamento, ovviamente con relative interpretazioni, come per i poemi omerici e quant’altro. Aggiungo che la chiesa cattolica ne ha vietato per secoli la traduzione nelle lingue moderne (peraltro leggendoli essa stessa nella traduzione latina e non negli originali) e li ha persino tenuti nell’Indice dei libri proibiti (fino a metà sec. XVIII), e che ancora oggi gli insegnanti di religione cattolica stipendiati (secondo me a torto) dallo stato italiano, generalmente di tutto si occupano meno che di questo.
Caro Ceratti, le cose che dico su Livio le ho imparate studiandolo, perché si dà il caso che questo sia il mio mestiere. Se vuole studiare un po’ anche lei: Livio, “Libri ab Urbe condita”, 1,4,2 e 1,16,4. Condivido la risposta che le dà Schiavone sulla supponenza dei cattolici. Di Schiavone, condivido in pieno anche quanto dice sul provincialismo linguistico italiano, mentre non condivido affatto l’uso transitivo del verbo “lottare” che fa appunto in italiano(?) la sig.ra Arena (“lottare il comunismo”).
da Alfredo Lupo, Londra
Mi unisco all’appello di Brighenti. Io sono per il risotto, maccheroni, bistecca e gelato, e tutti nello stesso piatto, per poi scegliere. Ultimamente sono bloccato da una indigestione di Ceratti che mi impedisce di scrivere. Bello un blog con Ceratti (il blog e’ bello perche’ e’ vario). Non mi interessa minimamente un blog su Ceratti e i suoi pensieri.
da Pier Franco Schiavone
Intanto noto che la signora Arena quando vuole sa dialogare con ironia; solo mi piacerebbe sapere se anche il riferimento a Saragat è ironico. In ogni caso mi arrendo, chiedo un armistizio a Santi Urso e, come si usava una volta, un suo intervento a difesa del suo mito. In fondo sono o no il fondatore del club: quelli che sono stanchi del mito dell’intelligenza di D’Alema? E poi, stamani ho letto che D’Alema ha parlato di: Governance; da quando frequenta Condoleeza non è più lui. Comunque grazie alla signora Arena per la cortese attenzione e per avermi tolto un po’ d’anni, sono un ragazzo del ’56!
da Moreno Carlini, Spoleto
Volevo solo mandare un messaggio per comunicare ai blogghisti, che CSF è passato in Umbria e ha anche trovato il tempo per recitare in un film autoprodotto (leggi: senza un soldo).Ha recitato da attore consumato, il ruolo del questore in un giallo ormai di prossima uscita.E’ stato gentile, divertente, amichevole.Siamo abituati (solo perché ce li sorbiamo in TV) a personaggi famosi, quelli che bazzicano per le isole o gli studi televisivi, un po’ meno … piacevoli.Grazie Clà.
Mi sono divertito come un matto. Ma la prossima volta voglio una parte con almeno due battute. Sapete, ci si monta la testa. (csf)
da Alessandro Ceratti
No, signora Rosati. Non sono né single né tanto meno abbandonato. Sonofelicemente sposato da anni e ho un figlio di 18 anni bravissimo ascuola. Non c’è niente da fare. Non riuscirete a incasellarmiin qualche cliché!
da Muin Masri
Sarà la fame, il desiderio di cappelletti fatti dalla nonna di Guccini o l’insegna luminosa, ma molti scambiano questo luogo in un Astoria a cinque stelle. Lo ripeto, è una palestra per l’anima e lo spirito, qui l’ultimo maestro sopravissuto a tante interviste insegna l’antica disciplina dell’“ARTICOLESSE”. La tecnica è semplice e micidiale: scrivere con una mano sola il proprio pensiero in 500 battute magari in italiano corretto. Mi sto applicando, ho imparato tante piccole cose e mi ha aperto molte porte. Fra qualche domenica, prima di andare a messa, passate dal vostro edicolante e comprate Internazionale, troverete un angolino del discepolo extracomunitario di CSF.
da Mauro della Porta Raffo
Oggettivamente, non è forse il buon Henry John Woodcock il migliore tra tutti i possibili agenti pubblicitari? E’ lui, infatti, che, convocando in tribunale persone assolutamente ignote ai più, le rende improvvisamente famosissime!
Dal profondo dell’archivio emerge anche uno Sgarbi d’annata. Mi rendo conto ormai di aver intervistato tutta la famiglia, la mamma, la sorella, la fidanzata. Sono diventato uno sgarbologo o uno sgarbomane? (csf)