da Nico de Santis, Roma
La storia del cane marittimo eoliano ricorda molto quella di un altrocane, questa volta ferroviere, Lampo, protagonista di una classicalettura delle scuole medie (che a me, ovviamente non hanno fatto fare)ad opera di Elvio Barlettani, il ferroviere della stazione di CampigliaMarittima, in Maremma, che ne cantò le gesta.Il buon Lampo, come il protagonista della storia eoliana, avevaimparato orari e coincidenze alla perfezione tanto che, partito lamattina da Campiglia, tornava a sera dopo aver girovagato per tutto ilcompartimento di Firenze, spesso spingendosi anche oltre: i ferrovieriin servizio alla stazione maremmana, vedendolo mancare da più di ungiorno, si informavano telefonicamente con i colleghi dei compartimentilimitrofi.E fu proprio un treno a segnare il destino di Lampo: non ricordo se fuuna manovra di un merci inattesa o un diretto in ritardo (…) a trovarsisulla traiettoria del cane che attraversava i binari, senza lasciargliscampo.Il personale della stazione toscana tempo fa fece erigere a propriespese anche un monumento, che si trova tutt’oggi al primo binario; lachiosa del capostazione di Campiglia, da me interpellato propriosull’inattesa statua, fu toscanamente eloquentissima: “Che vuole, cisono cani–ferrovieri e… ferrovieri cani!”
da Giuseppe Moncada
Ho letto con interesse la storia dei cani di Salina e la storia di Stefano Malatesta. Vi voglio raccontare la storia di un cane della mia città. Si chiama ” Gaetano” anche lui sale sul pulman inter urbano , fra due cittadine a distanza di tre chilometri l’una. Spesso la domenica va in chiesa si siede ed in silenzio ascolta la messa dfin quando decide di restare.Gira per il paese e nessuno lo disturba. Sarebbe bello se anche per noi cittadini si potessro verificare le suddette circostanze di libertà
da Pier Franco Schiavone
Barbara Palombelli, giornalista (donna e mamma), ha firmato col TG5. Bene, mica è solo la moglie di.., è prima di tutto una donna (e una mamma) che fa la giornalista. Un giornalista (donna e mamma) in un Paese libero, può fare quello che vuole. Che c’entra se il TG5 è di proprietà del capo dell’opposizione? Berlusca non interferisce nelle scelte editoriali in casa sua (Montanelli, e il più innocuo Mentana, se ne andarono per dirigere l’ufficio stampa del Rotary). L’ha ammesso anche Sant’Oro che in Mediaset era libero. Il TG5 di quel gran giornalista che è Rossella, fa informazione liberissima, dopo aver attaccato la sinistra c’è sempre un servizio sulla Real Casa Inglese o sullo shopping negli Champs Elysees. La giornalista Palombelli (donna e mamma) è bella, sexy, brava, ammirata da Cossiga, sa tutto su Cogne ed è anche gossippata star di Dagospia, come si puó buttare alle ortiche tanto ben di dio? Pensavate che avesse rinunciato alla RAI per discrezione, perché moglie di..? Tzè! Insomma, va bene così, lo dico prima che a dirlo sia chiunque voglia correre in soccorso di un’indifesa e gentile signora che ha diritto a fare carriera in quanto giornalista (donna e mamma).
“Luciano Lutring, il solista del mitra: oggi vive a Masino Visconti in un bilocale panoramico sul Lago Maggiore intasato dai suoi quadri. Aveva un sacco di anni di galera da scontare ma la doppia grazia, prima Pompidou e poi Leone, per meriti artistici, lo ha restituito 30 anni fa alla vita civile. Onesto. Dipinge, scrive libri, ricorda. Quella volta che il suo complice per la paura se la fece sotto, che puzza. Quella volta che la moglie gli disse: «Bella quella pelliccia di ermellino», e lui spaccò la vetrina e rubò la pelliccia. «Le banche non sono più quelle di una volta. Adesso mi fanno fare la fila. Una volta mi servivano subito». «Io e Cuccia lavoravamo nello stesso settore, le banche». È un fiume di parole Luciano Lutring. Un po’ italiano, un po’ milanese. E di intercalari. Sì o no? Comprendi quello che voglio dire? Comprendo e lo lascio parlare. Fare domande con Lutring è inutile.”
Sul Magazine del Corriere della sera, oggi, e sul sito. (csf)
PS: Attenzione il sito delle Interviste ha cambiato indirizzo. Ricordatevi di aggiornare i vostri Preferiti.
da Paola Lantieri, Palermo
Non vorrei esser presuntuosa, e umilmente mi accingo a scrivere sperando di ottemperare a tutti i giusti dettami del nostro. Granitari? Cazzeggiari? Staccare la spina? Spina staccata, a Vulcano, il telefono (quello normale intendo, il fisso) non arriva, il telefonino di qualsivoglia compagnia non prende, si fanno 30 chilometri tra andata e ritorno solo per prendere il pacco dei giornali, ovviamente in macchina, perfino i cani vulcanari non ce la fanno ad arrivare da me, restano a pascolare al portolevante assieme ai granitari-cazzeggiari. Purtroppo non sono sufficientemente importante da meritare un’intercettazione, sarebbe l’unico modo per riuscire ad avere il telefono e quindi uno straccio di banda di qualsiasi tipo per il computer, per il resto concordo pienamente con Francesco Cappello. Vivici e lavoraci nell’isola, e poi mi sai dire – e qui ci vorrebbero i puntini proibiti. P.S. Informo i Salinari che i veri salinari e in generale gli abitanti delle piccole isole per andare su e giuù usavano sempre asini e muli, l’arrampicata e piedi è tipica dei granitari-cazzeggiari, gli altri, se è il caso, usano la macchina.
Cara Paola, ma tu vivi a Palermo o a Vulcano? Come fai a fare 30 km a Vulcano? Sei sicura che i telefonini non prendono? Che cani frequenti? Dove sono i muli? Se hai tutti questi problemi perché vai a Vulcano e non vieni a Salina? (csf)
da Virgilio Mancini
A mio avviso bene ha fatto Napolitano a depositare una corona di fiori sulla tomba di Nagy, non è mai troppo tardi per pentirsi di un errore o di una valutazione sbagliata. Spesso le peggiori nefandezze sono state giustificate in nome dell’ideologia o del calcolo politico. E’ così anche nel mondo unipolare di oggi, infatti, nonostante ormai sia sotto gli occhi di tutti, c’è ancora qualcuno che non vuole ammettere che l’invasione dell’Iraq sia stata uno sbaglio di proporzioni enormi. Esattamente come durante gli anni della Guerra Fredda, chi ha gli occhi foderati dalla faziosità ideologica avalla le bestialità di Bush e della sua amministrazione che per ora sono riusciti a fare solo danni; mi auguro tuttavia che anche loro, prima o poi, abbiano la stessa onestà che ha avuto Napolitano nel riconoscere gli sbagli commessi.
da Paolo Beretta
Napolitano ci ha messo trent’anni per capire di avere sbagliato sull’Ungheria. Il Papa ce ne ha messi 350 per capire di avere sbagliato su Galilei. Alcuni nel centro destra ci hanno messo 60 anni per capire di aver sbagliato sul fascismo. Altri, sempre nel centro destra, ancora non l’hanno capito. In fondo, non mi sembra che Napolitano sia messo poi così male.
Sig. Trono, per Via Riotta ci sto anch’io.
da Isabella Garini Caro CSF, ora è stagione di tempeste. Meglio non sfidarle e tornare a casa, come è tradizione e lasciare ai burocrati del turismo le vacanze atipiche.
da Carlo Pizzini,Torino
Volevo ringraziare il Sig Massimo Bolchi per le precisazioni sulla “cosiddetta” Tassa sul lusso. A mia parziale discolpa cito le fonti da cui ho tratto le cifre (però riferite a Gennaio 2006 prima approvazione della sopra citata legge): http://www.reggiocase.it/espandinews.php?id=549¬izie=1&PHPSESSID=9d91f54477eca0fb329faf45203e94fe http://www.miaeconomia.it/retrieval/home/articolo.aspx?idchannel=7&idcategory=38&idarticle=81975&can=CASAHo anche trovato altre fonti che sono aggiornate alla successiva promulgazione della legge del 11 Maggio 2006: http://www.canisciolti.info/modules.php?name=News&file=article&sid=9350 http://www.altalex.com/index.php?idnot=34200 Insomma hanno fatto lo sconto. Premesso questo faccio gentilmente notare che non cambia affatto il senso del mio intervento. La “Tassa sul lusso” non tassa solo il lusso, anzi leggo che l’80% delle abitazioni interessate sono entro i 60 mq. Che e’ applicata ai soli NON residenti (a dubbio costituzionalità) e decenza visto che sono i NON elettori. Che non e’ affatto come dice Soru “ridicola” o “bassissima”. E che sono stufo di essere paragonato a Berlusconi o Briatore. Che e’ stata giustificata come “Ambientalista” o “per non fare pagare i disoccupati”e per difendere i “Sardi” strizzando l’occhio agli indipendentisti e al molto sentito “Orgoglio Sardo”… e altre ipocrite false coperture.