da Fausto Cerulli
Ho letto la replica di un signore che si cela dietro lo pseudonimo “Il Picchio” al mio ricordo di avvocato di Craxi. Il Picchio ritiene che la vicenda Metroroma, che vide il proscioglimento dei soli imputati Fiat ( Romiti e Mattioli) vada vista in un contesto più ampio. Purtroppo Il Picchio, dopo tanta premessa, si lascia andare a considerazioni alquanto marginali, parla di socialisti poveri che per dventare socialisti ricchi fanno la spia, la piccola spia. Può anche darsi, ma non mi sembra giusto tirate in ballo sempre le pedine, per lasciare la scacchiera ai re ed ai loro cavalli ed alfieri. Il problema era un altro, e lo ricorda Misiani ( che fu P.M. del processo Metroroma ) nel suo mai abbastanza letto e meditato “La toga rossa”. “ Ebbi l’impressione- scrive Misiani- che Milano si fosse voluta disfare del processo”. E aggiunge:” Mi era difficile capire perché, dopo aver violato il santuario, si erano fermati a metà strada, omettendo di iscrivere nel registro degli indagati Cesare Romiti”. La Procura di Milano, come si vede, aveva le sue vittime esclusive: Romiti non rientrava Nel disegno distruttivo ( magari anche giustamente distruttivo ) solo perché, adesso lo sappiamo,la Fiat era protetta da Botteghe Oscure. Tanto è vero, e Misiani lo canta chiaro nel suo libro, che i suoi guai di carriera cominciarono proprio con quel processo ANCHE contro la Fiat. Che i magistrati milanesi dirottarono velocemente ad altri lidi.
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