da Carla Bergamo
O, signore, adesso vogliamo rimandare a lavorare i ragazzi a 15 anni. Nonostante lo sappiano anche i sassi, che l’educazione scolastica in Italia è tra le più scarse in Europa e che solamente la metà (circa) di quelli che entrano all’università si laureano. Continuamo a incentivare mano d’opera invece che cervelli. Ah, che tristezza. Poi andremo in pensione a 70 anni, come se ci fosse qualche azienda che assume un sessantenne. È sempre più deprimente.
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