da Paola Altrui
Anch’io, caro Rocchino, sarei disposta a sottoscrivere la tua petizione; ma ha ragione Brighenti: non servirebbe a nulla. Non credo che l’ineleggibilità di Berlusconi sia sfuggita a chi avrebbe dovuto rilevarla e trarne le conseguenze; semplicemente, si è scelto di ignorarla. Questo la dice lunga su un certo modo di concepire la politica all’interno di entrambi gli schieramenti: all’insegna di un malinteso fair-play, in base al quale sarebbe antidemocratico precludere la competizione all’avversario (anche perché gli si consegnerebbe la patente di vittima agli occhi dell’elettorato), si può sorvolare su qualche misero “cavillo”, confidando ovviamente nella reciprocità. Di fatto, obblighi e divieti sanciti dalla legge vengono degradati a mere ragioni di opportunità politica, come tali liberamente interpretabili ed eludibili: non mi pare che ciò scandalizzi più di tanto gli elettori, come dimostrano i consensi tuttora riscossi da personaggi che, in un Paese serio, sarebbero stati rispediti a casa senza passare dal via.
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