da Federica Pirrone, Milano
Sarà perché ho già visto Berlusconi al governo e il mostro, l’ho imparato da piccola, dopo un po’ non fa più paura. Sarà per l’effetto sorpresa, ché tale era l’attenzione sull’uomo nero da non accorgermi che i leghisti stavano prendendo piede intorno a me. I leghisti, quelli che si sposano con le corna in testa. Quelli che giurano sul sacro suolo di Pontida, che fanno le ronde antistraniero, che chiedono meno Stato e intanto sputano sul tricolore. Del resto, quelli che rappresentano gli interessi di una particolare regione, la padania, e poi entrano al Senato coi voti di Lampedusa, prossima a diventare la Bergamo di sottoilmare. Il feudalesimo berlusconiano si arma dei carri da guerra milanesi; è sempre medioevo, ma ancora più buio. Sul sito ufficiale della Lega si cita una frase di Wilde. A me ne viene in mente un’altra: “E’ un vero peccato che noi teniamo conto delle lezioni della vita solo quando non ci servono più a niente.”
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