da Pier Franco Schiavone
Senz’ironia. Un’infiltrata di Berlusconi nella TV pubblica è accidentalmente scoperta ed è sospesa dal servizio; lei fa la vittima, difesa da Vespa, ma tant’è, quando si accerteranno i fatti, andrà licenziata (anche se poi la assumerà di nuovo Berlusconi). Fini e Casini rompono col Berlusca e ora devono sorbirsi gli attacchi di Tartarino, finalmente, una volta tanto tocca a loro. Eia Eia Trallallà Santanché litiga col suo vecchio mentore, La Russa, e arriva anche a dire che l’Unità è un glorioso giornale, perché, probabilmente, dovrà raccattare la pubblicità in quanto socia degli Angelucci al 50% in una concessionaria di pubblicità e gli Angelucci forse compreranno l’Unità. Vedremo molto meno Giovanardi in TV, ora che è entrato in Forza Italia dovrà concorrere con una caterva di presenzialisti; la mia bile zampilla di felicità. Del Noce è costretto a ricorrere alla cura Celentano e si vede rifilare un sermone pro-Prodi, in attesa di Benigni. I Diniani (cioè Dini) e PRC vorrebbero ribaltare Prodi come una Duna (Fiat) ma non possono sennò gli Italiani li scannano e fanno finta di vincere epiche battaglie o s’incazzano come tori nell’arena. Che soddisfazione!
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