da Paola Altrui
Ieri sera, tornando a casa a piedi causa paralisi della circolazione nel centro di Roma, facevo le seguenti considerazioni. Cosa accadrebbe se migliaia di dipendenti pubblici, per protestare contro il mancato rinnovo del contratto, improvvisassero un sit-in davanti alle sedi dei rispettivi uffici? La risposta è semplice: dopo un primo tentativo di mediazione con i manifestanti, si autorizzerebbe l’intervento delle Forze dell’ordine per operare la loro rimozione fisica dalla sede stradale. Qui ci troviamo in presenza di una categoria che si oppone a qualunque tentativo di miglioramento o ampliamento del servizio perché teme di perdere i propri privilegi, e che si ritiene impunemente autorizzata ad interrompere un servizio di pubblica utilità, ad invadere il centro storico della città e ad impedire la libera circolazione dei cittadini; eppure, i tentativi di mediazione proseguono ad oltranza. E’ giusto continuare a negoziare con chi viola deliberatamente la legge, commettendo illeciti amministrativi e penali? Esistono categorie di lavoratori cui è consentito il ricorso a forme di rivendicazione precluse agli altri? Se la risposta è no, qualcuno dovrebbe intervenire con la fermezza e l’intransigenza che certe situazioni richiedono.
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