vi parla Silvia Palombi
Dal 5 settembre sto appollaiata dietro a un finestrone di Tribeca, la mia casa editrice ha avuto un mese di fuoco. Sono 10 anni che siamo nelle librerie americane e un anno che abbiamno aperto un ufficio a New York e tra inaugurazioni, festeggiamenti ed eventi tutto il gotha dell’arte contemporanea ci e’ stato vicino a farci i complimenti con grande considerazione, naturalezza e rispetto. Io e il mio capo facciamo questo lavoro da 30 anni e in Italia stiamo ancora aspettando. L’ufficio e’ a 5 minuti da dov’erano le Twin Towers e li’ nel buco c’e’ sempre qualcuno che chiede truth now! la vita corre veloce a NYC e lunedi’ torno alle beghe patrie che da qua sembrano piccole come formiche, leggo che Cofferati blocca il lavori della moschea, che Mastella piglia un aereo per il Gran Premio. Qui gli farebbero un culo cosi’. Chi mi conosce sa che non sono innamorata dell’America ma il grande rispetto per il lavoro e l’entusiasmo per i progetti portati a termine rende questo un grande paese davvero. Meno male che alle porte c’e’ frazione Masetti che mi aspetta.
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