da Vittorio Grondona – Bologna
Non sono assolutamente d’accordo con Luca Ricolfi. I deboli non sono cambiati. L’unica differenza rispetto al passato è che oggi sono ancora più deboli. I cinquantenni non sono privilegiati, ma cercano, spesso invano, di mantenere quei pochi diritti che hanno conquistato con lotte e sudore. Sono le leggi asociali che hanno creato i precari e in prospettiva riducono drasticamente la previdenza per le nuove generazioni. I disoccupati sono una preoccupazione dello Stato che ha il compito costituzionale di inoltrare i giovani nel mondo del lavoro nel modo più semplice. Invece consente la delocalizzazione delle grandi imprese lasciando ai nostri figli la tristezza di saltuari lavoretti nel call center. I Sindacati per istituzione proteggono i loro iscritti, tenendo conto per quanto fosse possibile del contesto sociale. Da sempre i figli di papà ce la fanno senza problemi in ogni settore. La causa principale della microcriminalità è la miseria in cui molte persone sono costrette a tirare a campare. Per questo è necessario rischiare, per esempio, tollerando di più i lavavetri piuttosto che accettare al loro posto il proliferare dei ladruncoli. Infine, chi è che paga per l’immigrazione clandestina destinata al lavoro nero ed alla criminalità?
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