da Pier Franco Schiavone
Pensi che si possa ristabilire una presunta verità grattando le pareti di Auschwitz? Premesso che non sarebbero pochi nemmeno 100.000 morti, il problema è il razzismo, cioè l’idea che basta appartenere ad una cultura o ad un’etnia per meritare la morte. Lo capite o no? È di questo che stiamo parlando non delle sciocchezze di Freda che non meriterebbe (su questo tema naturalmente) attenzione se non facesse il trombone dei negazionisti, cioè neonazisti, accademici falliti o antisemiti alla Ahmadinejad che vorrebbero dimostrare che non c’è stato genocidio, nemmeno tentato, ma solo una serie di omicidi dovuti alla guerra e sfruttati dai giudei per celare le loro intenzioni di dominio del mondo. La ricerca alla Freda (che non legge la storia ma i documenti di casa sua) si fa studiando la chimica delle pareti oppure elaborando teorie astratte, mentre testimoni, reperti dei cadaveri, documenti scritti, filmati delle mattanze, fotografie, sentenze di tribunali, la Endlösung der Judenfrage (la soluzione finale) decisa il 20 gennaio del 1942 dai nazisti, il Mein Kampf, il nazismo magico, Comte, Sorel, Heidegger ecc. sono tutti inattendibili o irrilevanti. Con questo criterio antiscientifico, si può affermare qualunque cosa, per questo non bisogna dar tregua a questi campioni di seghe mentali.
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