da Paola Altrui, Roma
Caro Arienti, castrare il proprio marito per punirlo è notoriamente controproducente. Il “sì” o il “no” rispetto a un quesito referendario dovrebbe dipendere dalla plausibilità dei suoi contenuti, non dall’identità (o dagli intenti reconditi) dei suoi promotori e firmatari. Personalmente, condivido lo spirito del referendum in materia elettorale ed apporrò la mia firma a favore della sua indizione; ma sono la prima a sperare che il mio sforzo sia vanificato dalla tempestiva approvazione di una legge seria e ampiamente condivisa.
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