E’ finito il festival del Giornalismo di Perugia, evento che mi ha tenuto un po’ lontano dal blog. Sono stati cinque giorni molto intensi in cui ho visto gente interessante, intervistato gente famosa, contribuito a stimolare riflessioni sul nostro ruolo, e inventato una nuova formula, la rassegna stampa dissacrante.Cominciamo da quest’ultima cosa, un’idea che ha trovato facile sponda in Arianna, l’ideatrice e organizzatrice del Festival e pronta risposta negli amici di Caterpillar e Catersport. Il principio ispiratore era questo: le rassegne stampa sono noiose e seriose. Sono condotte generalmente da giornalisti talmente presi dal loro ruolo che non si accorgono delle sciocchezze che sono costretti a leggere e delle contraddizioni che attraversano senza distinzione di importanza e di colore politico i quotidiani italiani. Così, insieme a Giorgio Lauro, Filippo Solibello, Massimo Cirri e Marco Ardemagni tutte le mattine alle 10 abbiamo letto i quotidiani a un gruppo sempre più folto di appassionati che venivano a sentirci (c’è il sospetto naturalmente che venissero soprattutto a scroccare il cappuccino e la brioche che l’organizzazione offriva gratis nel miglior albergo di Perugia, il Brufani, ma concediamo la buona fede). Ci siamo divertiti un mondo e a giudicare dalle risate e dagli applausi non siamo stati gli unici a divertirsi. C’era anche uno dei nostri più assidui lobbisti, Oreste Tappi. Mi piacerebbe che anche lui ci dicesse qualcosa, l’impressione che gli ha fatto questa rassegna e, già che c’è, che cosa ne pensa di questo Festival. (csf)
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