da Primo Casalini, Monza
“Non ridere, non lugere, neque detestari, sed intelligere”, così Spinoza. Credevo che il non avere utilizzato il grande patrimonio di dati delle primarie fosse una losca astuzia, ma non è così e l’ho capito sul campo, non me lo sono sognato di notte. Ricordate? Abbiamo fornito i nostri nomi, gli indirizzi, il numero di telefono, le e-mail, ed abbiamo anche pagato dei soldi. Qualcuno ha visto un ritorno, fosse pure un grazie che non si nega a nessuno? Niente, ed io avevo capito che intendessero evitare di ampliare il giro, giocando sempre all’interno della autoreferenzialità. Che ci trattassero da parco buoi, cosa brutta, ma la realtà è peggiore. E’ che non si rendono conto di ciò che un ragazzo di vent’anni sa dopo sei mesi di lavoro, cioè che un data base del genere è un patrimonio aziendale da utilizzare con rapidità ed efficacia, finalizzandolo a precisi obiettivi. (…) I dati che noi abbiamo fornito dormono in armadi sparsi qua e là o si impolverano poggiati sul pavimento e nessuno ha pensato di immetterli in un PC. Hanno altro a cui pensare, chissà cos’è. (…)
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