da Claudio Urbani, Roma
La cucina è cultura, in ogni popolo. Recetemente mi è capitato di leggere un libretto, il cui autore è Mario Niola, antropologo dell’alimentazione. Materia che insegna in un paio di università. In maniera molto semplice e chiara, spiega come nei secoli e nelle diverese culture si siano sviluppato l’uso di mangiare certi alimenti, soprattutto animale, il loro modo di cucinarli. Ad esempio spiega come da noi le anguille siano un cibo prelibato e ricercato mentre nei paesi del nord europa siano assolutamente bandite da ogni menù; così come la carne di cavallo, da noi un tempo molto in voga, ora se ne fa uso per una prelibata bresaola, sia assolutamente bandita altrove. Ultima curiosità: in certe culture le fave venivano considerate carne e non vegetali. Son d’accorso con chi considera l’allontanamento del bravo Bigazzi un becero buonismo, pari a quello che negli anni ’60 faceva mettere i mutandono alle ballerine…
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