da Paolo Beretta
Trovo quantomeno singolari un paio di affermazioni fatte finora sull’essere ebreo. Prima Caleca ci dice che si è ebrei “perché ci si identifica con una storia e con un popolo, partendo da un fatto assolutamente casuale: essere nati in una famiglia che la pensa così”, poi Ceratti (cavolo, ci vuole tanto a scrivere correttamente il mio nome ?) ci racconta che “Uno ebreo ci nasce, e non ci può diventare”. Ma dove ? Ma chi l’ha detto ? L’ebraismo è una religione, punto. Mi sembra che ci siano anche convertiti che hanno tutto il titolo per chiamarsi ebrei. Il fatto che ce ne siano pochi è perché la religione ebraica non prevede attività di proselitismo, ma lasciamo perdere l’equazione nato in famiglia ebraica uguale ebreo, altrimenti rischiamo ancora di parlare di razza ebraica. L’ebraismo, come il cattolicesimo o l’islam, non è né razza né stirpe. Preferisco definirla una civiltà, una cultura, una fede. E non ci si deve per forza nascere.
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