da Gianni Guasto
Su Welby se ne sono sentite d’ogni genere: parole dense di umanità, parole stupide, sagge, arzigoglate in punta di diritto, o cinicamente attente alla convenienza di bottega dei prossimi cinque minuti. Inutile fare i nomi. Ed inutile tentare di arrivare ad un punto fermo qualsiasi, perché la posta é troppo alta. E allora lasciatemi dire la mia, una tra le tante.Welby non aveva neanche la libertà di suicidarsi. Ad ognuno di noi questa libertà é concessa, con buona pace di Papi e leggi penali. Ad ognuno di noi é consentito sparire un attimo, in modo da non infastidire nè coinvolgere nessuno, e farla finita. A Welby, prigioniero del suo sarcofago di carne ossa muscoli e nervi demielinizzati, restavano solo gli occhi per comunicare, e tra pochissimo anche quella tenue linea telefonica con il mondo si sarebbe obliterata. Ha scelto di finire. Sia fatta la sua volontà.
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