da Giorgio Trono
Sulla commistione tra giustizia e politica si è detto tanto. Da unlato la politica che cerca di controllare la giustizia, dall’altro igiudici che con le loro indagini spesso e volentieri suppliscono allapolitica e che ancora più spesso decidono di intraprendere lacarriera di parlamentare. Come tagliare questo intreccio di interessie far sì che politici e giudici stiano ognuno al proprio posto? Ilcolpo di genio l’ha avuto il buon Clemente da Ceppaloni che haproposto di consentire l’accesso al concorso in magistratura non soloai laureati in legge che dopo si siano diplomati alla scuola dispecializzazione, non solo agli avvocati con due anni di esperienzama anche a coloro che dopo aver preso la laurea in giurisprudenzaabbiano ricoperto la carica di deputato o senatore! Carica che,notoriamente, consente di frequentare spesso le aule di tribunale. Aquesto punto il mio sogno è che il dottore in giurisprudenza SilvioBerlusconi provi a diventare il primo giudice non antropologicamentediverso.
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