da Lorenzo Trapani, Londra Ringrazio Beretta, e mi scuso per aver menato troppo forte. Il suo post e’ assolutamente corretto (non sempre chiarissimo, secondo me). Vuole il diritto a criticare Israele? Anch’io, ma non abbiamo bisogno di volerlo; ce l’abbiamo gia’ (esiste anche in Israele), assieme alla possibilita’ di essere contestati – qualche volta cio’ avviene in maniera insultante; se lei e’ mai stato accusato di antisemitismo ha la mia solidarieta’, per quel poco che vale. Non e’ pero’ un dettaglio la differenza tra critica ed odio aprioristico e disinformato, e mi permetto di essere convinto che lei sia d’accordo. Ho citato qualche esempio di sionismo, per sostenere il quale non e’ peraltro necessario essere di religione ebraica (esempio: io). Senza perfidia, credo che anche squadernare l’album di famiglia dell’antisionismo possa essere utile: ad esempio per distinguere la critica dall’odio. L’assassino di Rabin (antisionista) non ha esercitato una semplice critica; il mio ben piu’ dotato collega Ariel Rubinstein, ad esempio, lo fa con indiscutibile profondita’. Io sono sicuro che Beretta eserciti delle critiche non banali, che vorrei conoscere nel merito (non scherzo: mi arricchirebbe). E’ avvilente che qualche anno fa, a Milano, gente che si definisce di sinistra abbia scadito (c’ero) “sionisti nei forni”. Sono posizioni infantili e minoritarie; mi mortificano non per il cattivo auspicio, ma perche’ anch’io sono di sinistra, come Beretta, e certe cose “a casa mia” non le vorrei sentire e le contesto.
Nessun commento.
Commenti chiusi.