da Giorgio Guiotto
Ci riconoscete? Siamo le pecore del ghetto, Tosate per mille anni, rassegnate all’offesa. Siamo i sarti, i copisti ed i cantori Appassiti nell’ombra della Croce. Ora abbiamo imparato i sentieri della foresta, Abbiamo imparato a sparare, e colpiamo diritto. Se non sono io per me, chi sarà per me? Se non cosi, come? E se non ora, quando? I nostri fratelli sono saliti al cielo Per i camini di Sobibór e di Treblinka, Si sono scavati una tomba nell’aria. Solo noi pochi siamo sopravvissuti Per l’onore del nostro popolo sommerso Per la vendetta e la testimonianza. Se non sono io per me, chi sarà per me? Se non cosi, come? E se non ora, quando? Siamo i figli di Davide e gli ostinati di Massada. Ognuno di noi porta in tasca la pietra Che ha frantumato la fronte di Golia. Fratelli, via dall’Europa delle tombe: Saliamo insieme verso la terra Dove saremo uomini fra gli altri uomini. Se non sono io per me, chi sarà per me? Se non cosi, come? E se non ora, quando?
Ci riconoscete? Siamo le pecore del ghetto,
Tosate per mille anni, rassegnate all’offesa.
Siamo i sarti, i copisti ed i cantori
Appassiti nell’ombra della Croce.
Ora abbiamo imparato i sentieri della foresta,
Abbiamo imparato a sparare, e colpiamo diritto.
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non cosi, come? E se non ora, quando?
I nostri fratelli sono saliti al cielo
Per i camini di Sobibór e di Treblinka,
Si sono scavati una tomba nell’aria.
Solo noi pochi siamo sopravvissuti
Per l’onore del nostro popolo sommerso
Per la vendetta e la testimonianza.
Siamo i figli di Davide e gli ostinati di Massada.
Ognuno di noi porta in tasca la pietra
Che ha frantumato la fronte di Golia.
Fratelli, via dall’Europa delle tombe:
Saliamo insieme verso la terra
Dove saremo uomini fra gli altri uomini.
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