da Primo Casalini, Monza
“Porta a Porta non sposta un voto”, così ha asserito Vespa da Ferrara, facendomi strabuzzare gli occhi e riflettere. E’ Fede che non sposta un voto (semmai tiene quelli che ha già), è Socci che non sposta un voto (semmai ne perde qualcuno che aveva, Socci è un naif), al limite Santoro di voti ne spostava pochi, ma Vespa sì che li sposta, proprio col fare il finto notaio – stavo per dire il finto tonto – che però inquadra Tremonti che dice di no colla testa, che lascia che La Russa interrompa quando gli pare, che sceglie i titoli come un cartaro, le scrivanie di ciliegio, i monsignori e i disobbedienti – più assatanati sono meglio è – che attizza la zuffa per far meglio il paciere, anzi il paciaro, che scrive lettere a destra ed a manca per riaffermare la sua panoramica equivicinanza. Finché ci sarà gente che crederà che Vespa non sposta un voto, continuerà a spostarli, facendo trasmissioni di gossip e di trash quando Berlusconi è in difficoltà, ma pronto a srotolargli il tappeto rosso – pardon, azzurro – al momento giusto, vedrete fa un po’. E Dante parlava di cappe dorate che dentro son di piombo: una roba così. Ho ammirato Cofferati che persino nella sera della vittoria si è rifiutato a Vespa, a differenza di quasi tutti gli altri.
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