da Peter Freeman
Mai fidarsi delle indiscrezioni giornalistiche. Però alle volte sono gustose. Domenica, su Repubblica, nella pagina dedicata alle pallosissime vicende del Triciclo, leggo dei boatos sulle liste “civiche” per le prossime elezioni regionali. Nel Lazio, riferisce il quotidiano, la Lista Storace candiderebbe una manciata di vip, tra i quali Klaus Davi.Klaus Davi sapete chi è. E se non lo sapete, date un’occhiata al suo sito internet (www.klausdavi.com), che è un vero spasso.Comunque Klaus Davi è un “massmediologo”. Klaus Davi (d’ora in avanti KD) ha una “mission”, la comunicazione d’impresa, qualsiasi cosa voglia dire.KD si occupa di “fashion” e di “implementazione della brand awareness”.KD maneggia gli “stakeholder”, se la fa con il “reputation management”, l'”image building”, il “brand reputation” e il “trendsetter” (non è un cane).Inoltre, KD pratica, con reciproca soddisfazione, il “below the line” e il “collateral”. Lo dice lui, sul suo sito (in lingua italiana), e se lo dice lui io gli credo. Non sapete che cosa sia il “below the line”? Affari vostri. Neppure io lo so, però fa fico.Dunque KD fa un sacco di cose e le fa bene, almeno a scorrere l’elenco dei suoi clienti: prosciutto di San Daniele, FIAT varie, Parasuco jeans, la RAI, la Regione Lazio (ah, ecco…), Wonderbra, eccetera eccetera.KD ha anche scritto un libro, “Dì qualcosa di sinistra”, provvido di buoni consigli del tipo “non parlate male del vostro avversario”.Infine, tra i clienti di Klaus Davi ci sono i Democratici di sinistra. Non le sezioni di base ma il segretario nazionale e il suo staff. Anche a loro, tanti buoni consigli, e infatti ce ne siamo accorti.Leggo dunque le anticipazioni, vere o false, di Repubblica e mi scappa da ridere. Da tempo avevo in mente di mettere su una rubrica intitolata “Chi è Klaus Davi e perché parlo male di lui”. Adesso che faccio? Niente. KD pare se lo porti via Storace, così come Paride rapì la bella Elena a Menelao, ed io resto qui, con un palmo di naso.Però, mi chiedo, che cosa gli avrà mai suggerito, il Nostro, a Piero Fassino. Quali sofisticate strategie comunicative gli avrà insufflato nel segreto delle stanze del botteghino. E come avrà reagito, il segretario, apprendendo che KD se ne va con Storace? Magari avrà fatto buon viso a cattivo gioco. Oppure gli avrà proposto una collaborazione “attenuata” (collateral). O si sarà esibito in una scenata di gelosia – non credo: la gelosia non è fashion ed è poco below the line.Un amico, dopo aver letto la notizia, mi ha fatto una telefonata di sfogo: ecco, lo vedi, il solito doppiogiochista. Ti sbagli, gli ho detto: questo è il mercato. Sì, ma se uno può consigliare sia la destra che la sinistra, che cazzo di consigli dà? Gli ho spiegato che i buoni consigli non sono di destra né di sinistra: per definizione sono moderati e quindi non servono a nulla. E’ come consigliare a un pedone di stare al centro della carreggiata: verrà arrotato dai veicoli che provengono da entrambi i sensi di marcia. Figurarsi in politica. E poi, scusa, se tu fossi un leader politico, ti faresti consigliare da uno che sul suo sito web si esprime in quel modo? Io no, mi ha risposto. Ecco, io neppure. Però Fassino lo ha fatto. Ma forse il segretario dei Ds si sentiva più simile a un paio di jeans Parasuco che non a un leader di partito. Ecco, forse il problema è proprio questo, la percezione del proprio ruolo da parte di Fassino, e non Klaus Davi.
La storia di Storace KD l’ha smentita. Tutto il resto no. Freeman, please, scrivi per noi la rubrica “Chi è Klaus Davi e perché parlo male di lui”. E’ una clamorosa “case history”, migliora il nostro “target” e la “brand reputation”. (csf)
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