da Susanna Pozzoni
Caro Claudio, pensavo che la diatriba sull’intervistatore cattivo fosse finita: invece, a quanto vedo, continua. Il principio non è quello di mettere l’intervistato in condizione di dire ciò che vuole, pungolandolo un po’, magari? Oppure l’intervistatore deve essere lo zerbino dell’intervistato (quando fa comodo) e la sua bestia nera, quando corre per un’altra scuderia?
Non potevi dirlo meglio (csf)
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