da Alessandro Ceratti
Be’, questa me la segno. In fin dei conti ho sempre pensato di me stessodi essere una “macchina” per evidenziare contraddizioni e per scardinareluoghi comuni. E’ vero, lo faccio un po’ per mestiere. Però di meccanicoc’è solo l’ostinazione con cui mi ci metto. Quando affermo una cosa èsempre perché ci credo e non per scatenare artificialmente il dibattito.Anzi, secondo me, fate un po’ fatica ad immaginare fino a che punto siaconvinto di quanto affermo, anche quando assumo le posizioni piùparadossali. Per quanto riguarda il fancazzismo, credo di essere inbuona compagnia su questo blog, diversamente non sareste qua a leggermi.
da Claudio Urbani
“Ormai ho lasciato tutto ai figli, sono un poveraccio. Sono un poverooppositore”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, lasciando il congresso dellaMargherita.Senza pagare un euro di tasse ,grazie ad una delle tante leggi “adpersonam”, varate dall’infausto governo di centro-destra.
da Oreste Tappi, Roma
Caro Santi, il nervosismo mi prende quando il mio interlocutore fa finta di non capire. Ma pure tu, te sei ‘nventato ‘na comica in cui io attribuisco non a de Saussure ma a Sciascia il nome Ferdinando confondendolo con Scianna! Ma a noi chi ce lo fa fare di innervosirci tanto perché la cara avv vuole usare “sconoscere” col significato di “ignorare”? Snobbiamola (col significato di escluderla dal Nobel, naturalmente). Mi rimane la curiosità sul tuo atteggiamento tanto anarchista nella lingua quanto chiesastico in politica. Ah, discuterne in piacevole peripàto per le contrade della tua bella Trinacria!
da Biagio Coppola
Il diafano Fassino più che il traghettatore dei DS verso il PD mi ricorda, mutatis mutandis, il barone Von Masoch che accompagnava la moglie al treno quando andava dall’amante. Infatti con lo stesso fervore sta consegnando, per quanto gli compete, il nuovo soggetto nelle mani di Veltroni. Deve essere davvero frustrante!
da Silvia Palombi
La storia dei colori è proprio così come dice Mauri. Aggiungo che loro, i colorati, detestano essere chiamati di colore. (ehi csf non glielo diciamo che ho due nipoti color cioccolato fondente che mi salutano con “a zi’ è ‘n zacco che ‘n ce vieni a trovà, anvedi come stai bbene, che fai da ‘ste parti?” e vivono sereni a Roma col papà, cugino ariete bianco come il latte e la mamma di Kinshasa nera come la pece).
da Mirco Pirini
Nessuno si è accorto che Telecom possiede due televisioni nazionali e che se Berlusconi comprasse Telecom si ritroverebbe proprietario (suo malgrado, ça va sans dire!) di 5 (cinque!) televisioni su 8?E stiamo a discutere se la legge Gasparri permetta o meno di acquisire Telecom!
da Giovanni Pretolani – Forlì
Tempo fa ho posto un quesito ai blogger che mi pareva importante (a me e ciò non significa nulla). L’unica interlocuzione è stata una battuta di spirito fatta a prescindere, cioè assolutamente al di fuori del contesto, tanto per fare colpo. Ho notato che questo blog si risolve nel dialogo e la polemica tra i quattro o cinque noti e ciò mi fa sentire uno sgradevole odore di massoneria. Penso che approderò ad altri lidi.
da Vittorio Grondona – Bologna
La nuova Democrazia Cristiana sta ormai spuntando all’orizzonte e fra poco si papperà il colosso di sinistra. Mi viene quasi da piangere. Dopo una lunga, lentissima marcia durata 86 anni su un percorso difficilissimo, gremito di ogni tipo di pericoli e causa di dolori tremendi per i suoi speranzosi seguaci, il glorioso PCI è arrivato dove l’On. Clemente Mastella ed il Senatore Giulio Andreotti non si sono mai mossi. Una volta si diceva: addavenì baffone! Ora siamo tranquilli che tale il pericolo è ormai scongiurato per sempre… A meno che qualcuno non pensi che quella frase si riferisca oggi all’On. Massimo D’Alema.
da Domenico De Franco
Hai perfettamente ragione, Schiavone! Appena quella Lepre Meccanica di Ceratti parte, tutti i levrieri della polemica del Blog scattano con i loro muscoli nervosi e allenati. Una cosa però dobbiamo riconoscerla al Sublime Fancazzista: come ci scatena lui, nessuno!
da Massimo Pescatori
Berlusconi su Telecom: «Siamo disponibili a fare la nostra parte». Ma non aveva smesso di occuparsi delle sue imprese con l’ingresso in politica?