da Vittorio Grondona – Bologna
Condivido in pieno il post del signor Massimo Mai. Vorrei solo aggiungere la seguente riflessione. Come è possibile pensare che chi non è messo in condizioni di vivere decentemente in una società possa avere dei riguardi per il prossimo. Creare lavori precari ogni giorno, licenziare i cinquantenni e lasciarli per anni senza stipendio in attesa della pensione, squalificare i versamenti previdenziali, sfruttare la liquidazione dei lavoratori, negare una buona sanità gratuita, aiutare solo le imprese i cui imprenditori padroni guadagnano agli effetti fiscali meno dei loro dipendenti, significa prepare un futuro sempre meno sicuro per tutti.
da Alberto arienti
Tutti a correre in Svizzera a comprare gli altri!
da Vincenzo Rocchino, Genova
“La cultura della paura è come il genio fatto uscire dalla lampada: acquisisce vita propria e può diventare demoralizzante. Che l’America sia divenuta insicura e molto più paranoica è difficilmente contestabile. Da un recente studio è emerso che nel 2003 il Congresso aveva individuato 160 località che potevano diventare obiettivi potenzialmente importanti a livello nazionale per i presunti terroristi. Grazie al peso di varie lobby, alla fine di quell’anno l’elenco dei luoghi bersaglio era già salito a 1.849. Alla fine del 2004 ha raggiunto i 28.360 e alla fine del 2005 i 77.769. Oggi l’archivio nazionale dei possibili obiettivi di un attentato terroristico comprende 300.000 località circa“. Brzezinski, ieri su Repubblica.
da PIERINI Emilio
A quanto sembra, oggi, al Senato, i guerrafondai voteranno contro la guerra in Afghanistan ed i pacifisti senza se e senza ma, a favore della stessa. All’improvviso, tanto per rievocare metafore Sabellifiorettane, i minestronari inizieranno ad amare la pastasciutta ed i pastasciuttari si strafogheranno di minestrone.L’indigestione cerebrale invece, e’ a carico nostro…
Caro Emilio, stavolta non correggo. Dalla prossima volta vorresti firmarti Emilio Pierini: prima il nome e il cognome minuscolo? Fa un po’ meno caserma.
Presentazione del libro di Luigi Scricciolo “20 anni in attesa di giustizia” per il prossimo 11 aprile p.v. alle ore 17:00 c/o il Caffè Letterario di Nessuno Tv – Via Ostiense 95 Roma.Saranno presenti:il magistrato Rosario Priore che fu, all’epoca, il giudice istruttore del caso giudiziario di Scricciolo, di omicidi terroristici, di Ustica e del terrorismo islamico;il giornalista del TG5 e del rotocalco Terra!, Sandro Provvisionato, autore di libri sul terrorismo e su vari “misteri d’Italia”;l’On. Gabriele Mori, presidente dell’Associazione dei Popolari del Lazio ed esponente della Margherita;il Sen. Guido Pollice, già dirigente di Dp, dei Verdi ed oggi Presidente di Verdi Ambiente e Società nonchè della Fondazione Green Cross, fondata da M.Gorbaciov e che annovera aderenti alcuni Nobel (Rita Levi Montalcini, Javier Perez De Cuellar, Shimon Perez, Wangari Maathai.Singolare caso: l’inquisitore di un tempo presenta il libro dell’inquisito. (csf)
da Paola Bensi
da Gianluca Freda
Dice Ceratti che i brevetti sono il più grande deposito di ricchezza esistente. A casa mia il valore della ricerca si misura sul benessere che essa arreca alla società umana, non sui profitti che produce per le aziende che la monopolizzano. Dei quali profitti, a dire il vero, né a me né al 99,9% dell’umanità viene in tasca qualcosa. E’ impensabile assoggettare a copyright la conoscenza se da quella conoscenza dipendono le vite di milioni di persone. Infrangere il copyright, in questo caso, è non solo un atto di legittima difesa, ma un gesto che ripristina il valore etico e pubblico del sapere scientifico, contro tutti coloro che lo hanno ridotto ad uno strumento di profitto economico e privato.
da Alessandro Ceratti
Io non capisco. Noi stati occidentali non troviamo i soldi per procurare il cibo (che costa meno delle medicine) per milioni di persone che muoiono di fame e poi pretendiamo che un privato (sia pure una multinazionale molto ricca) faccia beneficenza forzata lasciandosi rubare il know-how per realizzare le sue medicine senza pagargliele. Scusate, ma c’è qualcosa che non va.
Privatizzare ci dicono i nostri incompetenti politici dalla pancia piena significa più concorrenza, più qualità, più tutto insomma. Invece no. Privatizzare i beni che servono a tutti per campare è solo un grosso affare per gli amici di quei politici che li vogliono appunto privatizzare. Pensiamo a Telecom per un momento… Lo Stato dovrebbe fare anche i medicinali. Invece li fa fare alle multinazionali, magari agevolandole pure… Investire in questa direzione dovrebbe essere invece il compito primario di ogni comunità civile. Tutti al bisogno potrebberio infatti migliorare a buon mercato la propria salute. Chi paga le tasse poi si sentirebbe molto più soddisfatto.
da Massimo Mai
La realtà che conosciamo è frutto di interazioni sociali, è una realtà costruita socialmente attraverso mediazioni e contrattazioni continue di significati. I nostri discorsi reificano gli argomenti che trattano e alla fine hanno un effetto “reale” sul mondo. Per questo motivo mi sembra controproducente, ai fini che si propone di ottenere, la manifestazione per la mancata sicurezza dei cittadini di Milano. L’effetto che ottiene è quello di creare una realtà piu insicura di quello che è effettivamente, visto che i dati statistici riportano un calo dei crimini. Le autorità piuttosto che soffiare sul fuoco delle paure dovrebbero lavorare per ridurre gli spazi dove la criminalità può agire. E non è vero che l’unico sistema sia sempre e solo il poliziotto.