da Muin Masri
La guerra non risparmia nessuno, proprio nessuno. Non solo gli essere umani soffrono come cani, ma anche i cani soffrono come gli umani; la piccola differenza è che non trovano spazio nelle cronache. E Nablus non poteva essere diversamente. Chissà quando è cominciata questa tragedia canina, ma il suo perché era ovvio: la forza d’occupazione militare israeliana oltre alla guerra fisica produce in parallelo anche quella psicologia, la cosiddetta guerra sotterranea, che spesso è più efficace e micidiale. Quando i soldati hanno capito che i palestinesi, come in tutto il mondo islamico, non sono amici dei cani, anzi, non possono aver con essi nessun rapporto amichevole, (così voleva il Profeta; il cane per noi è un animale impuro e deve stare a distanza minima di sette metri. Non sto qui a discutere se sia giusto o sbagliato, ogni religione ha suoi pregi e difetti, d’altronde sono fatte per noi umani!) hanno deciso di provocarci. Ogni tanto una quantità imprecisata di cani randagi recuperati in Israele viene trasferita a Nablus e negli altri centri palestinesi. Poveri cani! Sono costretti a vivere in clandestinità permanente perché di giorno sono molestati e umiliati da noi e di notte, vicino alla discarica dei mercati generali, diventano un bersaglio perfetto per i soldati che passano con le loro jeep ad alta velocità allenandosi al tiro a segno. Non lo facevano solo per divertimento ma anche per trasmettere un messaggio chiaro per tutti noi: farete la stessa fine dei cani…il mattino seguente la gente maledice i soldati e i cani oramai cadaveri, ma per fortuna che c’è Abu Omar! Ci pensa lui a caricare le carcasse sul suo carrellino ed a scaricarle di fronte alla caserma militare.
da Carla Bergamo
Citando i mitici Rokes di dinossaurica memoria…ieri al telegiornale della TV Cultura di São Paulo (il migliore), il Sig. Berlusconi è stato paragonato all’ultimo generale della dittatura brasiliana, tale Figueiredo, che al momento di passare la fascia al primo presidente civile, in un moto di stizza, ha girato le spalle se n’è andato dalla porta di servizio…il sorriso ironico del giornalista non aveva bisogno di commenti. Avete capito come ci sentivamo, dall’altra parte del mondo?
da Gino Fino, Ceprano
da Alessandro Ceratti
Ho letto nei documenti l’intervista a Martini dell’Espresso. Non ci hotrovato nessuna apertura o concessione particolare. Martini hasemplicemente ripetuto con chiarezza quella che è la posizione ufficialedella Chiesa. Capisco che il titolino di Claudio veniva bene ma inrealtà non c’è nessun bisogno di trovare qualcuno che riferisca aRatzinger. Quelle cose può dirle direttamente anche lui. Mi sembra chesia un gioco delle parti, c’è quello (Martini) che è progressista equindi le sue parole sono progressiste, e quello (Ratzinger) che èreazionario e così le sue idee. Anche se sono le stesse dell’altro. Ladifferenza sta più in chi ascolta e nelle aspettative che nel dato reale.
da Rocco Ciolfi, Arce
Una finta maggioranza al senato (inutile prendere per il culo Berlusconi, su questo ha ragione: il voto di un senatore australiano o sudamericano è un non-voto); le due persone che hanno fatto più danno all’Italia nella storia recente del centrosinistra (Bertinotti e D’alema) che si accapigliano per accaparrarsi la seconda carica dello stato fornendo uno spettacolo indegno; Fassino che scrive una lettera aperta a Prodi in cui usa toni francamente imbarazzanti che, se fosse in carica il governo, giustificherebbero una mozione di sfiducia. Bertinotti che la spunta e va a fare il presidente della camera che, in quanto carica super partes, gli impone di fare la cosa che a lui piace di più: rompere le palle a dritta e manca (un alibi perfetto, non c’è che dire). E non voglio pensare a cosa hanno dovuto dare in pasto a D’alema per farlo desistere…
da Pino Granata
Vostro dovere è smentire le previsioni degli avvoltoi del Centrodestra chedicono che il “nostro” governo durerà pochi giorni. Noi vi abbiamo elettoper governare e per portare il nostro Paese a livelli dignitosi. Nontollereremo che i vostri interessi di parte prevalgano e che rechinopregiudizi al risanamento del Paese che sta andando alla deriva.Ricordatevelo: noi saremo vigili e giudicheremo!
da Isabella Guarini
Caro CSF, dopo le elezioni e la vittoria del centrosinistra il blog prende la piega salottiera. Ciò è un segno di tranquillità, ma per me non è così, perché nella mia città si vota per il sindaco. Sull’onda delle elezioni nazionali si potrebbe pensare di convalidare l’uscente sindaco di centrosinistra, ma i cinque anni d’amministrazione molto distratta nei confronti dei bisogni dei cittadini non sono passati invano. Oggi dalla stampa apprendo che la nostra Sindaca chiede al governo Prodi di essere nominata commissario straordinario per il traffico. Se non sbaglio le gestioni commissariali avvengono, di norma, quando si scioglie il Consiglio comunale o in occasioniedi disastri naturali, vedi terremoto, o in caso di guerra. Oppure quando non si sa amministrare l’ordinario, come dovrebbe fare un sindaco. Beato CSF che se ne sta a Salina.
da Massimo Puleo
Non capisco la seconda parte della tua risposta al mio post sull’Italia dei cliché. La prima – “hai ragione” – la capisco e la condivido pienamente. Vuoi dire che non sono i giornalisti a diffondere (non dico creare) i luoghi comuni? Posso fare qualche esempio, per rimanere alla vicenda del povero Tommaso. Una inviata Mediaset, nei primi giorni d’indagini, ha avuto il coraggio di dire: “Si cerca una coppia di vicini, una donna e un calabrese”. Potrei farne altri 500 mila in cui si mettono sul forno a microonde del ludibrio mediatico le categorie già preconfezionate: l’albanese, il ne(g)ro, il meridionale, ecc…perché tutto ciò è rassicurante per il pubblico ignorante e non. Comunque è razzismo. Questo volevo dire, ma forse ho bevuto troppo Antonello (l’etichetta del quale è sull’home page del mio blog http://nonsolotelex.blog.kataweb.it) e non mi sono spiegato. Cin cin
Sì, troppo Antonello. Io dicevo che ero d’accordo con te ma non nel caso di Cuffaro in cui i giornalisti non c’entrano nulla. (csf)
da Paola Ragone
Chi sono le altre quattro?
Caro CSF, indubbiamente la Cabello è una donna bella e intelligente. In particolare è bruna e si dedica a un genere artistico, quello satirico, che non è molto accettabile dal grande pubblico per una donna. Di qui le critiche alla sua partecipazione a Sanremo. Ma. proprio per questo suo coraggio satirico non ho apprezzato la sua dichiarazione di schieramento politico. Purtroppo gli artisti non sono liberi di non schierarsi, altrimenti, nisba.