da Michelangelo Moggia
Sarà pure una vittoria democratica e come tale va accettata, ma Hamas negli ultimi 5 anni ha rivendicato 54 attentati terroristici (di cui la maggior parte contro civili). Nel suo statuto, oltre alla distruzione d’Israele, si parla di creare uno stato islamico (chador, donne sottomesse, legge coranica etc). Chiamarli resistenti è un insulto per chi la resistenza l’ha fatta davvero, come i partigiani, questi sono terroristi e anche figli di p. Ad esempio se mi trovassi in vacanza a Gerusalemme, mi girerebbero un po’ le scatole saltare per aria a causa di uno sciagurato che ha sentito troppi discorsi sulle 72 maggiorate che lo aspettano in paradiso. A scanso di equivoci penso che le colpe fra israeliani e palestinesi siano equamente distribuite.
da Cesira Ciano – L’Aquila
Ho visto or ora il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi su La7 dal giornalista Giuliano Ferrara e quell’altra simpatica giornalista Ritanna Armeni….. quella che gli sta seduta sulle ginocchia e tiene ferma la vittima designata a modo che il Ferrara possa infierire meglio sul malcapitato ospite. Insomma, quella descritta con arguzia da Travaglio. Ebbene il nostro Presidente ha ripetuto la sua lezioncina imparata a memoria e sciorinata in ogni trasmissione dove è invitato o si autoinvita in questo periodo. Niente di nuovo. Anzi sa di muffa per quanto è già vecchio nelle cose che ripete. Sono rimasta esterefatta, invece, per l’atteggiamento del nostro Ferrara, infatti mi suscitava forte curiosità l’atteggiamento adottato nei confronti del Suo Padrone che non il Padrone stesso. Stupefacente l’arguzia del giornalista, il tempisto, l’incalzare delle domande, il fargli il pelo e contropelo!!!! Ma poi mi sono ripresa ed ho constatato che non stava intervistando il solito ospite con il quale veste l’abito tipico del giornalista americano incalzante e famelico di risposte esaustive….. no, no questa era la serata (chissà perchè) della calma, della tranquillità, delle domande innoque senza aspettare nemmeno le risposte (tanto le risposte gliele ha suggerite forse lui) ma andando avanti, sì avanti finchè non si è arrivati la fine della trasmissione. Tanto per toglierci questo dente.
da Giorgio Goldoni
Ringrazio Sabelli, che pur contornato da un vero gineceo (vorremmo più notizie su qualche eventuale storia sentimentale, e poi sono belle le sue compagne?, possiamo avere le loro foto e i loro indirizzi di email ecc.) trova un piccolo momento da dedicare alla mitica Isabella Bartolini.
Sono un gentiluomo ma al mio ritorno penso che forse qualche foto la pubblicheremo (csf)
Tranquillizzo Schiavone. Ho fatto degli investimenti in carta igienica e spazzolini da denti. Quanto agli indumenti le undici signore hanno contribuito. Ma non vi diro’ se indosso slip con pizzo e guepière. All’avv. Arena ricordo quello che le ho gia’ detto: io faccio quello che mi pare e non aspetto, se dio vuole, i suoi consigli. Ma siccome é curiosa, la tranquillizzo, non sono andato al Forum Sociale di Bamako. Aldo Vincent mi bacchetta perché ho confuso cammelli con dromedari. Il mondo si divide in due categorie: quelli che se la prendono appena uno chiama cammello un dromedario e quelli che se ne fregano. I maliani se ne fregano e li chiamano cammelli. (csf)
20 gennaio: nei paesi Dogon
Sveglia con sorpresa: ho lasciato la videocamera accesa e adesso è scarica. Dramma. Che fare? Caricarla col fuoco non è possibile e nemmeno con la lampada a petrolio. Cerimonia ufficiale con il consiglio dei saggi al gran completo. Quello che si dice scambio culturale. Il luogo che finora mi ha più impressionato è la “casa della parola”, dove si riuniscono i vecchi saggi del paese insieme all’hogon (il capo spirituale del villaggio secondo la tradizione animista). Si tratta di una specie di tettoia molto bassa, sotto la quale si può stare solo seduti. Quando i vecchi saggi si riuniscono per decidere qualche controversia il tetto basso impedisce che gli animi si possano riscaldare troppo. Appena uno, incazzato, si alza e comincia ad urlare dà una grande capocciata sul soffitto e si placa.Ottimo sistema democratico contro i prepotenti e i focosi. Vi immaginate Sgarbi? Finite le cerimonie accetto la collaborazione di Ousmane che mi offre suo fratello Mamadou per accompagnarmi in motocicletta a Bandiagara per caricare la videocamera. 35 km su una moto scassata su una pista di sabbia con pendenze anche del 19 per cento. Vi dico solo questo: un’esperienza. Io posso dire: l’ho fatto. Tralascio tutte le salite che ho dovuto fare a piedi perché la moto non ce la faceva. Tralascio la paura delle curve su pista sabbiosa. Tralascio il tolondulé (si scrive così?) che sui motociclisti si traduce in un metodico tritamento di palle. Tralascio che appena siamo partiti Mamadou si è fermato da un meccanico (meccanico è una parola grossa) per stringere tutti i bulloni per non perdere pezzi. Tralascio il fatto che ogni volta che dicevo: “Pas vite. Doucement”, Mamadou accelerava. Dico solo che sono state tre ore di andata e ritorno da cagotto. Intervallate da un pranzo favoloso all’Hotel La Falaise di Bandiagara. Couscous col montone. Mi chiedo: che cosa starà facendo in questo momento la Prestigiacomo? Il ritorno ha riservato ulteriori sorprese. Dopo dieci chilometri la moto di Mamadou ha bucato. Guardo la ruota davanti e capisco. Lo pneumatico è tenuto insieme da una gomma che lo fascia come una benda. Mamadou scompare nella brousse alla ricerca di un gommista. Un gommista nella brousse. Io mi avvio sulla pista a piedi. In fondo cono solo 25 chilometri. Dopo dieci minuti mi supera uno in bicicletta. Mi dice: “Se mi dai 5 mila franchi ti accompagno a Waila”. Come? “A piedi”. “Bene, gli dico, se mi dai 5 mila franchi ti accompagno a Waila io”. Se ne va. Dopo venti minuti mi superano bambini. Mi dicono che forse passa un autobus. Quel forse vuol dire che non passerà nessun autobus. Dopo un’ora (di Mamadou nessuna notizia, si è perso nella brousse) arriva Saidou, in motocicletta. Mi carica e parte. E’ una specie di pilota della Paris-Dakar. In un attimo arrivo a Waila in tempo per una festa locale, canti e balli. Scopro che la gente quando si saluta comincia una litania lunghissima. Il primo dice: “Amau udiere”. L’altro risponde : “Po”. Poi in una specie di delirio: “U seoma”, “Seo”, “Umana seoma”, “Seo”, “Uana”, “Po”, U seoma”, “Seo”, “Umana seoma”, “Seo”, “Uana”, “Po”. In pratica passano un casino di tempo a salutarsi. Ho assistito all’incontro di tre donne con altre tre donne, sembrava la Traviata. Mi chiedo: in questo momento che cosa stara’ dichiarando Isabella Bartolini?
21 gennaio: nei paesi Dogon
Partenza per il trekking. Da Waila a Ende a Yabatalou a Benigmato. Fermata al mercato settimanale di Doujourou. Settimanale per modo di dire perché la settimana Dogon è di cinque giorni, l’anno di dieci mesi e il mese di 25 giorni. Tanta sabbia, tanto caldo ma le mie dodici donne si comportano bene. Mentre arranchiamo per salire sulla falaise ci superano alla grande donne peul e dogon trasportando grandi carichi sulla testa e allattando i loro bambini. Andiamo a visitare le case degli antichi Telem, quelli che abitavano qui prima che i Dogon li cacciassero. Sono dei buchi scavati nelle pareti a picco della falaise. Abitavano qui per evitare di essere mangiati dai leoni e dalle pantere che abitavano la sottostante foresta. Per tornare a casa dovevano arrampicarsi in parete con l’aiuto di corde. Una vita da free climber. Oggi i Dogon usano le loro vecchie case per seppellirci i loro morti. Sempre con le corde. Cadaveri alpinisti. Arriviamo in cima alla falaise un po’ stracchi ma felici dopo aver oltrepassato un miracoloso giardino dell’Eden coltivato a cipolle in fondo a un canyon. Ieri siamo stati improvvisamente raggiunti dalle valigie. E’ stata un’emozione. Sono arrivate le valigie di Luisella, di Paola, di Annette. Le mie due sono ufficialmente disperse. Continuo a rimanere nudo e tecnologicamente avanzato. Prima o poi qualcuno di voi dovrebbe farmi arrivare qui le ultime dichiarazioni di Buttiglione. ULTIME NOTIZIE: UNA MIA VALIGIA SI E’ COSTITUITA ALL’AEROPORTO DI BAMAKO (csf)
dall’avv. Lina Arena
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, direbbe Benedetto XVI.Ebbene, Sabelli perché non rivela imotivi di fondo che lo hanno partato a Bamako nel Mali? Sta organizzando una rivoluzione proletaria e vuole incontrare il comandante Marcos? Perchè non scrive sul tema e preferisce invece divagare sulle donne del Mali? E’ la solita vecchia solfa?
Cara avv. io scrivo di quello che voglio, la liberta’ e’ proprio questo. (csf)
da Gianluca Freda
La vittoria di Hamas è la dimostrazione che la Palestina è uno dei pochi luoghi del Medio Oriente dove la democrazia funziona sul serio e “de facto” – altro che Israele o l’Iraq – e questo nonostante gli sforzi israeliani per trasformare quei territori in un inferno in terra. Hamas ha meritato la vittoria. E’ un partito di resistenti coraggiosi, i cui capi politici sono stati sterminati dagli israeliani con esecuzioni criminali che hanno fatto innumerevoli vittime anche tra la popolazione civile. E’ un partito con un’etica solida, sia pure un’etica di guerra – del resto la guerra è habitat quotidiano di chiunque nasca da quelle parti – , assai più sano e presentabile del decadente e corrotto carrozzone di Al Fatah. Qualcuno dirà che questo fermerà il processo di pace iniziato da Sharon. Sembra incredibile che esista qualcuno capace di dire una cosa simile, ma sono certo che accadrà.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Caro Grondona, quando ho letto quella frase di CSF anch’io mi sono fermato un po’ perplesso, vorrei anch’io che quel mocciosetto risolva con successo tanti problemi di vita che a noi sembrano insormontabili, poi però ho pensato che è più probabile che quel bambino muoia di AIDS, oppure diventi soldato a 8 anni, oppure muoia di fame, oppure anneghi mentre tenta di venire in Europa. Per questo è sfigato e ha ragione CSF.
da Claudio Urbani, Roma
Una tal vacanza, come CSF ci resoconta giornalmente, è invidia per tutti. Ma rinunciare a quanto accade in questi giorni nelle TV italiane varrà tanto sacrificio?CSF tu ti stai perdendo Berlusconi a:– 8 1/2– processo di Biscadi– Uno mattina– Porta a Porta– Confessioni– Isoradio– rai Uno– Ballarò– Matrix– replica di Matrix su canale 5– Bonolis– Maurizio Costanzo– perennemente su Rete 4– ecc. ecc.ecc.
di Massimo Fini [18/01/2006] Il Gazzettino.it
Nei giorni scorsi gli americani hanno bombardato il villaggio pakistano di Damadola, al confine con l’Afghanistan, pensando che vi si fossero rifugiati il cosiddetto “numero due” di Al Qaida, il medico egiziano Ayman al Zawahri e il mullah Omar, il leader spirituale e comandante in capo dei Talebani che governò a Kabul per sei anni. Risultato del raid: 18 morti, tutti civili, di cui 8 donne e 5 bambini. Di Al Zawahri e del mullah Omar, naturalmente, nessuna traccia. Com’è stato possibile un simile errore? Il fatto è che gli americani utilizzano aerei Predator senza pilot! a, armati di missili Hellfire teleguidati attraverso satelliti e sensori, dalla base di Nellis nel Nevada a diecimila chilometri di distanza. Il pilota e il suo secondo stanno comodamente seduti a una consolle, uno guida la telecamera, l’altro attiva i missili. Ma per quanto questi mezzi tecnologici siano sofisticati, le telecamere non sono la stessa cosa degli occhi umani che avrebbero visto che in quel povero villaggio non c’era nulla di sospetto (al Zawahri e il mullah Omar non sono tipi da andare in giro da soli). Ma a parte ciò, l’episodio di Damadola pone tre ordini di questioni. CONTINUA…