da Pino Granata
Leggere che un’ignara turista danese è stata multata di ben 3.333 euro per aver comprato un paio di occhiali da un venditore ambulante è una notizia di quelle che mi provocano sconcerto e rabbia. Questo in un Paese dove ogni giorno si vendono centinaia di migliaia di articoli contraffatti e dove ci sono decine di migliaia di venditori ambulanti che compoiono lo stesso reato sotto gli occhi di tutti, vigili, carabinieri e polizia compresi. Perchè proprio la signora Kirsten Lorsen doveva essere la vittima sacrificale da colpire per educarne milioni? Non lo so e se qualcuno lo sa , provi a spiegarmelo. Tutta la mia simpatia alla signora danese e se veramente la signora Lorsen dovrà pagare la multa, proporrei di fare una colletta per proteggere il buon nome dell’Italia e degli Italiani. Proporrei anche di trasferire il solerte vigile che ha multato la turista, a Napoli dove siamo sicuri che avrà il suo daffare.
dall’avv. Lina Arena
Alla terrificante espressione “ LA CINA E’ VICINA” quasi a voler incutere il terrore di una concorrenza primitiva e belluina vorrei sostituire quella che recita “ LA CINA E’ LONTANA “ dall’occidente industrializzato perché solo adesso sta attraversando la fase dell’accumulazione primitiva del capitale. In difetto di questa fase, necessaria all’instaurarsi di un sistema capitalistico, ci troveremmo nel momento appena precedente una ignobile dittatura per impedire la presa di coscienza dei diritti fondamentali delle masse lavoratrici.
da Silvia Palombi, per l’ultimo giorno da Roma
Caro Calori solo una domanda: se la presidentessa finlandese fosse stata un gran tocco di gnocca che a Sharon Stone gli faceva un baffo che cambiava?
da Alessandro Ceratti
Il commento di Berlusconi ai commenti dei finlandesi e di tanta stampa alla sua battuta sul primo ministro finlandese è stato “ma siamo seri!”. E in un certo senso ha ragione, è sciocco e un po’ patetico scandalizzarsi per una battuta. Però: la battuta potrebbe essere anche innocua in sé, se però suscita queste reazioni significa che comunque è stata detta nel modo sbagliato, o nel tempo sbagliato o alle persone sbagliate. In sostanza: Berlusconi crede di fare battute e invece commette gaffe. Ciò accade perché crede che la benevolenza che tutti tra i personaggi politici finora gli hanno dimostrato in Italia (escluso pochissime eccezioni) gli sia dovuta e sia condivisa universalmente. Evidentemente invece quando va in Europa, gli altri ministri, dopo avergli stretto calorosamente la mano si affrettano a strofinarsela con disagio e ripulsa all’interno della giacca.
da Gigi Forzese
Questa volta il quiz non consiste nel dare la soluzione ma nello spiegarne il motivo. Il caldo si sa non fa dormire. Mio padre avvocato in pensione si e’ messo a pensare e pensando pensando ha scoperto che la somma di 1+2+3 fa 6 cosi’ come la somma delle terne successive fa sempre 6 (4+5+6=15, 1+5=6) eccetera e all’infinito.A questo punto tutto contento e’ venuto da me e mi ha chiesto: perche’? E che ne so! Secondo voi perche’? C’e’ qualche regola nascosta?
da Vittorio Grondona – Bologna
Ma chi ha detto che alle primarie i candidati non porteranno il loro programma? Sarebbe assurdo veramente. I programmi ci saranno, ma saranno esclusivamente strategici. La loro valutazione aiuterà la base a scegliere il candidato più convincente e nel contempo più affidabile. A leader confermato, col contributo di tutti i componenti dell’Unione verrà elaborato il vero programma di governo, che dovrà essere approvato da tutti, col quale si spera di vincere le prossime elezioni. I patti si fanno in questa maniera, altrimenti, col solo programma del capo prescelto, sarebbe impossibile mettere insieme un governo sostenuto ad occhi chiusi da tutti gli altri. Queste cose in Italia le fanno solo le destre. Quando anche la sinistra c’ha provato per scaricare Bertinotti il governo è rovinosamente caduto.
da Cristina Paulon, Padova
Apprendo adesso da Repubblica che l’ostilità di Berlusconi verso i comunisti è dovuta ad un trauma infantile: nel 1948 il nostro, appena dodicenne, sarebbe stato sorpreso ad affiggere manifesti per la DC da dei sedicenti comunisti e questi l’avrebbero buttato giù dalla scala. A me torna in mente la domanda che mia nonna poneva a chi si comportava in modo eccentrico: “Ma tu, da piccolo, hai battuto la testa cadendo dal seggiolone?”. A chi il seggiolone, a chi la scala.
da Claudio Urbani, Roma
Ma se a capo della Fillandia ci fosse stato un uomo, come saremmo arrivati allo stesso risultato per Parma?
da Michele Lo Chirco, Palermo
E comunque questo governo fa schifo tanto a me quanto a voi: avere visto domenica qualche centinaio di persone inneggiare a Bossi e alla padania libera (ma da chi o da che cosa?), tutti verdi come ranocchie, impegnati in giochi celtici (che avevano ancora le capanne mentre le legioni romane conquistavano il mondo…), mi rende sempre più complicato valutare l’esatto peso e la collocazione del mio voto di destra all’interno dell’attuale alleanza governativa. Ma cosa mi offrite dall’altra parte?
da Gianluca Freda
Cara Paulon, il mio paragone era in effetti inopportuno, e me ne scuso con tutti i maggiordomi che seguono questo blog. Non era mia intenzione paragonarli a gente come Previti o Pomicino. Resta il fatto che i nostri governanti, proprio perché di gran lunga meno affidabili di un maggiordomo, andrebbero controllati in ogni momento e con ogni mezzo. Proprio oggi l’Italia affronta la vergogna dell’ennesimo incidente diplomatico scaturito dalle stolide vanterie di un noto imbecille che fa il Presidente del Consiglio non per caso, ma per l’incultura degli italiani che lo hanno votato, l’ignavia di quelli che si sono astenuti, la vigliaccheria di quelli che non sono scesi in piazza per contrastare il suo regime. La presunzione d’innocenza, che assolve sempre il popolo e scarica la colpa dei mali d’Italia sulla politica, andrebbe rovesciata. Se abbiamo dei pessimi politici, è perché abbiamo dei pessimi cittadini, e non cureremo mai la malattia se non partiamo dalla radice. Lo si può fare con delle norme (il voto a punti) ma anche con un minimo di buona volontà. Partecipare a un referendum costa dieci minuti del nostro tempo. Chi non è disposto a fare neanche questo, come può essere credibile quando impreca contro i politici che commentano le regate?