da Guglielmo Calori, Milano
Caro Csf, non vorrei scatenare un putiferio, ma la risposta di Gianni Scimone all’Avv. Arena contiene una frase che, a parer mio, evidenzia ancora una volta la “presunta” superiorità di cui credono di godere gli elettori e/o i simpatizzanti di centro-sinistra. Dire, infatti “..E anche se la Sig.ra Lina fosse di destra, ha posto un quesito intelligente” non vuole forse dire che un elettore di centro-destra non può affermare concetti o porre quesiti intelligenti? Non vuole forse sottolineare che la vera intelligenza alberga solo negli “illuminati” elettori di centro-sinistra (soprattutto se di sinistra), mentre il centro-destra è composto solo da persone incolte e quindi, se una di queste esprime un concetto ritenuto intelligente, vale la pena sottolinearlo come una specie di miracolo?
da Peter Freeman
Caro Csf, vedo che la proposta delle primarie accende fuochi di speranza. Tu proponi addirittura di estendere il metodo ai collegi (“dove avvengono le cose peggiori”). Un’apoteosi di democrazia dal basso. A me non entusiasma. Per due motivi. Il primo e’ che, posto che vi sia almeno un altro candidato (ma questo non dipende da Prodi), vorrei evitare una partecipazione di massa senza discussione. Andare alle urne per scegliere un candidato (unico) senza che se ne discutano le idee e i programmi non e’ esattamente un grande esercizio di democrazia. Ed e’ quello che rischia di accadere. Vorrei fosse chiara almeno una cosa: la vicenda che ruota intorno a Romano Prodi e’ anzitutto una vicenda di leadership e di potere. Il professore (che personalmente non trovo entusiasmante) sa di avere molti nemici in casa pronti a fargli le scarpe, non oggi e neppure domani bensi’ quando e se il centrosinistra avra’ vinto le elezioni. Detto in altre parole, il ricordo del 1998 eccita molti animi nel gruppo dirigente dell’Ulivo. La mossa delle primarie serve, se non altro, a pararsi il culo adesso e nei mesi che vanno da qui alle elezioni. E il programma? Trovo singolare che nessuno tra i blogghisti intervenuti si chieda non se i programmi siano importanti (e’ cosa scontata) ma per quale motivo quella convenzione programmatica tanto spesso enunciata sia rimandata sine die e collocata in un limbo. Secondo motivo: i collegi. E’ vero, in questi anni ci hanno spesso sottoposto i candidati “prendere o lasciare” piu’ impresentabili. A me piace scegliere, come a voi. Se vado in un supermercato voglio avere delle alternative, e l’alternativa elettorale non puo’ essere solo quella tra il fetentone della destra e il fetentino del centrosinistra, magari un tecnocrate da fondazioneitalianieuropei o un faccendiere locale. E questo vale anche se la scelta mi e’ imposta da una primaria. Caro Csf, fai il giornalista da piu’ tempo di me, sei scafato e uomo di mondo, e mi rifiuto di credere che tu non sappia come, la’ dove sono in gioco logiche di potere, le primarie locali possano essere tranquillamente pilotate tramite pacchetti di tessere o di consensi. Soluzioni? Non lo so. Sono un bipolarista straconvinto (io, D’Alema e Rutelli non lo so…), ma sono anche convinto che il maggioritario di collegio sia un pessimo sistema proprio perche’ nei fatti ti impone scelte orrende. Il sistema elettorale in voga nelle provinciali (liste collegate al candidato presidente) mi convince di piu’. A Roma ho potuto votare Gasbarra ma anche scegliere, tra tanti, un candidato consigliere ai miei occhi presentabile. La democrazia di base può molto a livello di territorio. Anche sconfiggere le camarille. (csf)
da Vittorio Grondona
Eppure… Mi sento quasi di scommettere che Romano Prodi non ha lanciato l’idea delle primarie per amore di patria. Il vento a sinistra è buono, ma non ancora sufficientemente favorevole, la crisi a destra è però una manna inaspettata, nonostante i ripensamenti politicamente strapagati di Follini… Ho proprio timore che le primarie si limiteranno all’acclamazione “vox populi” del premier, vale a dire lui! E’ il classico “prendere due piccioni con una fava”: valorizzare il parere delle masse per strappare il conseguente consenso degli indecisi.Ci sono però strade che, una volta imboccate, non consentono conversioni ad U. Io spero che questa sia una di quelle (csf)
da Marco Provenziani, Roma
Questa cosa delle primarie come la dici tu mi entusiasma. Decisioni così importanti prese dal “basso” mi sembrano una grossa, e utile, novità. Ma i nostri Signori l’accetteranno mai? Io ci spero, tornerei ad interessarmi davvero alla politica di partito.
da Gianni Scimone, Milano
So che e’ una risposta tardiva all’avv. Lina Arena, ma io devo anche lavorare. Quella su Zapatero e Tony Blair e’ proprio una bella domanda. I due dimostrano che destra e sinistra non significa piu’ nulla. La differenza dipende da quello che si è (e si fa) non da quello che si dice di essere. Io comunque preferisco Zapatero. E anche se la sig.ra Lina fosse di destra, ha posto un quesito intelligente.
Una bella notizia, Romano Prodi lancia l’idea delle primarie, finalmente. Spero che gli altri siano costretti ad accettarla, ma spero anche che non ci si limiti alle primarie per decidere il nome del candidato premier e che l’idea riguardi anche tutti i collegi. E’ sul territorio che avvengono le cose peggiori, è la costrizione a votare candidati paracadutati o sgraditi che crea disaffezione al voto. (csf)
di GIAN ANTONIO STELLA (Corriere della Sera, 27/07/2004)
Per ricomporre le risse sul tavolo della Casa delle Libertà, come ha spiegato Rocco Buttiglione con acuta analisi di falegnameria costituzionale, i litiganti hanno avuto un’idea luminosa: passare «dal tavolo delle commissioni al tavolo delle riforme». Tipo quello che l’anno scorso, a Lorenzago, tra pantagrueliche abbuffate e allegre scaraffate, fece così ben sperare che l’Ansa titolò: «Riforme, i saggi: trovato l’uovo di Colombo». (SEGUE)
da Massimo Puleo
Sulla prevenzione dei tumori si fa spesso l’errore di far credere che, applicandola a tappeto, teoricamente nessuno si ammalerebbe più. Ovviamente non è così. Lasciando da parte l’enorme problema dei costi mi soffermo solo su uno specifico big killer maschile: il tumore alla prostata. In coda a tutti i servizi che si vedono sull’argomento viene stesa la rassicurante frase: oggi si previene con un semplice esame del sangue. Magari! Invece l’esame del sangue ci dà solo il valore di un indicatore – il PSA – che se è superiore a 2.5 – pare spesso – dovrà essere seguito da indagini molto più invasive. Tanto invasive che fanno male nel fisico e anche nel morale, specialmente quando ad effettuarle è personale poco esperto. A questo punto il gioco vale la candela? Penso di no. L’analogo femminile del tumore alla prostata – nel senso della diffusione – è quello al seno che si diagnostica senza praticare trafori del Frejus. Credo nasca da questo la favola che l’uomo è meno sensibile alla prevenzione.
dall’avv. Lina Arena
E’ tempo di ricordi. I compagni ricordano Berlinguer appassionatamente.Si rinnova il progetto berlingueriano: eurocomunismo. Cos’è? La parola ai suoi blogghisti.
Andrà a finire che ci troveremo tra i piedi un altro duce e un altro re…Non mi piace votare per forza un candidato di un altro partito solo perché è raccomandato dal mio partito…