da Alessandro Ceratti
Sono inopinatamente giunto in possesso di una copia di “Libero” di sabato e la lettura di quel quotidiano si sta rivelando una fonte inesauribile di riflessioni. In prima pagina una vignetta satirica che rappresenta Santoro e Travaglio in forma di cani rabbiosi. Non fa ridere (però è disegnata con perizia), può capitare, direte voi, è vero. Ma il punto è che non ci prova neppure. Semplicemente si compiace della rappresentazione. Sembra una di quelle vignette disegnate nel mondo arabo per attaccare l’avversario. Ma il bello avviene con l’articolo principale di Francesco Borgonovo. Comincia in prima pagina e segue in seconda. Il punto è che la prima metà dell’articolo è uguale alla seconda metà. Non per modo di dire, per davvero! Ci sono frasi di svariate righe che sono ripetute tali e quali! E il colmo si raggiunge quando si considera che il tema dell’articolo è il fatto che Travaglio sia ripetitivo! In effetti Berlusconi deve avere ragione: evidentemente siamo antropologicamente diversi.
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