da Muin Masri
Il rinnovamento, a noi poveri e brutti, suona come tradimento. Certo, bisogna sempre stare al passo dei tempi, ma è difficile e non da tutti cambiare rimanendo se stessi. Prendete per esempio Anselmo alias Nino. Con i suoi mille difetti e tatuaggi era un ragazzo di compagnia e non ti lasciava mai solo nei momenti del bisogno, finché un giorno, e senza preavviso, ha spiazzato tutti dicendo: “Sono cambiato… sono un uomo nuovo”. Eravamo contenti, finalmente. Sono passati tre anni e da quel giorno nessuno l’ha mai più visto o sentito, ha cambiato il numero di cell, comprato la Porsche Cayman e frequenta la figlia bionda del notaio. Ora io non so, caro Claudio, se hai intenzione di prenotare una Cayman fiammeggiante o cambiare nuovamente il numero del telefonino, ma, sappi, che a noi poveri e brutti, ogni cambiamento suona come un abbandono. Ma se proprio non puoi farne a meno, lasciaci almeno la collezione de “la mosca al naso”… sono come La canzone del sole di Battisti “Un fiore in bocca può servire sai”.
Caro Muin, no, stai tranquillo, non è cambiato nulla, ma adesso scusami che debbo andare dalla concessionaria della Porsche (csf)
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