Sono più importanti i rapporti di parentela o quelli di amicizia? Non si parla d’altro. Ora che la fase 2 ci dà un po’ più di libertà è giusto consentire di andare a trovare il cugino del cugino di tuo padre e vietare di andare a trovare il tuo più caro amico? Sulla Repubblica deverdellizzata è comparso ieri un articolo di Michela Marzano, in cui la filosofa-politica si impegna in un intenso elogio dell’amicizia, da Cicerone in poi. “Gli amici si scelgono, a differenza dei familiari che si ereditano o subiscono, e con i quali, spesso controvoglia, si cerca di trovare il modo di convivere”, scrive la filosofa-politica. Come darle torto? D’altronde è quasi sicuro che il tuo più caro amico ti è anche molto simpatico mentre lo stesso non si può dire con certezza del cugino del cugino di tuo padre. C’è da dire che non è obbligatorio andare a trovare il cugino del cugino di tuo padre e che puoi anche rimanere a casa come hai fatto finora. Ma vediamo di approfondire. Citando Tito Pomponio Attico e perfino Aristotele, Michela Marzano scende in campo a difesa dei valori dell’amicizia e attacca gli estensori del decreto che favorisce i congiunti e solo loro. “Come si fa a trovare la forza per ricominciare a scommettere sull’esistenza quando viene negata la possibilità di stare accanto alle persone più fidate?”, scrive Michela Marzano. “I legami più importanti sono proprio quelli amicali”. E poi conclude: “Peccato che nessuno, tra gli autori del documento che doveva chiarire chi si potrà incontrare da domani, si sia andato a rileggere i testi del padre della filosofia morale”.
Peccato veramente. Resta un problema. Come si deve comportare il carabiniere di fronte a chi gli dice: “Vado a trovare un amico”?
Deve controllare. “Ma lei vuole veramente bene a questo amico?”. Oppure: “Da quanto siete amici?” Oppure: “Ha una dichiarazione del suo amico che dice che è affettivamente il suo più caro amico?” “Non è che magari è un amico così così”. “La vostra è un’amicizia sincera?” Oppure: “Non è che magari oggi finite col litigare?” Il punto è proprio questo: tu puoi andare a trovare tua suocera anche se la odi. Perché tua suocera è tua suocera. E’ scritto negli atti amministrativi. Ma gli amici no. L’amicizia è eterea. Incontrollabile. Non esiste uno stato di amicizia come esiste uno stato di famiglia. Non esiste l’albo degli amici, come esiste quello dei commercialisti.
Però. Attenzione. In realtà esiste l’albo dell’amicizia: Facebook. Ecco, io lancio la mia modesta proposta. Si può andare a trovare solo gli amici di Facebook. Io ne ho 5 mila. Uno al giorno, vado avanti per 14 anni. E chissenefrega del cugino del cugino di mio padre.
E se fai in ordine alfabetico ci vediamo fra sette anni. L’ultima volta è stata già 13 anni fa. Cavoli, il tempo vola.
Una volta si diceva: metti un cappello in testa ad un italiano e quello si sente un padreterno. Se il cappello poi è quello del politico di oggi piovuto al governo, allora saltano fuori solo le cose facili da farsi. Comandare, obbligare e vietare. E’ così che i potenti per caso, privi della stazza giusta per fare cose veramente utili e risolutrici, trattengono il fiato per gonfiarsi e diventare grossi e potenti appunto come il padreterno. Occhio però… gonfiati oggi, gonfiati domani potrebbe succedere che a lungo andare si scoppia. Proprio come è successo alla rana nella favola di Esopo, “la rana e il bue”. A conclusione, mi sento di dire che obbligare per decreto i cittadini ad incontrare solo persone decise per decreto, e nessun altro, mi sembra una scemata pazzesca.
Il Governo ha fatto la pipì fuori dal vasino e questa pipì gli sta gettando addosso una doccia puzzolente da cui non c’è riparo. Sto aspettanto una rettifica che non arriva, e questo mi preoccupa. Ehi voi, c’è nessunoooo?
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