da Claudio Urbani, Roma
La definizione più carina è stata quella di definirla “la prima scuola coranica leghista”. A parte di essersi appropriati di una scuola pubblica, dimostrando sono disprezzo e di non curarsi chi la pensa diversamente – poi si lamentato di aver ugual trattamento- non mi sembra una cosa di grande risalto. Sembra più un dejavu di passati storici anche remoti, ma non originali: le scuole balille fasciste, i gulag sovietici o i raduni con il libretto rosso, per finire con le vere scuole coraniche attuali. Sembra più una manifestazione di poca sicurezza dei propri seguaci, paura di perdere adesioni di interesse, più che di fede in un concreta progetto poltico, che di fatto non esiste se non in simbolismi ormai stantii e folcloristici come i battesimi veneziani. Hanno imbullonato perfino i crocefissi, come se la fede risedesse più in due pezzettini di legno più che nel nobile simbolo che rappresenta.
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