da Paola Altrui, Roma
Veramente, caro Schiavone, i pochi frammenti presenti sul prato antistante il Pentagono sembrano incompatibili con i resti di un aereo di quelle dimensioni (le cui parti principali sono normalmente rinvenute anche in caso di schianto contro una montagna); lo stesso dicasi per i – tutto sommato limitati – danni riportati dall’edificio: come mostrano le foto scattate nell’immediatezza del fatto, il foro di cui parli è stato determinato dal successivo crollo della facciata. Il vero nodo della questione, tuttavia, è nella posizione pressoché parallela al terreno che l’aereo avrebbe dovuto assumere nei secondi antecedenti l’impatto: assolutamente impossibile per motivi aerodinamici (a differenza di un caccia, un aereo di quel peso e di quelle dimensioni non può volare rasente il terreno per 250 metri a 350 miglia orarie, hanno spiegato piloti ed esperti), tanto più se il preteso pilota è poco più che un dilettante come testimoniato dai suoi istruttori di volo.
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