Luca Ricolfi su LaStampa.it (via Antonio Leonforte)
“Poco per volta, lentamente ma ineluttabilmente, ci si sta rendendo conto che i deboli «non sono più quelli di una volta, e che ormai né i partiti di sinistra né i sindacati difendono i veri deboli». In materia pensionistica, i diritti dei giovani vengono calpestati a favore dei privilegi dei cinquantenni. Nelle politiche del lavoro i diritti dei disoccupati, dei lavoratori in nero, dei precari sono sistematicamente subordinati a quelli degli occupati forti (dipendenti pubblici e delle grandi imprese). Nell’istruzione l’abbassamento degli standard penalizza i ragazzi dei ceti più umili, mentre i figli di papà possono tranquillamente rifarsi grazie alle risorse famigliari. Sul territorio la tolleranza per la microcriminalità protegge i prepotenti e mette a rischio i soggetti più vulnerabili (donne e anziani). Per non parlare dell’immigrazione, dove l’incapacità di espellere i criminali e i clandestini rende la vita più difficile innanzitutto agli immigrati onesti.”
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