da Camillo Lanzinger, Trento
Ci sono delle cose che bisogna fare perché di sì, in prospettiva, per il futuro, per costruire un ambiente culturale favorevole, anche se nessuno può dire con certezza cosa succederà anche fra solo pochi mesi. Per la tecnologia, in generale, è sempre andata così. L’evoluzione è stata spesso figlia dell’evoluzione stessa, partita su basi talvolta più fideistiche che razionali.E’ difficile pensare ad altoforni funzionanti ad energia eolica, come pure a riscaldare le case, d’inverno e di notte, con l’energia solare, o far girare i treni con l’energia tratta da pannelli generatori posti sui tetti dei vagoni. Ma se pensiamo al potenziale insito anche solo nella micro-razionalizzazione dei consumi (computer a basso consumo che vanno velocemente in stand-by se non utilizzati, illuminazione che si abbassa se non c’è presenza di utenti, utilizzo di acqua riscaldata dai pannelli solari per il lavaggio a bassa temperatura nella lavatrice, etc. arriviamo a non-dover produrre una quantità di energia non trascurabile, per via della consistenza numerica dei micro-risparmi. Idem se con produzione e consumo locale evitiamo le perdite energetiche sul trasporto.Il supporto finanziario pubblico ad attività private, vedi gli incentivi per le energie alternative, va nella direzione di un effetto complessivamente positivo per tutti, e questo è un argomento che va affrontato in modo multi-culturale e multi-specialistico, senza nascondersi la complessità della gestione a livello economico, sociale e – quindi- politico. Sembra che in tutta Europa le malversazioni sui contributi all’installazione delle pale eoliche non si contino.Però non possiamo pensare di non assicurare continuità di funzionamento agli altoforni, ai treni e a non riscaldare le case d’inverno. Quindi la questione della grande generazione elettrica, idroelettrica, a gas, nucleare, etc, va affrontata in modo razionale. Gli strumenti ci sono. E non sono argomenti di destra o di sinistra: ci riguardano tutti.
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