da Carla Bergamo, S. Paulo
È comunque commovente la visione di tanti Americani pieni di speranza nel nuovo presidente nord-americano. C’è stata una reazione simile qui in Brasile alla prima elezione di Lula, ma senza l’appoggio dei mezzi di comunicazione che, diversamente dai colleghi USA, per tanti anni hanno macchinato affinché il “volgare metallurgico” non fosse eletto. Hanno utilizzato mezzi bassi, incluso lo spauracchio di un regime totalitario. Ma lo slogan di Lula è stato “La speranza vincerà la paura”, altro che Segolene! E questo nel 2002, ma nessuno da queste parti si è sognato di ricordarlo, perché, nonostante sembri inevitabile la comparazione tra un negro e un operaio alla presidenza, qui si affannano a cercarne le differenze. I mezzi di comunicazione brasiliani sono in mano a tanti Berlusconi, uniti dall’odio di classe. Meno male che c’è Internet. Vorrei chel’Europa cominciasse a guardare al continente “di sotto” con più interesse e su argomenti che vadano al di là del calcio o del carnevale. Sarebbe un grande incentivo a migliorare la democratizzazione del continente latino-americano.
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